Dopo la prima edizione che si tenne con successo a Milano il 27-28 ottobre 2018, dal 6 al 10 settembre si terrà nel centro storico di Napoli la seconda edizione di Canapaforum, gli “Stati generali della Canapa”. Il posto scelto per questo evento è il Complesso monastico di San Marcellino e Festo (con ingresso da Vico S. Marcellino), luogo di particolare pregio nel cuore di Napoli. La Chiesa sconsacrata di San Marcellino (XVII sec.) è una delle più belle chiese monumentali di Napoli e oggi, dopo vari interventi di restauro, è diventata luogo di incontri ed eventi culturali, con una sala che può ospitare oltre 150 posti a sedere.
Il Complesso di San Marcellino e Festo, dal 1907 è in parte integrato all’Università Federico II e dal 1932 ospita in alcuni locali anche il Museo di Palenteologia di Napoli. Si trova in prossimità del decumano inferiore dell’antica Neapolis (oggi Spaccanapoli), a due passi dai principali luoghi attrattivi della città come San Gregorio Armeno, la strada dei presepi, il Museo Cappella Sansevero coi suoi misteri, o il Complesso Museale Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, solo per citarne alcuni.
Questo evento internazionale è organizzato da Federcanapa (Federazione della canapa industriale italiana) e Sirca (Società italiana ricerca cannabis), in collaborazione con Eiha (Europea Industrial Hemp Association), l’associazione no profit Fracta Sativa UniCanapa e Legambiente. Saranno quindi cinque le giornate dedicate a questo vasto e complesso settore produttivo oggi in ripresa dopo decenni di oblio. Come da Programma, ci saranno conferenze con interventi di qualificati esperti nazionali e internazionali, ma anche visite ad aziende della filiera, corsi di formazione e mostra di prodotti innovativi, in particolare nei settori delle costruzioni, tessile, cosmetica, mangimi, alimenti e integratori. Ma principalmente sarà l’occasione per uno scambio di conoscenze ed esperienze sugli sviluppi della produzione della canapa, sia ad uso industriale che terapeutico.
La canapa in Italia. La storia della produzione della canapa nel nostro Paese ci riporta, in particolare, ad un periodo d’oro tra la fine degli anni 30 del XX secolo e metà 1900, quando il nostro Paese fu un leader mondiale nella produzione di questa pianta. Anni d’oro che già dal secondo dopoguerra furono relegati nella memoria del tempo, con il progressivo declino e la successiva scomparsa della sua produzione agricola, surrogata da altri materiali sintetici.
Oggi qui da noi vanno aumentando le produzioni in Piemonte, Puglia ed Emilia-Romagna, ma una delle regioni più vocate alla produzione di questa pianta introdotta in Italia già all’inizio dell’Era cristiana, è da sempre la Campania. In particolare, la canapicoltura era la principale attività nella zona di Frattamaggiore, la ‘Città della Canapa’, come riporta il cartello di benvenuto in città; e qui, già dal IX secolo si producevano cordami e vele, come quelle usate ancora oggi sulla Nave scuola della Marina militare Amerigo Vespucci. Un importante centro canapiero fin dal medioevo e polo d’eccellenza a livello europeo, che oggi ci ha lasciato in eredità un monumento di archeologia industriale come il Linificio e Canapificio Nazionale di Frattamaggiore (Li.Ca.Na), quello che fu il cuore della lavorazione e trasformazione di questa pianta dai mille usi, che oggi è diventato una sede per eventi vari e attività commerciali.
Tuttavia, non passa giorno che sui media non si parli di cannabis, anche se in forme estremamente diverse da quanto richiesto del mondo produttivo, che si aspetta ben altro dalla politica per dare un forte impulso a questa produzione agricola/industriale che, grazie alle condizioni climatiche e territoriali del nostro Paese, è da sempre considerata tra le migliori al mondo per qualità. Una sorta di ostracismo da parte di una certa politica, che impedisce lo sviluppo sul territorio di questa pianta antica, che attende solo di riprendersi il ruolo che le spetta nel mondo produttivo del nostro Paese. Facendo due semplici conti, sono i freddi numeri a confermarcelo. Se negli anni in cui l’Italia era ai vertici della produzione mondiale di canapa gli ettari coltivati erano 90mila, oggi, a circa settant’anni da allora, gli ettari di terreno coltivati ufficialmente sono solo 900: l’1%. La conferma di questa situazione arriva proprio dal presidente di ‘Federcanapa’ Beppe Croce, quando afferma che «L’Italia purtroppo stenta ancora a inserirsi in questa crescita del mercato mondiale e nel 2021 abbiamo fatto addirittura passi indietro a causa soprattutto delle posizioni assurdamente restrittive di alcuni ministeri e dell’inettitudine dell’attuale Parlamento a decidere alcunché».
