Ni (sole o giorno), Hon (radice od origine) e Go (lingua) sono i 3 kanji (caratteri di origine cinese usati nella scrittura giapponese) che danno origine al nome Nihongo; con questo termine i giapponesi definiscono il proprio idioma “Lingua del Paese dove nasce il Sole”, dando origine al nome Giappone, il Paese del Sol Levante. Il Giappone attuale, proteso verso tecnologia e futuro, ha sempre fatto prevalere il suo aspetto contemporaneo nella memoria sociale percepita. Metropoli, neon e pannelli pubblicitari multimediali, Maid Cafè e treni proiettili coinvolgono con ritmi incalzanti i suoi abitanti. All’ombra di essi, templi shintoisti, rossi aceri, sale da thè, onsen e seguaci Zen silenziano la frenesia, compensando la vita nipponica in un equilibrio reale. Il motivo di tutto ciò va ricercato nell’anima nascosta del paese, impregnata ancora oggi da legami indissolubili con il passato: la fede religiosa radicata che anima i templi e le feste Matsuri con i riti, la contemplazione della natura in tutte le sue forme, che sorprende per la squisita bontà, eleggendola a rito sociale.
Giappone significa cultura millenaria, colori vibranti e costumi radicati. Ecco quindi che le radici non solo linguistiche, ma anche culturali, vengono a galla, fondendosi con il nuovo in uno straordinario connubio. Allontanandosi dalle città si può conoscere “un altro Giappone” per fare un esperienza nella sua provincia rurale. La prefettura di Shimane con la provincia di Izumo, nella regione del Chūgoku, si presta a questo con i suoi ritmi più lenti, specie in occasione dell’Izumo Matsuri, “Shingeisai (Welcoming of the gods Festival) Matsuri”. Ogni anno tra la fine di ottobre e la prima decade di novembre, nel decimo mese del calendario lunare, le migliaia di divinità giapponesi di tutto il paese si riuniscono a Izumo per discutere del destino delle relazioni delle persone in tutto il Giappone. Così, mentre per tutto il resto della nazione questo mese viene chiamato Kanna-zuki ‘il mese dei noni’, ad Izumo è conosciuto come kamiari-zuki ‘il mese degli dei’. Le divinità si riuniscono ad Izumo perché Izumo Taisha rappresenta uno dei più antichi santuari shintoisti.
Il primo giorno del festival la gente si riunisce a Inasa-No-Hama Beach, a circa 1 km a ovest di Izumo Taisha, per accogliere gli dei con una cerimonia speciale che coinvolge il fuoco, chiamata Shingeisai. Dalla spiaggia accompagnano gli dei ad Izumo Taisha, dove si pensa che le divinità risiedano durante il loro soggiorno. Matsuri è il termine per indicare una festa tradizionale. Il concetto di “festa” deriva dal legame profondo che i giapponesi hanno con la natura ed è riconducibile alla religione tradizionale, lo shintoismo. Ogni santuario shintoista celebra il proprio matsuri, rendendo omaggio ai propri kami protettori o festeggiando un particolare evento stagionale o storico. La prefettura di Shimane consente di addentrarsi dentro cultura, tradizioni e pratiche praticate nel suo territorio. Il Santuario di Izumo Taisha, il cui nome significa “Grande Santuario di Izumo” è uno dei più antichi ed importanti e dichiarato tesoro nazionale. Esso presenta un’architettura religiosa primitiva, nota come stile Taisha-zukuri (contrariamente al Santuario di Ise), in cui si distingue la grandissima “shimenawa”, corda delimitante che adorna la sala Kagura-den (lunga 13.5 metri – 4.5 tonnellate), fatta con canapa e paglia di riso.
Il villaggio di Iwami Ginzan preserva il suo vecchio quartiere dei samurai del periodo Edo “Omori”, composto anche dall’ex ufficio dei magistrati e dalle vecchie case storiche machiya. Nei suoi pressi sono Gohyaku Rakan, il sito di centinaia di statue buddiste risalenti al XVIII secolo, e Ryugenji Mabu Tunnel, una miniera d’argento aperta al pubblico, Patrimonio Unesco. Nella più grande miniera d’argento del paese, all’epoca della massima produttività, vi si estraeva un terzo dell’argento mondiale. In questi luoghi ameni rientrare la sera nel ryokan, la locanda tradizionale, si ha anche la possibilità di rilassarsi nell’onsen, tipico bagno termale. Villaggi e borghi rurali, come la città fantasma di Gotsu, attraversata dal Gonokawa River, consentono la partecipazione a workshop esperenziali. Uno di essi è la Washi Japanese Paper making experience. La parola “washi” deriva da wa “giapponese” e shi “carta”, ed il termine viene usato per descrivere la carta fatta a mano nel modo tradizionale. Questa attività rientra nel patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Si puo’ assistere alla dimostrazione del tradizionale processo di fabbricazione di carta Washi ed anche provare a farla da solo, dalla polpa ricavata da fibre di gelso o altri vegetali fino alla materia prima che verrà successivamente pulita, pestata e stirata.
