E’ giustificata la scelta di Mondadori di mettere in scuderia anche Filippo Venturi, un autore di quelli che, se non primo ma piazzato, arriverà sempre. Sedotto dal titolo, ho comprato il libro e francamente 19 euro per un libro non rilegato, ma con le pagine incollate, il prezzo mi è sembrato un tantino caro, ma questo è un dettaglio. Certo questo romanzo, definito giallo o nero, non mi ha deluso. All’autore piace scrivere per il piacere di scrivere e lo fa discretamente bene. Si percepisce tutto l’impegno che ci mette, certamente il lavoro che gli dà da vivere l’ha aiutato molto: fa l’oste a tempo pieno e questo gli permette di entrare in contatto diretto con una moltitudine di persone, che sono poi il bacino cui attinge quando descrive i personaggi dei suoi romanzi. La fantasia non gli manca, ed ecco fatto nascono i suoi libri che certamente non li reputo intellettualmente impegnativi, anzi mi sento di aggiungere che sono romanzi del genere “estivo”: da dimenticare in spiaggia o da lasciare nella baita estiva a uso e consumo dei successivi avventori. Posso essere più esplicito: questo romanzo è una gradevole compagnia estiva “usa e getta” come si è sempre fatto quando un tempo, periodicamente, uscivano in edicola i gialli Mondadori. La canicola estiva mi ha convinto anche ad assistere a una di quelle farse culturali in cui gli autori dei libri, accompagnati da “spalle illustri” (il tutto seguendo un copione prestabilito), parlano dell’ultimo libro che hanno dato alle stampe, e fin qui niente di male: lo fanno tutti, perché non lo deve fare anche Filippo Venturi?
È un oste e lui sa bene che la merce, per essere venduta, deve prima essere presentata. E cosi il duetto é stato. La spalla era il capo redattore della sede di Bologna del giornale la Repubblica. E’ mancato il dialogo con gli spettatori che avevano già letto il libro e che avrebbero voluto fare delle domande all’autore. Infatti, incuriosiva molto il titolo del libro “Gli spaghetti alla Bolognese non esistono”, titolo che non ha nulla a che fare con la trama del libro stesso. L’unica spiegazione plausibile che mi sono dato è che, come lo “specchietto per le allodole “, questo titolo è un incentivo per vendere il libro. È noto invece a tutti che dopo la pizza alla napoletana, il piatto italiano più conosciuto e imitato al mondo sono” gli spaghetti alla bolognese.” Venturi come scrittore di romanzi ha una sua ragione d’essere ma in veste di oste dubito delle sue attitudini, avendo sottovalutato che se un turista viene a Bologna perché al suo paese ci sono gli spaghetti alla bolognese, e, una volta giunto a Bologna, gli dicono che non esistono, la brutta figura la fa l’oste perché il cliente, tornato al suo paese, troverà in commercio solo gli spaghetti. Allora mi domando: non sarebbe più coerente offrire un piatto con spaghetti e tagliatelle entrambi conditi con il medesimo ragù alla bolognese e lasciare al cliente la possibilità di stabilire il migliore e comunque regalargli una ricetta del ragù alla bolognese? Intitolare un libro con una bugia plateale commercialmente è possibile, ma certamente l’oste – scrittore non fa una bella figura.
Filippo Venturi
Gli spaghetti alla bolognese non esistono
Mondadori pag.179
€.19
By terreincognite