In tempi in cui si alzano muri, si costruiscono anche ponti come quello di Pelješac (Sabbioncello). Per questo il 26 luglio è stato un giorno storico non solo per la Repubblica di Croazia e la Regione raguseo-narentana, ma anche per tutta l’Europa. Ovviamente la notizia dell’inaugurazione del ponte è stata favorevolmente accolta dalla popolazione che già da giugno aspettava questo momento. Poi, nonostante il caldo torrido, nella mattina del 26 luglio la folla di cittadini non ha atteso l’apertura ufficiale per fare una lunga passeggiata a piedi o in bicicletta fino ai primi piloni del ponte. La cerimonia “in pompa magna” è poi avvenuta nella serata alla presenza del presidente della Repubblica, Zoran Milanović, del primo ministro Andrej Plenković, del presidente del Sabor (il Parlamento Croato) Gordan Jandroković, istituzioni, autorità governative, locali e nazionali. A rappresentare l’Ue era presente la vicepresidente della Commissione Europea Dubravka Šuica, già europarlamentare e prima sindaca donna di Dubrovnik (Ragusa) dal 2001 al 2009.
Lo spettacolo di certo non è mancato, tra musiche bandistiche, acrobazie aeree, sfilate di barche e di veterani della guerra di indipendenza della Croazia (1991-1995), majorette, fuochi d’artificio, cittadini e tanti mass media per documentare l’evento in diretta. Spettacolo nello spettacolo l’arrivo della Nevera, la velocissima Hypercar elettrica prodotta artigianalmente in tiratura limitata e a prezzi per molti proibitivi dalla Rimac Automobili di Velika Gorica, a sud di Zagabria. Al volante il pluricampione di rally, Niko Pulić, nativo di Dubrovnik. Poi, dopo dieci anni d’attesa, dalla mezzanotte il via al traffico automobilistico nelle due corsie interne per senso di marcia, con il limite di velocità di 90 km/h e un tempo di percorrenza stimato in 20 minuti.
È in via di completamento anche la strada nazionale (državna cesta) D 674, i cui lavori dovrebbero terminare entro la fine del 2022. Per ora il traffico dal ponte verso Ston (Stagno), passerà sulla D 674 fino a Dančanje, proseguendo per circa 8 chilometri su una strada interna fino a Brijesta, per poi riprendere la D 674. I veicoli di peso superiore alle 7,5 tonnellate passeranno invece ancora sul vecchio tracciato, attraversando i circa 20 chilometri di costa adriatica del corridoio bosniaco di Neum.
Il tratto di mare attraversato dal ponte di Pelješac è largo 2140 metri e collega il villaggio di Komarna, sulla terraferma, e il paesino di Brijesta sulla penisola di Pelješac. Saranno i due chilometri più amati dalla popolazione della penisola di Sabbioncello (Pelješac), che oltre a facilitare la loro vita, saranno funzionali alla coesione regionale. Ma in particolare, il ponte sarà molto importante per le emergenze sanitarie e il trasporto urgente dei residenti verso gli ospedali Dubrovnik General Hospital e Klinički bolnički centar Split (KBC Split), fino ad oggi possibili solo via mare o con elicottero.
Di certo quello di Pelješac non ha rivoluzionato solo il profilo della baia di Mali Ston, ma è diventato una nuova attrattiva turistica da inserire nel pacchetto dell’offerta croata verso l’estero. Di questo sono convinti il direttore generale dell’Ente Nazionale Croato per il Turismo Kristjan Staničić e la direttrice dell’ufficio di rappresentanza dell’Ente Nazionale Croato per il Turismo in Italia Viviana Vukelic, che puntano proprio sul fatto che il nuovo ponte possa non solo facilitare gli spostamenti grazie a un il percorso più breve, ma prevedono anche un netto miglioramento dei flussi turistici in questa bella e storica parte della Croazia.
Il ponte è costato in totale 526 milioni di euro, di cui 357 milioni arrivati dai fondi dedicati alla politica di coesione e stanziati dalla Commissione Europea nel giugno 2017. La realizzazione dell’opera fu tra l’altro una delle condizioni imposte dall’Ue per l’ingresso del Paese nell’area Schengen.
Si tratta del più grande progetto infrastrutturale croato e tra le più importanti opere d’ingegneria d’Europa. Il progetto, realizzato dall’architetto Marjan Pipenbaher della Ponting & Pipenbaher Consulting Engineers, fu avviato nel 2007 e l’incarico per la costruzione fu affidato alla società statale cinese China Road and Bridge Corporation, sotto supervisione croata. Ma nel 2012 i lavori furono sospesi per motivi economici, per poi riprendere nel 2015 fino a luglio 2022.