La cittadina di Yunotsu, conosciuta già come zona di relax durante il periodo Edo, oggi offre un ambiente attraente con una passeggiata attraverso un paesaggio urbano, con case o edifici retrò, che ricorda i decenni passati. Presso il locale tempio Choko-ji di Misato si può ad esempio praticare una seduta di meditazione Zen. Essa nasce in Giappone nel XIII secolo grazie all’opera del maestro Dogen. Lo Zen viene rielaborato e influisce in maniera significativa sulla cultura locale: si può pensare alla cultura samurai, al codice comportamentale da tenere in società, alle costruzioni, ai riti ed alle usanze. Questa disciplina implica l’abbandono dei pensieri ed il sedersi in pace con sé stessi, cercando di eliminare paure, pregiudizi e falsità per entrare in contatto con il nostro vero Essere. La meditazione zen può essere praticata da tutti. Sempre nei dintorni di Yunotsu altri laboratori sono realizzabili, come quello della creazione della ceramica. Il workshop viene dedicato ad apprendere l’arte di lavorare la ceramica, ad esempio creando tazze da tè, e comprende l’impastamento dell’argilla, l’uso della ruota elettrica del vasaio e la pittura a mano, mentre alla fine del laboratorio si possono portare a casa gli oggetti creati.
La fusione di arte, danza e cultura in Giappone rasenta spesso la sacralità. Il Kagura ‘Musica per gli dei’ è una danza sacra di forte componente sciamanica, eseguita quando si fa un’offerta a un kami ‘dio’ con lo scopo di ottenerne il favore in vari campi (salute, raccolti abbondanti, longevità, fertilità), e di rinvigorire l’energia dei partecipanti. Il dio viene invitato a occupare l’area sacra e quindi viene venerato con musica, canti e danze, collegati ai Matsuri (le feste comunitarie dei sacrari shintoisti). Con l’aiuto di fantastici costumi, maschere e recitazione di attori mascherati e in abito di seta damascata, al suono del flauto e del tamburo, esso conduce in un viaggio tradizionale. Nella prefettura di Shimane viene di solito rappresentato l’Iwami Kagura, con degli enormi serpenti che escono sul palco, molto coreografici e ipercolorati. Si tratta di un genere teatrale, anch’esso esclusivamente interpretato da uomini, al pari del teatro Nō e Kabuki. Chiaramente non mancano i laboratori in tema ed a Yunotsu risulta possibile partecipare ad un workshop sulla creazione di maschere del teatro Kagura nella bottega del Maestro Kobayashi.
Il villaggio di Miyoshi invita a scoprire di più sulle bambole presso il Tsujimura Jusaburo Doll Museum, dove si può guardare anche un breve spettacolo ed un discorso sulle bambole tradizionali giapponesi. Il museo, allestito nel dicembre 1996, si presenta pieno di creazioni di Tsujimura, molte delle quali sono bambole di figure storiche e personaggi di romanzi famosi. Le loro teste – fatte di stoffa, piene di trucioli di legno e coperte di capelli umani – risultano solide. I kimono squisiti della bambola sono fatti di tessuto di seta dal kimono reale del periodo Edo e dell’era Meiji. In un itinerario frizzante dove vengono toccati parecchi luoghi culturali, si da risalto anche ad un tipo di turismo esperienziale, il quale consente di immergersi “dentro la realtà giapponese” e nel suo cuore, con partecipazione ad esperienze e workshop, che coniungando cultura, tradizione, natura, miti, gastronomia ricercata, tecnologia e laboratori di usi locali al fine di penetrare dentro il paese, per cogliere l’anima nascosta del Giappone, “terra degli dei”.
La partecipazione al viaggio “L’anima del Giappone”, secondo l’itinerario sopra descritto, viene proposto dal 29 ottobre al 13 novembre 2019 dal tour operator padovano “Viaggi Tribali” (https://www.viaggitribali.it/viaggio/giappone/ – tel. 0429 17 60 736 – info@viaggitribali.it ), specializzato in viaggi di interesse etnografico e culturale. https://www.giusepperussophoto.it/category/blog/ info@giusepperussophoto.it
Testo/Giuseppe Russo – Foto/Giuseppe Russo e Google Immagini