In Alto Adige l’agricoltura è un settore fondamentale per l’economia locale: frutteti e vigneti si estendono infatti sino ad un’altitudine di mille metri, mentre sopra i mille d’altitudine prevale l’agricoltura di montagna, con bestiame da latte. Nell’Alto Adige l’agricoltura è costituita da circa 20mila aziende, l’80% di cui è costituita da imprese familiari con estensioni su piccoli appezzamenti (inferiori ai cinque ettari), di conseguenza numerose strutture faticano a vivere di sola agricoltura: così, nel 1999, per volontà dell’Unione degli agricoltori e coltivatori diretti sudtirolesi, è nato il Gallo Rosso, consorzio che oggi raggruppa 1.600 masi agrituristici in provincia di Bolzano (dall’alta Pusteria fino al lago di Caldaro, dalla Val Venosta fino all’Alpe di Siusi) e marchio di qualità che garantisce loro continuità di esercizio grazie alla riuscita combinazione di agricoltura e turismo, creando non soltanto un reddito supplementare per i contadini, ma costituendo anche un’allettante proposta per i turisti.
Il tradizionale mondo contadino, le sue atmosfere autentiche, l’immersione nei suggestivi paesaggi naturali, un’alimentazione sana con prodotti di produzione propria, assicurano agli ospiti un’esperienza rurale genuina. Si tratta insomma di vacanze in agriturismo finalizzate a vivere la montagna nella sua essenza più vera, scoprendone ritmi rilassati, i sapori veraci, l’aria pura, i torrenti cristallini, i pascoli verdeggianti, la gamma-colori che va dai pastello agli infuocati, in particolare sulle vette dolomitiche, che sono Patrimonio mondiale Unesco. Nel 2003 il marchio Gallo Rosso è stato esteso anche alla ‘ristorazione al maso’ e ai ‘prodotti di qualità dal maso’: la prima classificazione raccoglie tutti i masi che offrono un servizio di ristorazione tipica di qualità; la seconda propone invece quei masi che producono specialità proprie, come sciroppi, succhi e confetture di frutta, frutta secca, erbe aromatiche, latte, formaggi, uova d’allevamento all’aperto, pane, carni, ortaggi, vini, distillati e aceti. In pratica, oggi il Gallo Rosso si basa su quattro categorie-pilastro: Agriturismo al maso, Masi con gusto, Sapori del maso e l’ultima nata, Artigianato contadino, cioè masi in cui si realizzano manufatti (sculture, complementi d’arredo e oggetti d’uso), in essenze lignee o feltro o fieno, fatti a mano da alcuni contadini maestri nell’artigianato artistico; a fine 2019 è uscita la settima edizione del catalogo (52 pagine) sull’artigianato contadino di Gallo Rosso, esercitato grazie alla passione di una decina di contadini artigiani.
Con 1.600 masi (ciascuno può al massimo avere cinque appartamenti per l’ospitalità), tutti i gusti riescono ad essere soddisfatti: dal maso isolato a quello in posizione centrale, da una vacanza per famiglia a un fine-settimana di coppia, dalla camera all’appartamento, dalla sola prima colazione alla mezza pensione, alle possibilità di cucinare insieme le ricette altoatesine, d’intagliare il legno, di realizzare balsami e unguenti cosmetici con ingredienti naturali o anche semplicemente d’aiutare nei lavori di fattoria, dal girare il fieno a mungere le mucche. La classificazione dei masi è organizzata in fiori, da uno a cinque: più alto è il numero dei fiori, più ampie sono le opportunità che offre la struttura.
In una ricognizione nella minuscola Val di Funes (in tedesco, Villnösser Tal), poco conosciuta ma d’incantevole bellezza paesaggistica e una delle così battezzate Alpine Pearls (network di località all’insegna della sostenibilità e della mobilità dolce), nel cuore dei cosiddetti Monti Pallidi (le Dolomiti) e avamposto del parco naturale di Puez-Odle, citeremo in primis lo storico ‘maso chiuso’ Ranui Hof (www.ranuihof.com), antica residenza di caccia del XII secolo, che segna, insieme all’annessa deliziosa chiesetta di San Giovanni in Ranui, l’inizio della foresta alle pendici del gruppo Odle. Lì si scopre cosa significa l’espressione ‘maso chiuso’: in Alto Adige è infatti ancora in vigore l’istituto giuridico del cosiddetto ‘maso chiuso’, che, per tutelare l’indivisibilità della proprietà agricola, prevede che sia il primogenito a ereditare il maso, vale a dire l’azienda agricola comprensiva di edifici e terreni. Della famiglia Runngatscher, il Ranui Hof è, al contempo, il tipico maso di montagna con mucche, maiali e conigli, un orto con erbe aromatiche, un giardino con l’idrico percorso Kneipp, ideato dall’abate naturopata Sebastian Kneipp (1821–1897), e la super-malga Geisler, a 1.996 metri, dove lo chef Gerhard Runggatscher si produce in autentici piatti della cucina regionale.
