Sara ha tentato diverse volte il suicidio. Alessia invece ha smesso all’improvviso di mangiare, riducendosi ad un mucchietto di ossa. Simone ha cercato rifugio nelle quattro mura della sua cameretta e non è più uscito. Nomi di fantasia, dietro i quali si nascondono centinaia di ragazzi reali aiutati in questi anni da un gruppo di psicologi che hanno lavorato gratis. Ora il consultorio milanese che ha realizzato questo progetto di grande valenza sociale – aiutare i giovani a rischio che per motivi economici non possono permettersi una terapia – rischia di chiudere. I fondi raccolti attraverso iniziative di solidarietà stanno finendo. Perché lo raccontiamo sul nostro magazine dedicato ad argomenti leggeri, come i viaggi, la buona tavola o il vino? Perché è arrivato il momento di guardare oltre la nostra finestra affacciata sul mondo, dove oltre significa più vicino, quasi sotto casa. La pandemia in questo caso ci sta dando una mano, offrendoci in mezzo a tutti questi morti e feriti un’occasione per riflettere. Una tregua rispetto alla frenesia dei treni e degli aerei, per occuparci anche di cosa ci sta davvero intorno. Per esempio i nostri ragazzi, le prime vittime di un mondo in quarantena. Un’occasione anche per ripensare al nostro ruolo, inaugurando uno spazio dedicato al sociale all’interno di questo magazine, che da oggi dedicherà spazio alle iniziative di solidarietà attraverso una rubrica dedicata.
Ma torniamo ai ragazzi aiutati a Milano. “Se hai la sfortuna di essere molto fragile, molto povero e adolescente, hai tutto il diritto di essere seguito gratis, in modo continuativo e approfondito. I ragazzi difficili sono di tutti”, è il motto del professor Gustavo Pietropolli Charmet, uno degli psichiatri più famosi in Italia. Fin dal 1985, con l’appoggio di Franco Fornari, uno dei padri della psicoanalisi italiana, assieme con i giovani assistenti dell’epoca, ha fondato l’Istituto Minotauro, di cui è stato presidente per ventisette anni, fino al 2011. L’anno successivo, il 2012, ha dato vita all’interno del progetto del Minotauro a un consultorio gratuito che da allora offre sostegno agli adolescenti in crisi e alle loro famiglie più povere. I venti professionisti del Minotauro (18 psicoterapeuti, un nutrizionista e uno psichiatra coordinati dal dottor Davide Comazzi) in questi anni se ne sono fatti carico, ma ora rischiano di non farcela più. “Abbiamo urgente bisogno di aiuto, rischiamo di dover chiudere il nostro servizio – è il loro appello -. A causa del Covid quest’anno non siamo riusciti ad attivare le abituali procedure di raccolta fondi, che riprenderanno, presumibilmente, da settembre 2021”. Sono infatti saltati incontri e iniziative con benefattori vecchi e nuovi, fra cui un’asta benefica di Sotheby’s in programma lo scorso marzo. Così, mentre i soldi vengono a mancare, le richieste di intervento sono in aumento, proprio a causa di una pandemia che genera ansia e povertà.
“Dal 2012 abbiamo effettuato gratuitamente 31mila colloqui psicologici, arrivando a seguire ogni anno 100 famiglie alle prese con il dramma di un figlio adolescente che tenta di togliersi la vita, che si reclude in casa e si rifiuta di uscire anche dalla sua stanza o che smette improvvisamente di mangiare – è il grido d’allarme degli operatori -. Nonostante stiano finendo le risorse economiche del consultorio, noi terapeuti continuiamo ad essere presenti per i nostri ragazzi e i loro genitori, convinti che nessun adolescente debba rimanere escluso dai percorsi di cura”.
Da qui sono passate in otto anni 782 persone: 351 adolescenti in crisi (di cui il 31% stranieri), con 258 madri e 173 padri. “Oggi il servizio pubblico offre solo la diagnosi e le prime quattro o cinque consulenze – spiega il professor Charmet -. In questo caso la famiglia viene presa in carico con colloqui individuali per ciascun componente: uno a settimana per l’adolescente, uno per la madre e uno per il padre (per i quali c’è anche la possibilità di frequentare un gruppo di genitori) a cadenza quindicinale. Ciò fino alla risoluzione della crisi, quindi mediamente dopo circa due anni e mezzo”. I ragazzi a rischio vengono segnalati dai servizi sociali o da altre realtà del terzo settore, unico requisito per ottenere l’aiuto gratuito è il reddito Isee famigliare, che non deve superare le 20mila euro annue. I problemi affrontati riguardano l’attacco al corpo: disturbi del comportamento alimentare, gesti suicidali e autolesivi, ritiro sociale e isolamento. Tutte situazioni in peggioramento a causa della pandemia, che rischia di isolare sempre di più gli adolescenti, togliendo loro ogni forma di socialità, dalla scuola allo sport, fino alle altre attività ricreative organizzate. Ognuno può dare una mano. Si può aiutare tramite il 5X1000 alla Cooperativa Minotauro: firmando nell’apposito riquadro del modello (730, CUD, UNICO) e scrivendo il codice fiscale della Cooperativa 07627020154; oppure tramite PayPal sul sito https://minotauro.it/donazioni/; o ancora
tramite bonifico (IBAN IT 71 Q 02008 01614 000103451519,BIC: UNCRITM1214, Causale: Consultorio Gratuito).
Testo/Monica Guzzi