Tra le nazioni dell’Africa sahariana il Sudan rappresenta uno dei meno conosciuti e frequentati, e non si può certo dire che goda di buona fama. Colpa di passate simpatie fondamentaliste, di una guerra civile nell’estremo sud del paese per ragioni etniche e religiose, ora conclusa con l’indipendenza del Sud Sudan ma che per mezzo secolo ha impedito ad un paese povero ed arretrato di sfruttare le sue ingenti ricchezze di petrolio, gas e oro, del recente conflitto tribale nella regione occidentale del Darfur, ora risolto ma costato parecchie vite umane e, soprattutto, della concorrenza esercitata da una primaria meta turistica quale è il confinante Egitto.
Nonostante la vicinanza e molteplici caratteristiche storiche, ambientali e umane in comune, a cominciare dalla presenza salvifica del fiume Nilo, dal punto di vista archeologico e turistico il Sudan viene considerato il fratello povero, molto più povero, dell’Egitto. Mancano infatti al primo gli enormi e numerosi monumenti della civiltà egizia, la madre di tutte le civiltà mediterranee, e un’organizzazione ricettiva capace di accogliere parecchi milioni di visitatori; in compenso si possono visitare le testimonianze di un glorioso passato in perfetta solitudine, al massimo in compagnia di qualche capra, cosa che non si può certo dire dell’Egitto. Un vero peccato perché il Sudan, in particolare nell’estrema fascia settentrionale che va dalla capitale Khartoum fino all’egiziano lago Nasser (quindi distante oltre mille chilometri dalle aree di passata tensione), nota fin dall’antichità con il nome di Nubia, è una terra di notevole fascino ed interesse, capace di offrire la suggestione del paesaggio sahariano con i suoi nomadi, l’atavica vita nei villaggi contadini lungo le sponde del Nilo, abitati da un popolazione cordiale e assai ospitale, ed infine gli imponenti e misconosciuti resti di antiche civiltà che si sono susseguite in quest’area per 4 mila anni, spesso in stretta connessione con quella egizia. Gli archeologi considerano infatti la Nubia come una delle zone più ricche e interessanti del continente, dove le ricerche sono però ancora agli albori.
Ma quanto affiora dalla sabbia, siano le minuscole e aguzze piramidi di Meroe, gli arieti di Naga o i raffinati gioielli delle antiche regine, confermano la fama di questa terra che per un secolo dominò anche sull’Egitto con la XXV° dinastia, passata alla storia come il regno dei faraoni neri, e che continuò prospera per secoli in epoca cristiana anche quando la civiltà egizia era già tramontata da parecchio. Quindi un viaggio in Nubia si differenzia da tutti gli altri itinerari sahariani perché alle tradizionali valenze del deserto aggiunge i molteplici contatti con popolazioni diverse, gli scorci sul Nilo e un patrimonio archeologico di prim’ordine. Le difficoltà ad arrivare in questa zona hanno determinato un isolamento geografico e culturale tale da permettere la sopravvivenza ad una realtà incontaminata dai prodotti e dai modi di vita non soltanto occidentali, ma anche della stessa capitale. Un paese per molti versi fuori dal mondo e ancora fermo al medioevo, dove però la popolazione dimostra nei confronti dei rari stranieri tutta la tradizionale ospitalità delle genti del deserto e un’innata curiosità verso oggetti e stili di vita a loro del tutto estranei. Oggi inoltre il Sudan costituisce, per ironia della sorte, una delle poche nazioni sahariane a poter essere visitata con relativa sicurezza, cosa che non succede in Egitto.
Tra i pochissimi a proporre percorsi in Sudan c’è l’operatore urbinate “Apatam Viaggi” (tel. 0722 32 94 88, www.apatam.it), specializzato dal 1980 in percorsi culturali con accompagnamento qualificato in tutto il mondo, con un itinerario di 12 giorni che prevede la visita di tutte le maggiori eminenze archeologiche della Nubia. In programma il ricco museo di Khartoum, il colorato mercato di Omdurman, Kerma capitale di una civiltà predinastica, le cave di granito di Tombos, alla terza cateratta, il tempio di Soleb (il più bel monumento egiziano in Sudan), i villaggi nubiani sul Nilo, le chiese cristiano-copte di Old Dongola, il Jebel Barkal, la montagna sacra del Nubiani, la necropoli reale di Napata, antica capitale all’epoca dei faraoni neri e le tombe dipinte sotterranee di El Kurru, la foresta pietrificata di tronchi fossili, le piramidi di Nuri, l’attraversamento del deserto del Bayuda con i suoi pastori nomadi e i loro animali, fino alle snelle piramidi di Meroe, l’ultima capitale della civiltà nubiana, per concludere il viaggio con i suggestivi templi di Naga e Mussawarat in mezzo al nulla del deserto. Unica partenza di gruppo con voli di linea da Roma e Milano (e da altre città) l’ 1 marzo 2017, pernottamenti con pensione completa in hotel 4 stelle nella capitale, in elegante rest house a Karima, in confortevole campo tendato fisso a Meroe e in campo pre allestito a Tombos, percorso con veicoli fuoristrada 4×4 con guida di lingua italiana, quote da 3.850 euro in doppia tutto compreso.
By TerreIncognite