Esistono paesi che vengono ricordati per un monumento, un’attrattiva paesaggistica o un evento particolare; altri per una peculiarità gastronomica. Quest’ultimo caso è quello di Mombaruzzo, il paese degli amaretti. Di probabile origine romana, tanto che il suo toponimo parrebbe derivare da Mons Barutius, il colle di Barutius, nobile romano che qui possedeva una villa e degli appezzamenti di terreno, venne citato per la prima volta in un documento del 1202.
La storia vagamente leggendaria relativa alla nascita degli amaretti di Mombaruzzo viene fatta risalire al XVIII secolo. Francesco Moriondo, economo di casa Savoia presso la reggia di Venaria, si innamorò di una giovane siciliana che faceva la pasticcera a corte. Dopo le nozze si trasferirono al paese natale di Francesco, e decisero di aprire una pasticceria nella quale il prodotto principe sarebbe derivato da una ricetta che la sposa aveva portato con sé dalla Sicilia, aggiungendovi però una nota differente. Nei loro amaretti, oltre agli ingredienti usuali costituiti da mandorle dolci e amare, bianco d’uovo e zucchero, vennero infatti aggiunte le armelline, cioè i semi contenuti nel nocciolo delle albicocche, che danno una punta di gusto amarognolo. Sembra che il loro nome fu dato proprio dagli abitanti del paese, che assaggiandoli dissero che erano proprio buoni, ma un poco “amaretti”. Il grande successo commerciale del prodotto convinse anche altri abitanti di Mombaruzzo a dedicarsi alla loro produzione e commercializzazione, facendoli diventare così il simbolo del paese. I due figli, Carlo e Virginio, aprirono due laboratori separati e alla fine dell’Ottocento Giacinto Moriondo li rese famosi anche fuori regione grazie alle Medaglie d’oro conquistate nelle competizioni organizzate nelle principali città italiane.
Moriondo Virginio è una realtà nuova con radici nel passato. Acquistato lo storico marchio nel 2016, Egle Orsi e Alessandro Lacqua hanno rinnovato i locali della pasticceria e del laboratorio, mantenendo però la medesima ricetta dei secoli scorsi, ricevuta direttamente dai discendenti di Virginio. Questi hanno loro trasmesso ogni trucco e magia per ottenere un prodotto eccezionale; inutile dire che la regola numero uno è la qualità delle materie prime utilizzate. Ringraziamo la pasticceria per la cortesia e il permesso di visitare e fotografare il loro laboratorio, dove ancora oggi vengono prodotti a mano, così come si faceva un tempo. Oltre a quelli classici, è possibile assaggiarli al limone, al caffè, al cioccolato, alla frutta candita o alla nocciola; quest’ultima è una specialità del pasticcere, che nel 2011 ha vinto con il suo Dolce Nocciola la competizione italiana.
Gli amaretti di Mombaruzzo, prodotti naturalmente senza glutine, sono considerati una specialità tipica, tanto da essere stati inseriti nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT). Hanno anche un’altra caratteristica, che risalta al palato: sono croccanti fuori e morbidi dentro. Una volta assaggiati, non si dimenticano, ve lo assicuro; per la gioia dei dietisti (si fa per dire) sono ancor più gustosi se accompagnati da un calice di vino rosso o dalla grappa prodotti proprio nel paese di Mombaruzzo, nella cantina sociale o nella distilleria Berta.
Per chi volesse visitare la pasticceria Moriondo Virginio e assaggiare i buonissimi amaretti, l’indirizzo è via Saracco 15 – 14046 Mombaruzzo AT, tel. 014177248 www.moriondovirginio.it.
Testo e foto/Paolo Ponga