Con questa inaugurazione si è completato in parte anche il tracciato dell’Autostrada adriatico-ionica, che dall’Italia, attraverso Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Albania, arriverà fino in Grecia. Trent’anni fa la Croazia aveva meno di 300 chilometri di autostrade e superstrade ma, specie dopo l’entrata nell’Unione Europea il primo luglio 2013 come ventottesimo Paese membro, oggi i chilometri sono arrivati a oltre 1.300, portando la Republika Hrvatska ad essere al quarto posto in Ue come numero di chilometri per milione di abitanti.
Qualche numero sul ponte
Il ponte di Sabbioncello è lungo 2404, largo in totale 23,60 e alto 55 metri dall’acqua a sotto l’impalcato (la struttura orizzontale su cui passa il piano viabile). Il canale di navigazione è di 200 metri per 55 di altezza, permettendo così anche il transito di grandi navi da crociera. Per la sua realizzazione sono state impiegate in totale oltre 6 milioni di ore di lavoro.
Tecnicamente si tratta di un ponte strallato realizzato con metodo a sbalzo bilanciato. L’impalcato rimane sospeso grazie a una serie di cavi detti stralli, ancorati ai 6 piloni centrali di sostegno in cemento armato, con un’altezza variabile totale da 82,5 a 98 metri. In totale i piloni sono 12, di cui 10 parzialmente immersi in acqua.
Realizzato con 33,4 tonnellate di acciaio e 68mila di calcestruzzo armato, ha 13 campate di cui 12 disposte a specchio: le due da 72 m sui lati opposti del ponte; a seguire le due da 96 m; due da 118 m e due da 203,5 m. La tredicesima campata, quella centrale, è lunga 285 metri ed è ancorata ai piloni più alti. È composto da 165 segmenti e il più lungo di quali questi, di 56 metri e un peso di 820 tonnellate, è stato portato in Croazia dopo l’assemblaggio fatto in Cina.
Le fondazioni del ponte di Pelješki sono realizzate con pali battuti in acciaio del diametro di 2 metri e una lunghezza fino a 124 metri di profondità. Grazie alla moderna tecnologia adottata nella costruzione, con sovrastruttura in acciaio che possiede differenti proprietà elastiche nelle due direzioni ortogonali (ortotropa), il ponte può resistere a venti fino a 180 km/h e prevenire il danneggiamento anche in caso di forti terremoti
Qualche notizia in più
La penisola di Pelješac, nell’estremo sud della Dalmazia tra Bosnia-Erzegovina e Montenegro, è una lunga e stretta striscia di terra di 342 kmq con oltre 8mila abitanti, che per i 70 km della sua lunghezza si protende nell’Adriatico in parallelo alla costa. È affiancata dall’isola di Korkula (Curzola), altra perla dell’Adriatico, molto frequentata per le sue bellezze e per le millenarie tradizioni come quella della Moreška, la danza con le spade.
Il ponte ha messo fine a una discontinuità territoriale nata più di trecento anni fa in seguito alla cessione di alcune zone della costa dell’ex Repubblica di Ragusa (Dubrovnik) all’Impero ottomano (1699). Fino ad oggi Sabbioncello si poteva raggiungere in automobile solo grazie a un contorto percorso che obbligava a passare tra controlli di frontiera e lunghi rallentamenti, attraverso l’unico sbocco a mare della Bosnia-Erzegovina: la fascia costiera di Neum
Una volta rientrati in terra croata, si percorreva una stretta lingua di terra fino all’antica città di Ston (Stagno), a circa 60 km da Ragusa. Famosa per le sue saline ritenute le più antiche del Mediterraneo, quella che fu la romana Stagnum deve principalmente la sua notorietà al patrimonio storico di notevole pregio. Di particolare rilievo le imponenti fortificazioni medievali come la maestosa Muraglia di Ston (XIV-XVI sec.), nata proprio a difesa di questo minerale che nel Medioevo era più prezioso dell’oro. Inserita nella lista dei siti candidati all’ingresso nel patrimonio Unesco World Heritage, la muraglia di Ston è seconda al mondo solo a quella cinese. Si tratta di una delle principali opere d’ingegneria militare d’Europa e oltre ai 5,5 km di mura che seguono l’orografia del terreno tra monte San Michele e il villaggio di Mali Ston (Stagno Piccolo), la protezione delle saline e della città contava sulle fortezze di Veliki Kastio, Pozvizd e Koruna, 41 torri tra quadrangolari e rotonde, 6 bastioni circolari e uno quadrangolare.
L’ingresso della Repubblica di Croazia nell’area Schengen avverrà ufficialmente il primo gennaio 2023, con l’adozione dell’euro come moneta nazionale al posto della kuna (Hrvatska kuna), l’attuale valuta ufficiale che al cambio odierno equivale a circa 0,13 euro. La valuta croata, in circolazione dal 1939 al 1945, fu riutilizzata a partire dal 1994 dopo l’indipendenza dalla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Una curiosità: il termine kuna in croato significa pelle di martora, ed era quella la merce di scambio usata nel commercio durante il medioevo.
Testo/Maurizio Ceccaioni