L’istituzione ecclesiastica attraverso l’Inquisizione processava e condannava le donne ritenute streghe. La pena era la morte sul rogo. Erano considerate streghe le donne che con arti malefiche, superstiziose e sortilegi tentavano di danneggiare il prossimo, le donne che invocavano i demoni o facevano magia nera. Tuttavia, in quali circostanze l’imputata era condannata al rogo? Quando vacillava nelle risposte, quando negava i capi d’accusa, quando si contraddiceva, quando sotto tortura confessava e poi si pentiva, quando due testimoni confermavano l’accusa. La tortura era l’ultima ratio per estorcere la confessione alle donne accusate di applicare le arti magiche.
Solo nel 1797 i tribunali dell’Inquisizione sparsi in tutta Europa cessarono la loro attività. Dalla fine della caccia alle streghe a oggi sono trascorsi 227 anni. Le streghe esistono ancora oggi? Sì, ma fortunatamente non esiste più l’Inquisizione che le condannava facilmente al rogo. Oggi le streghe nel rispetto delle leggi vigenti in ogni stato continuano a svolgere stregonerie bianche o nere, buone o negative. Nella città di Salvador de Bahia (la città magica per eccellenza del Brasile) le streghe albergano in botteghe, dove propongono agli avventori attraverso i loro poteri soprannaturali, le pratiche magiche e rituali che hanno più successo. La stregoneria più diffusa è la Macumba e le streghe si chiamano Macumbere. Oggi le stregonerie possiamo percepirle anche come una merce che ha un valore economico. Non sono io a dirlo ma basta leggere alcune definizioni moderne di strega tratte dai più blasonati dizionari della lingua italiana, definizioni che qui riportiamo: strega “donna o ragazza dotata di particolare fascino e spiccate capacità di seduzione e convinzione e simpatia”. Oppure “donna o ragazza cattiva o maligna”, “donna vecchia e brutta.” Ma anche “Creatura femminile che la superstizione immagina fornita di poteri soprannaturali per opera dei demoni”. La parola “streghe” evoca il mistero.
Una mostra d’arte sulle streghe e stregonerie è un’occasione da non perdere per chi vuole saperne di più. Protagonisti della mostra d’arte di Bologna sono 300 immagini collegabili alle streghe, dove artisti noti come il Durer o meno noti rappresentano con immagini le varie tipologie di streghe, stregonerie e gli attrezzi utilizzati, e manuali di magia. Vi sono in mostra anche quadri, sculture, talismani, bacchette magiche, amuleti e la famosa carta manoscritta trovata, alla sua morte, nello scapolare della strega Conti, in Toscana, databile intorno alla fine dell’Ottocento. L’elemento sonoro, di grande suggestione, accompagna il visitatore lungo tutto il percorso espositivo. Voci, sussurri e grida strazianti evocano antichi rituali e danno voce alle streghe stesse, che raccontano le proprie storie, dalla prima vocazione sino alla piena realizzazione di sé, grazie all’uso della magia. È stata anche allestita una sala, dove un numero ristretto di spettatori, seduti al buio, assiste a un processo di stregoneria avvenuto nel 1539. I visitatori ascolteranno le terribili accuse dell’inquisitore e le risposte, sempre più sfinite, della donna processata disposta a confessare fatti osceni pur di mettere fine alla tortura.
È una mostra artistica storica ma anche “antologica” che ci catapulta nel mondo delle streghe “. Oggi il termine strega è abusato e dire strega a una donna può essere considerato anche una forma di complimento e non più un’offesa infamante. La mostra d’arte stregherie si svolge a Bologna nel Palazzo Pallavicini in via San Felice 24 e resterà aperta fino al 24 giugno. A corollario della mostra è stato pubblicato il volume dal titolo Stregherie “Iconografia, fatti e scandali delle sovversive della storia”, edizioni Skira, pagg. 206, euro 35.
Per conoscere le date e gli argomenti trattati nei 24 eventi collaterali (conferenze) programmati fino al 24 giugno: www.stregherie.it Le conferenze si terranno in una sala attigua alla mostra alle ore 17. Per partecipare è necessario prenotare
Testo/Lamberto Selleri