Bello da vedere, profumato, buono… e fa bene al mercato. Dopo il successo globale del Prosecco, un fenomeno da 500 milioni di bottiglie l’anno, era necessario affinare il marketing e creare un prodotto nuovo, che strizzasse l’occhio anche alle donne e al rito del momento: l’aperitivo.
È l’ultimo nato: il Prosecco Rosè, un prodotto di qualità, ma anche una moda. Un prodotto fatto bene, non impegnativo, che si adatta perfettamente alla tendenza e che è già conosciuto e apprezzato nel mondo, per esempio negli Stati Uniti.
Lo spumante rosè prodotto nell’area del Prosecco (Valdobbiadene e Colli di Conegliano, nel Trevigiano) tutelata dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità non solo è una realtà da diversi anni – molto prima che si concretizzasse la Doc nel 2009 (e le sue prestigiose Docg) – ma è anche un traino anche per le altre tipologie più ortodosse previste dal regolamento di produzione. Sono finora 27 le aziende che hanno chiesto la certificazione per il rosè. Per il momento la previsione è di portarne sul mercato 20 milioni di bottiglie.
A colorare la Glera, uva che per disciplinare deve comporre il Prosecco fino ad un minimo dell’85%, è il Pinot Nero.
Una novità commercializzata da gennaio dalla cantina Le Manzane, che per San Valentino rilancia il nuovo Prosecco DOC Rosè Millesimato Brut, un omaggio alla vita e alla voglia di ripartire, ma anche agli innamorati.
La tenuta di San Pietro di Feletto (Treviso) ne ha prodotte 60mila bottiglie. «Abbiamo iniziato la distribuzione e i pareri che abbiamo avuto finora sono stati lusinghieri – spiegano Ernesto Balbinot e Silvana Ceschin, titolari della cantina – l’interesse c’è, il prosecco rose’ piace perché rappresenta la gioia di vivere, porta un raggio di sole e un po’ di colore in questo periodo difficile».
La cantina Le Manzane si trova a San Pietro di Feletto, a metà strada tra le Dolomiti e Venezia, nel cuore delle Colline del Prosecco Superiore, proclamate il 7 luglio 2019 Patrimonio Mondiale dell’Umanità. L’azienda, a conduzione familiare, è fortemente radicata nel territorio trevigiano come produttrice da quasi 40 anni. La cantina produce un milione di bottiglie l’anno, che distribuisce sia in Italia che all’estero, raggiungendo 34 Paesi.
Nei 78 ettari di vigneti, quasi tutti in zona collinare tra i 200 e i 300 metri tra Conegliano, scrigno di bellezze architettoniche e artistiche, il cui emblema dell’eredità medievale è il Castello con la ben conservata Torre della Campana, sede oggi del piccolo ma prezioso Museo Civico, e Valdobbiadene, oltre al Glera, vitigno principe per la produzione del Prosecco, vengono coltivati vitigni autoctoni come Verdiso, Manzoni Bianco, Bianchetta e Marzemino e vitigni internazionali quali Cabernet, Merlot, Chardonnay e Pinot Bianco.
Nella nuova variante rosè della cantina Le Manzane, il Glera (88%) incontra il Pinot Nero (12%). La breve macerazione a contatto con le bucce dell’uva a bacca nera conferisce al vino un colore delicato e una veste romantica: un rosa provenzale brillante con preziosi riflessi cipria. Il perlage è fine e persistente; al naso spiccano sentori di rosa, fragoline di bosco e pesca. Cremoso, fresco ed equilibrato con un retrogusto leggermente ammandorlato, è uno spumante dalla beva piacevole.
Le bollicine rosa sono destinate a crescere. Aumenta il consumo degli spumanti, ma anche dei vini rosati, un prodotto che con la sua versatilità viene scelto sia per festeggiare le occasioni speciali che per un aperitivo a fine giornata. «Anche se siamo un’azienda radicata nel territorio della Docg – concludono Ernesto e Silvana -, abbiamo voluto aggiungere questa referenza per far capire ai nostri collaboratori che siamo attenti e sensibili a ciò che succede nel mercato. Abbiamo deciso di andare incontro alle richieste della nostra forza vendita creando le condizioni commerciali adeguate alle esigenze del consumatore».
www. lemanzane.com
Testo/Monica Guzzi – foto fornite dalla struttura