C’è poi l’Oberkantiolhof di Funes (www.oberkantiolhof.it), maso storico (risale al 1288) di proprietà della famiglia Obexer da 200 anni senza interruzioni, dotato persino di un vecchio mulino per la macina del grano e di una piccola cappella consacrata a Maria del XVIII secolo, che è in posizione strategica ai piedi delle Odle, circondato da prati e boschi, con idilliaca vista sulle Dolomiti. Lì si alleva bestiame (20 vacche da latte, dieci vitelli, tre caprette, parecchie galline), si coltivano i prodotti dell’orto, volendo si cuoce anche il pane, si propongono camere o appartamenti in affitto, con anche la possibilità della mezza pensione grazie all’ottima cucina casalinga di Suzanne Obexer, peculiare del territorio (dai canederli agli Schlutzkrapfen, i ravioli a mezzaluna di ricotta e spinaci, dalla zuppa d’orzo al gulasch, dalle sfoglie di patate con crauti alle sapide e tenere carni dell’allevamento, nonché ulteriori altri piatti stagionali).
Invece il maso Unterkantiolerhof (www.unterkantiolerhof.it), della famiglia Mantinger, è ubicato a Funes in una location particolarmente spettacolare, con vista da prima fila sulle Odle e ampie possibilità di praticare trekking e passeggiate, dato che è l’ideale punto di partenza per addentrarsi nel parco naturale Puez-Odle; dispone inoltre di alcuni appartamenti con vasca idro-massaggio panoramica privata e di un proprio caseificio nella malga Kaserill.
Tra i vari masi della bucolica Val di Funes abbiamo anche scoperto la vezzosa ‘pecora con gli occhiali’ (in tedesco, Brillenschaf), che è parte della cultura quotidiana locale: è la razza ovina più antica dell’Alto Adige e oggi riconosciuta dall’UE come razza ovina in via d’estinzione, perciò viene allevata secondo severe linee d’allevamento, e risulta sopraffina sia per la qualità della lana che per la carne, non a caso tutti i prodotti marchiati Villnösser Brillenschaf devono rispondere ad altissimi standard qualitativi.
Invece nel paese delle castagne, cioè a Velturno, nella vicina Val d’Isarco, c’è poi il ‘maso avito’ (1772) Thalerhof (www.thalerhof.it), della famiglia di Herbert Kerschbaumer, contadino-scultore che il martedì propone agli ospiti (anche ai bambini) corsi d’intaglio. All’interno del maso, il suo atelier è un ambiente consacrato a rami, cortecce, radici, tronchi, dove si sprigionano piacevoli fragranze lignee (pino cembro, castagno, larice, tiglio, abete); oltre alle opere in legno, Herbert realizza anche alcuni arredi del suo maso, come i capienti e rustici armadi. Inoltre, sua moglie Walli Kerschbaumer è pure una certificata trainer del rilassamento, che nelle mattine estive, dalle 7 alle 8, conduce esercizi di rilassamento e meditazione al maso, nonché una tonificante idro-terapia nell’apposita vasca Kneipp.
Il Griesserhof di Varna, sempre in Val d’Isarco, della famiglia Huber (www.griesserhof.it) – maso il cui antico fienile, sotto tutela storico-artistica, è stato ristrutturato per ricavarne, nel sottotetto, un appartamento (ospita da due a quattro persone) – è particolarmente noto per la sua “osteria contadina”, aperta soli 180 giorni all’anno, secondo l’antica usanza del Törggelen (il periodo di degustazione del vino nuovo, che va all’incirca dalla pigiatura sino alla festa del ringraziamento), dove ci si titilla il palato con prelibatezze locali – la ‘merenda’ sudtirolese con speck e formaggi, e poi Schlutzer (ravioli ripieni), Knödel (gnocchi allo speck o formaggio), Surfleisch (carne speziata), Erdäpfelblattlen (frittelle di patate), Tirtlen (frittelle di ricotta e spinaci), i dolci Kaiserschmarrn (pancake a striscioline e confettura di ribes o mirtilli), Krapfen, naturalmente le Keschtn (castagne) – e, a seconda dei gusti, con succhi di mela, sambuco, amarena, ribes o pregevoli Gewürztraminer, Sylvaner, Zweigelt o Veltliner, prodotti con passione in proprio, che vengono commercializzati anche a bottiglie, visto che in loco ne producono 20mila all’anno grazie a sei ettari di vigneti, affiancati da estesi meleti.
Per richiedere gratuitamente il catalogo con i 1.600 masi del Gallo Rosso, basta rivolgersi all’indirizzo riportato qui di seguito.
Gallo Rosso
via C. M. Gamper, 5
39100 Bolzano
tel. 0471 999 325
info@gallorosso.it
www.gallorosso.it
testo /Olivia Cremascoli – foto/courtesy Gallo Rosso