Giacomo Casanova vi trascorse un paio di mesi, dedicandovi varie pagine delle sue memorie, raccolte nella famosa “Storia della mia vita”.
Siamo nel Castello di Spessa di Capriva del Friuli, nel cuore del Collio goriziano, terra di grandi vini e antica storia.
Immerso nel verde di un magnifico giardino all’italiana, circondato dalle vigne della tenuta a cui dà il nome, è il cuore di una grande proprietà di oltre 60 ettari, che si declina a perdita d’occhio in un dolce saliscendi fra vigneti, boschi e radure.
Un luogo dove il distanziamento imposto ai tempi del Covid diventa tradizione naturale, e dove rallentare il ritmo, per godere della natura, della buona tavola e del relax, rappresenta uno stile di vita. Tutti ingredienti che hanno attratto generazioni di personaggi illustri, che hanno segnato la storia e la vocazione all’ospitalità del castello, fra i simboli più conosciuti ed apprezzati del Friuli Venezia Giulia, complessa e affascinante terra di confine che dell’ospitalità ha fatto un’arte.
Le origini del Castello di Spessa si rintracciano già in epoca romana, quando è documentata la presenza di una torre d’avvistamento e di una fornace, mentre il maniero vero e proprio risale al 1200. Nei secoli, di famiglia in famiglia, al castello di Spessa sono stati ospitati personaggi celebri. Casanova vi arrivò nel settembre del 1773, su invito del conte Luigi Torrian, che conobbe durante la rappresentazione di una commedia francese in casa del Barone di Königsbrunn a Trieste. La tranquillità della vita di campagna gli permise di dedicarsi ai suoi studi e scritti e di terminare l’”Istoria delle turbolenze della Polonia”, opera che pubblicò a Gorizia l’anno successivo. Nemmeno a Spessa la fama di seduttore di Casanova andò smentita. Sgualda, giovanissima vedova al servizio del conte, entrò nelle grazie dell’illustre corteggiatore. Gli incontri clandestini si susseguirono, notte dopo notte: Sgualda arrivava a mezzanotte nella stanza di Casanova, senza essere vista da nessuno, e se ne andava all’alba. Ma la segretezza della tresca era solo apparente. Un mattino infatti Casanova sorprese il conte nell’atto di bastonare la ragazza, colpevole di esserglisi sempre negata. La reazione di Casanova fu immediata: ancora vestito con la camicia da notte balzò addosso a Torriani,lo afferrò per la gola fino quasi a strangolarlo e, afferrato lo stesso bastone col quale il conte poco prima picchiava Sgualda, cominciò a percuoterlo, inducendolo alla fuga. Subito dopo lasciò il castello.
Per omaggiare il famoso ospite, nel parco del castello è stata tracciata una romantica passeggiata che si sviluppa fra alberi secolari, bersò, balconate ornate di statue e allietata da aforismi ed episodi legati alla permanenza dell’avventuriero veneziano. In alcune edizioni, in concomitanza con il Premio Casanova, viene inoltre assegnato il Premio Cavaliere di Seingalt, titolo di cui si fregiava Casanova. L’iniziativa è correlata al concorso letterario e si prefigge di premiare un uomo che per poliedricità, eccellente cultura, per la flessibile arte di vivere, rappresenti l’ideale di uomo elegante del nostro tempo, meritando la stima del mondo femminile. La giuria è composta da sole donne.
Oggi il castello è il cuore di un elegante Golf & Wine Resort, dove è possibile pernottare in quattro strutture, ciascuna con un proprio stile definito. Nel castello si alloggia in ariose camere e suite arredate con mobili del Settecento e dell’Ottocento italiano e mitteleuropeo, mentre le altre stanze si trovano in antichi edifici nel verde della tenuta. Dalla ristrutturazione di una casa colonica ai piedi del maniero è stata ricavata la Tavernetta al Castello, con ristorante gourmet e dieci camere. Ci sono poi gli appartamenti nelle vigne adatti alle famiglie il casale in collina, più appartato, oltre a tre ristoranti: la Tavernetta al Castello, ristorante gourmet con lo chef Antonino Venica, il Gusto di Casanova e l’Hosteria del Castello, ciascuno con un’ambientazione e una proposta originale. Intorno al castello si estendono i vigneti dell’azienda vinicola che produce pregiati vini Doc Collio e Isonzo, e il campo da golf a 18 buche, il cui tracciato s’intreccia con le vigne. Senza perdersi, sotto il castello, una visita alle cantine, dove ha luogo l’affinamento dei vini, famosi fin dal Duecento e non a caso rinomati nelle memorie del Casanova.
Sono le cantine più antiche e scenografiche del Collio e si sviluppano su due livelli: quello superiore risale al periodo medievale, il secondo, che si trova a 18 metri di profondità, è un bunker militare realizzato nel 1939, ideale per temperatura e umidità a custodire le barrique. Di imminente apertura anche una Spa con piscina interna ed esterna e vinoterapia di 1.300 metri quadrati.
Incantevoli anche i dintorni, ad iniziare dai caratteristici paesi del Collio e della confinante Brda, in Slovenia, collegati da una fitta rete di piste ciclabili, oltre ai gioielli del Friuli Venezia Giulia, tutti da scoprire: Gorizia, la Nizza d’Austria con il suo castello medievale; Cividale, città longobarda Patrimonio Umanità dell’Unesco, come Aquileia, “La Seconda Roma” e principale sito archeologico del Nord Italia; Grado, con la sua lunga spiaggia e la laguna; i luoghi della Grande Guerra, che si snodano da Gorizia a Redipuglia.
Info: www.castellodispessa.it
Testo/Monica Guzzi – Foto d’apertura/ Castello di Spessa Fabio Pappalettera