Lo scorso 10 maggio è stata inaugurata nella sede di A.N.TRAS Onlus, una biblioteca sociale aperta alla città. Nulla di eccezionale potrebbe dire qualcuno, ma l’iniziativa – pur nella sua semplicità – è nata per dare nuovo lustro a tutti quei libri che, spesso a causa di case sempre più piccole o per la perdita di consuetudine alla lettura, rimangono sempre più spesso ammucchiati in scatoloni rimarranno fino ad essere conferiti nella raccolta differenziata della carta.
Oggigiorno, per chi ha dei nipoti, è sempre più facile vederli a loro agio con le apparecchiature elettroniche piuttosto che con le pagine stampate, dato che per tanti versi, leggere è diventata una virtù tra le nuove generazioni. Anche se chi lo fa utilizza spesso gli E-Book, quei libri digitali acquistati in negozi online che tutti utilizziamo, specie durante il periodo della “pandemia”.
Ma, dopo un periodo di stasi, a vedere i dati rilevati dall’Osservatorio sulle librerie in Italia 2021, realizzato dall’Associazione Librai Italiani in collaborazione con Format Research, c’è la tendenza al miglioramento, con il 58,6% in più dei libri acquistati. A ulteriore conferma, i 168mila visitatori del Salone Internazionale del Libro di Torino 2022, che ha chiuso i battenti al Lingotto il 23 maggio.
Non tutti i libri scartati però vanno al macero e ci sono movimenti di bibliofili imperituri, che in tanti luoghi cittadini lasciano libri usati che attendono solo di essere “adottati”, letti e di nuovo messi a disposizione, per dare ad altre persone questa possibilità di conoscenza. Il fenomeno è stato definito con il termine inglese di BookCrossing, ma in Italia sarebbe meglio definirlo “passalibro”. In sostanza è un “prestito fiduciario” per la condivisione delle risorse e dei saperi, organizzato da un “movimento resistente” che s’impegna ad evitare l’abbandono o la distruzione di testi lasciati a prendere polvere in qualche angolo della cantina o in soffitta, che nel migliore dei casi finiscono sui banchi dei libri usati nei mercatini rionali o negli scaffali di piccole biblioteche popolari come questa che ho visitato casualmente a Palermo in Corso Calatafimi 1031, sede dell’associazione di volontariato A.N.TRAS Onlus, un’organizzazione di Protezione civile europea che si occupa di associazionismo, volontariato, assistenza e beneficenza. Qui non si tratta di nutrire lo stomaco con la distribuzione di generi alimentari, ma la mente, con la divulgazione della cultura attraverso la lettura.
Questa biblioteca sociale ha sede in uno dei due bassi edifici laterali sui cui piloni era incernierato il pesante cancello d’ingresso della Tenuta Reale di Boccadifalco, voluta tra il 1799 e il 1810 dal re delle due Sicilie Francesco I. A sormontare l’ingresso della Tenuta, due sfingi con la testa femminile dette “I Leoni”, realizzate in marmo grigio proveniente dal Monte Billiemi, presso Palermo.
Non sarà difficile trovarla, anche grazie alle centinaia di libri esposti alle intemperie che decorano la parete esterna, facendo da coronamento alla porta d’entrata. Di certo questi non sono testi di pregio, ma l’immagine restituisce bene il senso dell’iniziativa.
Dentro, nell’antico grande mobile libreria che contorna le pareti, centinaia di libri avuti in donazione da tanti cittadini, al momento “ordinati in maniera casuale”, ma pronti per una adozione temporanea. «Mi ha fatto molto piacere vedere l’interesse dei passanti che si soffermavano a guardare dentro, chiedendo di che si trattasse», ha detto il presidente dell’associazione Riccardo Oneto. «Il giorno dopo l’inaugurazione si è presentato in biblioteca un ragazzetto magro che mi chiese se vendevamo libri usati. Nel sapere che siamo una biblioteca sociale e non vendevamo libri ma li davamo in prestito per chi avesse avuto voglia di leggere, rimase per un attimo basito e poi confessò che era un appassionato dello scrittore Fabio Volo, ma siccome il padre aveva un lavoro precario per tre giorni a settimana, non poteva chiedergli di comprare un suo libro. Così io gliene donai uno dedicandoglielo, mentre con gli occhi lucidi mi ringraziava. Andò via come se avesse vinto un premio, ma il premio lo avevamo vinto noi», ha poi chiosato Riccardo Oneto.
Testo/foto Maurizio Ceccaioni