La data canonica dell’ingresso della parola “spaghetti” nella lingua italiana, ha coinciso con la data in cui fu ammessa nella prima edizione del dizionario d’italiano compilato da Nicolò Tommaseo e Bernardo Bellini nel 1819.
Definizione di “Spaghetto”: paste della grossezza di un piccolo spago.
Definizione di Vermicelli: ” Si dicono certe fila di pasta fatte a somiglianza di lunghi vermi, e si mangiano cotte nel brodo o nel sugo della minestra o condite con cacio e burro.”
I Vermicelli, giunsero in Sicilia portati dagli arabi e probabilmente scorre nelle loro vene anche sangue cinese. In seguito i vermicelli cominciarono a circolare in tutto lo stivale.
All’inizio dell’Ottocento a Napoli stava sviluppandosi la produzione meccanizzata della pasta secca. Si pensi che nel tempo si sia arrivati a contare fino a 300 differenti nomi dati ad altrettanti formati di pasta secca. Tra questi spicca un nome inventato ex novo che, di fatto, sbaraglierà tutti i concorrenti: il nuovo nome è “Spaghetti “. Questa parola non sostituisce precedenti nomi dati alle paste, allora in commercio, sono, di fatto, un termine nuovo che richiama nella forma lo spago, quindi è perfetta per promuovere un nuovo marchio commerciale (pasta spaghetti). In pratica è una nuova referenza commerciale di pasta secca che si affianca a quelle analoghe già in commercio (vedi Vermicelli). Come condimenti preferiscono gli intingoli, in seguito anche con il pomodoro e il ragù, ma certamente detesta: il brodo, di essere cotta nei sughi di carne e servita con condimenti dolci come dessert, come invece piacerebbe ai Vermicelli.
Nel 21° secolo a distanza di 201 anni dal 1819, spunta un’interessante tesi sull’origine degli spaghetti: i “vermicelli” il cui termine era usato per identificare gli spaghetti fino al 1819, a Napoli, furono ribattezzati spaghetti. Quindi, dalla metà del 500 e fino al 1819 ogni volta che si trova scritto vermicelli, nei testi dell‘epoca, deve essere sostituita con “spaghetti” parola che non era stata ancora inventata.
A suffragio di questa tesi sono forniti tre esempi.
Con riferimento ad un episodio accaduto nel 1586 che vede il Bolognese Giovanni Dall’Aglio chiedere al Senato l’autorizzazione a produrre pasta secca, tra cui i vermicellos. Ecco gli spaghetti di una volta sotto mentite spoglie! Ossia gli spaghetti!
Nei bandi legatizi emanati dal Senato di Bologna nel ‘600 e ‘700, per calmierare i prezzi fu indicato che nella città si mangiavano grosse quantità di Vermicelli / ossia spaghetti.
Lo stesso è riproposto nei trattati culinari che confermano l’uso di vermicelli, in realtà spaghetti, già dal secolo XVI al XIX, anche sotto le Due Torri.
Questa tesi, anche se priva di prove documentali, va analizzata con attenzione e rispetto, poiché proviene da chi conosce la gastronomia. Ancora oggi ritroviamo le parole spaghetti e vermicelli (separate) su tutti i dizionari della lingua italiana e sulle rispettive confezioni di pasta poste sugli scaffali dei commercianti non solo in Italia ma anche nel resto del mondo.
Vermicellos: gli spaghetti di una volta sotto mentite spoglie
Il titolo di una celebre commedia di Pirandello ci viene in soccorso “ Cosi è se vi pare”.
Testo-foto/ Lamberto Selleri