Un locale dall’ambiente caldo e raffinato, servizio accurato, meticolosa cura dei dettagli, ampia distanza tra i tavoli: sono questi e tanti altri i motivi per festeggiare la festa degli innamorati. Parliamo di La Porta Restaurant dove è possibile trascorrere, in serenità e nel totale rispetto delle norme di sicurezza, una serata indimenticabile e romantica, in cui il rispetto della tradizione si coniuga sapientemente alla fantasia degli accostamenti e all’attenta selezione delle materie prime; il tutto accompagnato da un piacevole sottofondo musicale.
Ogni piatto sarà accompagnato con arpa e violino da Marianne Gubrì ed Eleonora Montagnana, due musiciste affermate e molto apprezzate da critica e pubblico. Invitanti ed esclusive le proposte del menu d’eccezione, magistralmente ideato e preparato dall’estro dello chef e della sua brigata di cucina, che sazieranno occhi e palato delle coppie di innamorati. Dopo l’entrée di benvenuto (croccante di semi di lino con carpaccio di pesce spada affumicato e dressing agli agrumi), si parte con un interessante antipasto a base di cruditè di mare (trittico di crudi, ostrica, gambero rosso, ombrina con salse e contorni; seppiolina alla plancia con crema di patate allo zafferano, chips di cavolo nero e caviale di aringa affumicato), passando per un tortellone all’astice; e un tataki di tonno salsa ponzu, cipollotto bruciato, zucchine e pinoli, fino ad arrivare al dessert: una deliziosa bavarese alla liquirizia con frutti rossi e cioccolato fondente al 65%; oltre ad un goloso assaggio di piccola pasticceria. Il costo della cena, comprensivo della performance musicale, è di 110 euro, bevande escluse. Per maggiori informazioni e prenotazioni: tel. 051 415 9491; restaurant@laportadibologna.it; www.laportadibologna.it.
Due o tre cose sul ristorante
La Porta Restaurant è situata nella zona fieristica del capoluogo emiliano, in prossimità di Porta Europa, la tredicesima porta all’ombra delle due torri. Il management del locale crede fortemente nella multiculturalità e nell’unione di usanze diverse come mezzo per raggiungere una maggiore completezza sia in cucina che in sala. Lo staff, infatti, è composto da giovani professionisti provenienti da ogni angolo d’Italia e del mondo: ogni regione italiana trova rappresentanza presso “La Porta Restaurant”, una storia di integrazione e inclusione che racconta gli ideali perseguiti dal locale. La cucina tradizionale – con un immancabile tocco gourmet – è al centro dell’offerta, così come la ricerca sul territorio delle materie prime adatte ad ogni piatto e il conseguente studio delle peculiarità e degli accostamenti fra ingredienti. La carta dei vini la fa da padrone con oltre 300 nomi custoditi nella preziosa cantina a vista.
Una realtà costituita prevalentemente da un gruppo di giovani professionisti formati presso l’Alma di Colorno, la scuola internazionale di cucina italiana e alta formazione per l’ospitalità fondata dal maestro Gualtiero Marchesi. In questo contesto, tutti i ragazzi hanno abbracciato la filosofia del maestro facendo esperienza concreta in cucina, studiando e lavorando sodo per raggiungere gli obiettivi prefissati, infatti, si punta a fare proprio un approccio curioso al mondo della cucina e delle materie prime che le gravitano attorno, un concetto che diventa ricerca costante sul prodotto. Non ci si limita, quindi, alla preparazione del piatto, ma si cerca di portare a termine un’analisi dell’elemento che c’è a monte della pietanza finita. Un obiettivo sicuramente ambizioso ma perfettamente centrato grazie alla maestria dello Chef Lorenzo Venturelli, il quale, oltre al diploma all’Alma di Gualtiero Marchesi, vanta un’esperienza al Don Alfonso di Sant’Agata sui Due Golfi alla corte di Ernesto Iaccarino; una forte collaborazione con Raffaele Liuzzi alla sua Locanda di Cattolica e poi con i fratelli Barsotti nell’omonima Enoteca di Marzabotto, oltre alla professionalità solida ed efficace del pasticcere Andrea Vaccari, e all’accoglienza attenta e discreta di Federica. Da oltre un anno inoltre il ristorante ha voluto catalogare la propria comunicazione in sette parole chiave: i luoghi, la ricerca, l’esperienza, l’eleganza, l’empatia, la cura, la passione. Parole che sono racchiuse nel mood “La Porta Restaurant, un senso di ristorazione”, inteso come dare un significato a tutto ciò che riguarda il locale: dalla gestione del personale, alla ricerca sui prodotti, a iniziative a favore di altri come quelle organizzate assieme ad Azione contro la Fame, di cui sono ambasciatori da cinque anni, e quelle a favore di Miksy, una start up di Camerino composta di sole donne.
In particolare, per ciò che riguarda le materie prime lavorate in cucina, tende a preferire opzioni che prestano maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale: scegliendo, per esempio, un salmone di qualità proveniente dal Trentino o dall’Appennino tosco-emiliano – più precisamente dal Corno alle scale – in modo da mantenere un minore impatto ambientale ed evitare la dispersione di risorse che si avrebbe optando per un pesce proveniente dall’estero. Infine, seguendo l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile presentata dall’ONU, La Porta Restaurant tutela l’acqua, vera e propria fonte di vita che va protetta e valorizzata, tanto che il gruppo conta due idrosommelier (Vincenzo e Nicole), in grado di abbinare alla perfezione le caratteristiche particolari dell’acqua ai singoli elementi dei quali si compone il piatto finale. Sicuri protagonisti a tavola sono anche i vini delle Tenute del Cerro, che in cinque diverse tenute sparse tra la Toscana e l’Umbria produce eccellenti etichette di Brunello di Montalcino, Sagrantino di Montefalco, Vino Nobile di Montepulciano, oltre ai vini della Val di Cornia e al tipico olio EVO.
Infine, in un mondo che si muove sempre più velocemente verso un futuro all’insegna della sostenibilità energetica, lo staff ha posto in essere una collaborazione con Porsche Italia, che ha collocato una colonnina di ricarica per veicoli alimentati ad energia elettrica proprio nello spazio adiacente al ristorante, in modo che i clienti, possano così, ricaricare la propria auto elettrica direttamente sul posto.
Testo/Anna Maria Arnesano – foto fornite dalla struttura