La canapa nel mondo. Dalle altre parti le cose vanno sicuramente meglio per l’industria della canapa, che in molti paesi sta ritornando ad essere di primaria importanza per il Pil nazionale. Nella 7ma edizione del ‘The European Cannabis Report’ (31 marzo 2022), le previsioni di crescita del fatturato per prodotti CBD a uso medico-farmaceutico per il solo mercato europeo (2022-2026) erano di 58 miliardi di euro. Il primato per la produzione spetta attualmente a Canada e Stati Uniti, seguiti da Australia e Nuova Zelanda. Molto attiva anche la concorrenza asiatica guidata dalla Cina, con la Thailandia che dallo scorso giugno ha legalizzato la coltivazione e la vendita della cannabis.
Due paesi che da sempre sono stati un punto di riferimento per la canapicoltura e le sue applicazioni industriali sono Francia e Paesi Bassi, ma c’è fermento anche in Europa orientale. Si sta guardando con attenzione anche alla Germania, che nel 2017 ha autorizzato la coltivazione di canapa per fini medici e fa ritenere che con l’attuale tendenza potrebbe diventare a breve un paese trainante sia in Europa che nel mondo. «Siamo a una svolta per la canapa in Europa, perché questa coltura e i suoi innumerevoli prodotti sono perno fondamentale per gli obiettivi del Green New Deal e dei nuovi fondi europei di ricerca e sviluppo» chiosa il presidente di Federcanapa Beppe Croce. «Per questo a Napoli vogliamo confrontarci coi protagonisti della rinascita mondiale della canapa: canadesi, americani, australiani e naturalmente coi principali attori europei».
Perché produrre canapa ai giorni nostri? I vantaggi della coltivazione della canapa a livello ambientale non sono pochi, a cominciare da due tematiche che stiamo toccando con mano in questi tempi siccitosi, come i cambiamenti climatici e la carenza d’acqua. Infatti, la canapa non risente che marginalmente alle variazioni di questi fattori, ha un alto grado di assorbimento dell’anidride carbonica (CO2) e necessita di un ridottissimo impiego di prodotti chimici durante la crescita. È una pianta in grado di svilupparsi anche in aree inutilizzabili per altre colture, per cui è adatta in particolare alla rigenerazione e decontaminazione di terreni inquinati.
A livello industriale ci sono tante e innovative modalità per l’utilizzo delle robuste fibre di questa pianta. Tra i maggiori protagonisti del settore in fatto di sviluppo e ricerca tecnico/scientifica c’è il tessile e quello medico, ma sta crescendo l’uso della canapa nei nuovi materiali come le bioplastiche e i compositi a base di fibra di canapa usati per realizzare componenti per la carrozzeria di auto sportive e la bioedilizia. Poi c’è il settore alimentare con l’uso di farine derivate da semi di canapa sativa light, bevande e mangimi animali.
La canapa in bioedilizia. Uno dei settori più impegnati nell’uso della canapa è quello della Bioedilizia, specie se il riferimento è alle grandi proprietà di isolamento termico e il conseguente risparmio energetico, che rientra negli interventi beneficiati dal superbonus 110% del 2022 per l’edilizia sostenibile. In tutta Italia aumentano le aziende che hanno scommesso su questo materiale naturale anallergico e hanno sviluppato settori specializzati nell’uso della canapa nell’edilizia. Tra queste, la Tecnocanapa di Brescia (Gruppo Senini), Banca della Calce di Bologna, Edilcanapa di Teramo, Pedone Working di Bisceglie o Messapia Style in Salento.
Quello della bioedilizia sarà uno dei principali argomenti che trattati a Canapaforum 2022 dal professore e architetto Sergio Sabbadini (Anab-Associazione Nazionale Architettura Bioecologica e Federcanapa), con un programma che prevederà sia la scoperta di nuovi materiali e i metodi innovativi per il loro uso, che visite guidate in un cantiere di Angri (Salerno), venerdì 9 settembre, per vedere sul campo i risultati dell’uso di questi materiali.
Quello della canapa nella bioedilizia è un comparto della produzione di materiali in continua evoluzione e anche l’Enea e il Politecnico di Milano sono impegnati in questa ricerca, mettendo a punto un biomattone in calcecanapulo dalle grandi prestazioni. È realizzato con una miscela di calce e canapulo (lo scarto legnoso della canapa) e ha dimostrato di avere un basso impatto ambientale, alte prestazioni energetiche, ottimo isolamento termoacustico e capacità isolanti; oltre, e non è cosa da poco, una buona traspirabilità e protezione dall’umidità grazie a un’ottima prestazione termoigrometrica.
