Dai maestri risottari al carrello dei bolliti, tutto all’insegna della buona tavola e nel solco di una tradizione, la quale vuole però guardare avanti. Accade ad Isola della Scala, la cittadina a due passi da Verona che lega il suo nome al primo riso col marchio Igp nato nel 1996. Qui, fino al 24 novembre 2019, si svolge infatti la Fiera del Bollito con la Pearà. Appuntamento al Palariso (ebbene sì, il palazzetto riservato gli eventi qui ha la forma di un chicco di riso, in onore ad economia e tradizione lovali), con una fiera nata 19 anni fa con la volontà di servire, oltre alla famosa salsa veronese, anche la carne di qualità che vede in questa provincia una delle aree nazionali di produzione più importanti in Italia.
La ricetta del fortunato evento appare semplice: proporre al pubblico piatti popolari, ma preparati con materie prime scelte. A farla da padrona è la famosa pearà, la salsa tipica della cucina locale, che trova nel midollo di bue il suo principale ingrediente. Non mancano poi gli eventi e, per rimanere ancora a tavola, anche i piatti proposti nella ancora più famosa fiera di settembre e ottobre, in una sorta di passaggio del testimone ideale.
Isola della Scala lega infatti la sua popolarità alla tradizione del riso, diventato ora anche uno strumento di promozione turistica. “Siamo stati i primi ad avere l’Igp nel ’96”, racconta Daniel Vasian, coordinatore della produzione della riseria La Pila, nata nell’87 come cooperativa grazie alla volontà di undici aziende agricole, la quale rappresenta oggi il 40 per cento della produzione di risone del Veronese. Con il Consorzio di Tutela della Igp Riso Nano Vialone Veronese, si è giunti così ad ottenere il primo riconoscimento per un riso dell’Indicazione Geografica Protetta in Italia. Un solco nel quale si muove oggi tutta l’economia di una zona racchiusa tra coltivazioni, risiere e risotterie. “Qui arrivano pullman di turisti enogastronomici – racconta Vasian – Abbiamo avuto visite di scolaresche, ma anche gruppi coreani, tedeschi, svizzeri, canadesi, danesi. Vengono a vedere come si produce il riso e poi mangiano in paese”.
Un tempo qui ad Isola era il capofamiglia a cucinare il risotto, mentre i risottari andavano a cucinare nelle case degli altri. Ed il piatto più amato resta quello della tradizione, il famoso risotto all’isolana, cucinato con carne di vitello magro, lombata di maiale, burro, formaggio grana, pepe, sale, cannella, rosmarino e – naturalmente – riso vialone nano veronese. Uno dei locali più antichi e caratteristici che lo cucina come vuole la tradizione è il “Vecio Balilla”, vincitore di nove spighe d’oro, l’ultima delle quali vinta proprio quest’anno. Il nome del locale deriva dal sarto che qui realizzava le casacche dei giovani balilla. In questi locali ha poi trovato spazio la trattoria gestita dalla famiglia di Flavio, scolaro di una grande risottaro dal nome leggendario, Pietro Secchiati. “In questi ultimi trent’anni l’economia legata al riso è cresciuta”, spiega Roberto Bonfante, responsabile dell’organizzazione dell’Ente Fiera di Isola della Scala. Oggi il territorio vanta otto riserie, 7 agriturismi, 8 ristoranti in una filiera del riso, capace di spaziare dal chicco fino al piatto.
Una mano all’economia del riso è arrivata poi dalla Fiera, la quale organizzata ogni anno tra settembre ed ottobre la Festa del risotto italiano, con concorsi gastronomici e menu basati sul riso declinato in mille modi, dal primo piatto al dolce: l’ultima edizione ha contato qualcosa come circa mezzo milione di coperti. Buona tavola e turismo vanno a braccetto. A pochi chilometri da Verona si può infatti visitare un contado ricco di tracce del passato: la Torre Scaligera, parte dell’antica porta di ingresso ad Isola, la duecentesca chiesa della Bastia, la basilica cinquecentesca e diverse antiche ville di delizie, dalla settecentesca villa Boschi, che spicca maestosa ed elegante nel verde della campagna isolana, a villa Vo’ Pindemonte, immersa col suo feudo tra le risaie.
A pochi chilometri sorge poi la più romantica Valeggio sul Mincio, un angolo da sogno tra giardini incantati, localini e mulini sull’acqua, formato da due borghi riuniti nello stesso comune: Borghetto e Valeggio, entrambi di origine longobarda, anche se le costruzioni più importanti risalgono al periodo medievale. Da non perdere qui il Castello Scaligero e Villa Sigurtà con il suo magnifico parco, costruita nel XVII secolo in stile palladiano e diventata sede dell’impero asburgico nel nord est d’Italia. La villa fu la casa di generazioni di teste coronate, dall’imperatore Francesco Giuseppe ai francesi con Napoleone III, il quale la abitò per un mese. Il suo giardino nel 2013 è stato incoronato il parco più bello d’Italia e nel 2015 il secondo più bello d’Europa.
Suggestivo il ponte visconteo, diga fortificata fatta costruire nel Trecento da Gian Galeazzo Visconti, tutelato dall’Unesco, ai cui piedi sorge tra acqua e mulini Borghetto. Un luogo magico, dove Luchino Visconti ha girato negli anni Cinquanta alcune scene del suo film “Senso” e dove è bello fermarsi sulle terrazze riscaldate dalle lampade per gustare gli agnolin (i tortellini veneti) e contemplare un paesaggio quasi leonardesco, tra specchi d’acqua e rovine viscontee.
Info: https://www.paginegiale.it/veneto/isola_della_scala/ufficio_turismo –
https://www.paesionline.it/italia/guida-isola_della_scala –
Testo/Monca Guzzi – Foto/Monica Guzzi e Google Immagini