Come sappiamo dalle rimembranze scolastiche, dopo la caduta di Troia ad opera del cavallo di Ulisse narrata nell’Iliade, Enea con il padre Ascanio, il figlioletto Anchise ed un manipolo di concittadini sopravvissuti salpa da Troia in fiamme per un lungo e periglioso viaggio in nave attraverso il Mediterraneo, che si concluderà sette anni dopo a Lavinium sulla costa del Lazio, la “terra madre” indicata dall’oracolo di Delo come meta finale. Gli scampati approdano dapprima in Tracia, quindi a Delo presso l’oracolo, Creta, le isole Strofadi dove subiscono un terribile fortunale, quindi costeggiano l’Epiro greco e l’Albania approdano in Italia nel Salento a Castro; aggirato lo Jonio, approdano in Sicilia meridionale presso i Ciclopi, quindi fanno vela per l’estrema punta nord-occidentale dell’isola, da cui passano a Cartagine in Tunisia. Dopo la maledizione di Didone abbandonata, l’eroe ritorna in Sicilia e da qui a Palinuro, da dove costeggia per Cuma, incontrando la Sibilla ed il lago Averno, quindi Gaeta prima di approdare definitivamente alla foce del Tevere.
Si tratta del riassunto estremamente sintetico dei primi sei libri dell’Eneide – gli altri sei sono dedicati agli scontri che i troiani debbono subire con i latini autoctoni per aver diritto ad un loro posto al sole in una località che passerà poi alla storia con il nome di Roma – il romanzo storico scritto dallo scrittore e filosofo Publio Virgilio Marone tra 29 e 19 a.C. per celebrare le origini greche della stirpe romana, in quell’epoca all’apice con la figura del primo imperatore Augusto. La Rotta storica di peregrinazione di Enea attraverso il Mediterraneo e cinque nazioni sulle due sponde europee-africane – Turchia, Grecia, Albania, Tunisia ed Italia – narrata da Virgilio può essere vista come una guida turistica ante litteram, di un personaggio che può essere visto oggi come un profugo pellegrino alla ricerca di una terra-patria pan-mediterranea, anticipatrice di un concetto unificatore dell’Europa moderna. L’Enea virgiliano si distacca infatti dalla baldanza militare di tutti gli altri eroi omerici, per essere invece un campione della pietas romana, dell’empatia, dell’incontro e della mescolanza, e del dialogo inter-etnico con tutti i diversi popoli incontrati, senza per questo rinunciare alle proprie ataviche radici, portando nella nuova patria i penati troiani.
Volendo si può percorrere in 21 tappe l’intero percorso dell’eroe greco, come suggerisce da parecchio l’associazione La Rotta di Enea, per un nuovo progetto di un itinerario proposto dall’Unione Europea, toccando sei siti Unesco (Troia, Delo, Butrinto, Etna, Cartagine, Parco del Cilento e Vallo di Diano), tre parchi nazionali (Monte Ida in Turchia, Parco nazionale di Butrinto in Albania e Parco nazionale Cilento-Vallo di Diano in Italia, per arrivare nell’area metropolitana di Roma, città simbolo dell’Unione Europea per il Trattato fondativo qui sottoscritto. Principali località a costituire i capisaldi dell’ itinerario turistico-archeologico-culturale di Enea sono: Antandros ed il parco nazionale del Monte Ida, Ainos –Enez e Troia in Turchia, Delos, Creta e Lefkada in Grecia, Butrinto in Albania, Castro in Puglia, Drepanon-Trapani in Sicilia, Cartagine in Tunisia, Palinuro, Cuma e Pozzuoli in Campania, Gaeta, Lavinium e Roma nel Lazio.
Info: Associazione Rotta di Enea: www.rottadienea.it – cafiero@rottadienea.it – tel. 06 68 76 608.
ByTerreIncognite – Foto/Rotta di Enea