Uno dei paesi a noi più vicini che ha fiutato l’affare è la Francia, dalla quale importiamo gran parte dei blocchi in calcecanapulo usati in bioedilizia. Il 47% delle aziende italiane produttrici/rivenditrici di prodotti in calcecanapulo, si occupa di blocchi, cioè di preformati per le aziende costruttrici e per i cantieri. Di questi, il 12% sono produttori e rivenditori di pannelli in calcecanapulo. La stessa percentuale riguarda imprese che producono e vendono intonaci in bio-composto ‘canapa e calce’ e rivestimenti a spruzzo. Infine, il 29% è dedito alla produzione di Canapa per il settore edilizio.
Per quanto riguarda gli standard per la Canapa da usare in edilizia/bioedilizia, le certificazioni e classificazioni dei vari prodotti e le buone pratiche garantite in cantiere, l’Italia è praticamente ferma al palo. Ma, come ricorda sempre l’architetto Sergio Sabbadini, tra gli operatori del settore qualcosa si sta muovendo e «Le ditte si stanno incontrando perché hanno capito che per essere inseriti nei prezzari e nel Bonus c’è bisogno di una standardizzazione. La criticità forte è su quanto avviene ed è realizzato in cantiere, sulle mescole e sulla posa in opera». «Sulla formazione sul lavoro in cantiere, come Anab abbiamo agito attraverso le associazioni di settore che di esperienza ne hanno tanta. In Francia hanno fatto una sorta di guida, una lista di regole professionali, l’ecolabel francese di Construire en Chanvre (Costruisci nella canapa, ndr)».
Principali eventi di Canapaforum 2022 Canapaforum 2022 aprirà il 6 settembre con due corsi di formazione organizzati dal coordinamento del Dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi Federico II. Alle 9,30: “Canapa a uso alimentare – Metodi di coltivazione, raccolta e post-raccolta, tecniche di estrazione, destinazione di oli, panelli e farine, aspetti normativi, valutazioni economiche”. Alle 14: “Canapa a uso medico – Aspetti botanici, preparazioni fitoterapiche, regolamentazione e aspetti normativi”.
Saranno molti altri gli appuntamenti di approfondimento sulla Canapa industriale in programma fino al 9 settembre, a cominciare dalla conferenza del 7 settembre alle ore 9 su “Canapa Industriale: fibra e Canapulo”, che affronterà le forti limitatezze italiane nel panorama mondiale riguardo la fibra della pianta nello sviluppo del comparto, in settori strettamente connessi come bioedilizia, tessile, produzione della carta, i nuovi materiali che interessano anche il campo automobilistico, metodi di raccolta e trattamento delle fibre.
Della Canapa terapeutica si tratterà nella conferenza del 10 settembre, dove tra i punti affrontati si parlerà della critica situazione italiana per la fornitura e l’andamento del prodotto ad alto titolo in THC immesso sul mercato; la sua distribuzione nelle farmacie ospedaliere o territoriali, oggi attrezzate per le varie lavorazioni; nuove genetiche e metodi per la produzione da inserire nel mercato; quadro europeo e mondiale sull’uso della Cannabis Medica; status nella preparazione dell’olio di Cannabis Medica in farmacie territoriali e/o ospedaliere; aggiornamento sull’impiego nei casi di Fibromialgia; presentazione di studi internazionali e italiani.
Della canapa a uso alimentare se ne parlerà anche nella conferenza dell’8 settembre, con un focus sul seme e le sue caratteristiche più spiccate e desiderabili: l’olio di semi di Canapa, i parametri di qualità da osservare per la spremitura del seme ricavando il migliore degli oli. Si farà il punto sulla situazione del mercato anche a livello internazionale, i metodi di coltivazione e di trasformazione più corretti per la coltura della canapa per uso alimentare e le prospettive di mercato per il CBD-Cannabidiolo negli alimenti.
Federcanapa è la Federazione della canapa industriale italiana. Nata il 20 febbraio 2016, è un punto di riferimento a livello nazionale per i produttori di canapa. Tra i suoi compiti istituzionali, quello di dare un supporto tecnico-scientifico alle diverse iniziative in atto in tutte le Regioni italiane e di rappresentare autorevolmente i canapieri nei confronti del Governo, delle amministrazioni regionali e degli altri settori industriali. Federcanapa è membro del Cluster Chimica Verde Lombardia e dell’associazione europea EIHA (European Industrial Hemp Association) e il suo vicepresidente fa parte del Board di EIHA. Le sue posizioni sulle politiche nazionali e internazionali sono riassunte in un Dossier presentato il 4 febbraio 2020 nella Sala del Refettorio della Camera dei deputati.
Qui per info e le modalità per l’iscrizione. Segreteria di Federcanapa: 3338041523 – E-mail Federcanapa: info@federcanapa.it – federcanapa@gmail.com
Testo/Maurizio Ceccaioni – foto fornite da Giuseppe Grifeo, Federcanapa, Angelo Campus e Maurizio Ceccaioni. Altre immagini sono tutti di libero pubblico utilizzo, perché rilasciate su Licenza Creative Commons.