Dall’arte alla politica e ai tormenti dell’esilio, dalle tinte crude e terrene dell’Inferno alla fortuna della Commedia nei secoli. Sono solo alcuni dei temi che, lungo la rotta fra Firenze, Verona, Forlì e Ravenna, celebrano nel 2021 l’anno di Dante.
Se è vero che, dopo un difficile 2020 all’insegna della lotta al Covid, il nuovo anno, citando il sommo poeta dovrebbe portarci “a riveder le stelle”, il calendario delle mostre in programma nei prossimi mesi non intende farsi cogliere impreparato, pur con la prudenza imposta dalla difficile situazione sanitaria. Appena i musei riapriranno, ci sarà solo l’imbarazzo della scelta per orientarsi fra i diversi progetti di alto valore culturale messi in campo a sette secoli dalla morte di Dante.
Il primo progetto, a Firenze, sua città natale, è degli Uffizi ed è completamente virtuale. Sul sito del museo fiorentino è già possibile vedere “Non per foco ma per divin’arte”, immagini dantesche dalle gallerie fiorentine. Online dal 1°gennaio anche tutti i disegni di Federico Zuccari per la Divina Commedia, digitalizzati per la prima volta in alta definizione.
Al Museo nazionale del Bargello, uno dei luoghi danteschi per eccellenza di Firenze (negli affreschi della cappella è custodito il più antico ritratto di Dante) altri due progetti dedicati all’Alighieri: da marzo a luglio la mostra “Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante”, coi lavori realizzati da copisti, miniatori e lettori della Commedia nel 1337, e a settembre la mostra “La mirabile visione. Dante e la Commedia nell’immaginario simbolista”, dedicata agli influssi di quest’opera nel contesto letterario tra Otto e Novecento.
Anche Verona e Ravenna, due città simbolo del percorso dantesco, saranno all’altezza della situazione. Le due città dantesche, per l’occasione alleate tra loro, hanno messo in campo un calendario di eventi importante. Il programma di Ravenna, la città che custodisce la tomba del poeta, è stato annunciato in occasione della visita alla città del Presidente della Repubblica e prevede quattro mostre. La prima, già inaugurata alla Biblioteca Classense con il titolo ”Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante”, ripercorre il sesto centenario dantesco del 1921, inaugurato l’anno prima alla presenza del ministro della Pubblica Istruzione Benedetto Croce. Dal 6 marzo al 14 luglio, l’antica chiesa camaldolese di San Romualdo accoglierà “Le Arti al tempo dell’esilio”, mostra che ripercorre le tappe dell’esilio dantesco, attraverso una raffinata selezione di opere fondamentali dei più importanti artisti del tempo di Dante: Giotto e Cimabue, Nicola Pisano, Arnolfo di Cambio, Giovanni e Giuliano da Rimini, insieme a capolavori assoluti dell’oreficeria e della miniatura.
Riaprirà anche “Dante nell’arte dell’Ottocento. Un’esposizione degli Uffizi a Ravenna”, progetto speciale in collaborazione col museo fiorentino che concede in prestito un nucleo di opere d’arte ottocentesche per gli spazi di Casa Dante. Tra i lavori esposti nei chiostri vicini alla tomba del poeta anche “Dante in esilio”, olio su tela di Annibale Gatti. Infine da settembre a gennaio 2022 “Un’epopea pop”mostrerà al MAR – Museo d’Arte di Ravenna la fortuna popolare della figura di Dante, attraverso i secoli e i generi espressivi, dai manoscritti del Trecento fino agli articoli di merchandising. Intrecciato alla mostra, un percorso d’arte contemporanea proporrà, sui temi danteschi, opere di Richard Long, Kiki Smith, Rä di Martino, Elisa Montessori, Tracey Emin, Robert Rauschenberg, Gilberto Zorio. Al centro del chiostro cinquecentesco del MAR, il pubblico avrà l’occasione di entrare fisicamente in Sacral di Edoardo Tresoldi.
Anche Verona, la città di Cangrande della Scala, ricorda Dante con un importante programma di eventi. Tra quelli espositivi spicca la mostra ”Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona”, allestita dal 23 aprile al 3 ottobre, alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti. Sei sezioni, prestiti d’eccezione per ricordare Dante, Beatrice, Romeo e Giulietta.
Muniti di una apposita mappa, si percorre poi quella che è una mostra diffusa dal titolo ”Dante a Verona”, fatta di storie e luoghi nella città che per Dante fu “lo primo… refugio e lo primo ostello”, alla riscoperta della Verona scaligera e medievale. Giunti al Museo di Castelvecchio, dove si conserva la statua equestre di Cangrande, nella Sala Boggian, verrà esposto l’”Inferno” dantesco rivissuto nelle potenti immagini dell’americano Michael Mazur (1935-2009), a vent’anni dalla loro prima al Castello scaligero.
Non manca Forlì, tappa importante dell’esilio dantesco, dove ai Musei di San Domenico dal 12 marzo al 4 luglio arriva “Dante. La visione dell’arte”, a cura di Antonio Paolucci e Fernando Mazzocca. Nella mostra si documenta la lettura che nei diversi periodi storici è stata data dell’arte di Dante e delle sue opere. Tra i capolavori esposti, un disegno di Michelangelo che ritrae un dannato dell’Inferno.
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Testo/ Monica Guzzi