La bella cittadina portuale di Rijeka-Fiume, antico capoluogo dell’Istria italiana affacciata sul golfo del Quarnaro nel nord della Croazia, offre tra le tante anche la peculiarità di ospitare il Carnevale più allegro e partecipato non solo del paese, ma anche dell’intera regione balcanica, con una storia alquanto antica. Già nel 1449 infatti un decreto del Consiglio cittadino vietava l’uso delle maschere, probabilmente per ragioni politiche, ma il potere del fascino del Carnevale – nel rispetto dell’impegnativo motto “Crepar, ma mai molar”- deve aver avuto il sopravvento, se nel 1800 la città istriana era già famosa per il suo Carnevale, influenzato da quello veneziano e da quello viennese, assai apprezzato e frequentato dalla nobiltà asburgica, ma anche dai contadini e dai pescatori dalmati, che con le loro maschere orripilanti cercavano di scacciare i geni del male e di aprire le porte all’incombente primavera. Poi le vicende nefaste della storia si portarono via l’allegria, che ritornò soltanto nel febbraio del 1982, quando tre sparuti gruppi di maschere sfilarono per il corso. Come tutti i semi gettati in un terreno fertile, fu l’inizio di una nuova primavera, perché grandi e piccini non vedevano evidentemente l’ora di scatenarsi di nuovo. Oggi le due maggiori manifestazioni, la sfilata dei bambini di sabato 18 febbraio 2017, e quella internazionale degli adulti di domenica 26 febbraio – entrambe a mezzogiorno – vedono coinvolti un centinaio di gruppi, anche di provenienza straniera, con non meno di 8-10 mila persone, acclamate ogni anno da non meno di 150 mila spettatori, senza contare televisione e web. Non a caso è stato riconosciuto come uno dei 500 eventi più importanti d’Europa e il giornale inglese Sunday Times lo ha proclamato una delle manifestazioni più esotiche del mondo.
Tutto inizia il 17 gennaio (festa contadina di Sant’Antonio abate), con la consegna simbolica da parte del sindaco delle chiavi della città al Mestar Toni, il maestro del Carnevale, e alla Regina del Carnevale, che saranno le nuove autorità in rappresentanza delle maschere, e si conclude con le Ceneri il primo marzo, per i giorni più allegri e colorati dell’anno. Durante il Carnevale, che qui chiamano la quinta stagione dell’anno in quanto tutte le norme ed i valori sociali mutano e le modalità carnevalesche assumono la dignità di stili di vita, le porte della città sono chiuse ad ogni pensiero triste e serioso, mentre invece sono aperte – anzi si spalancano – ai colori e alla spensieratezza. Un’infinità di maschere, sotto le quali ognuno dimentica le proprie preoccupazioni, per giorni e giorni porterà il buonumore per le vie della città quarnerina. Tra le principali manifestazioni del periodo, oltre alle sfilate già menzionate (quella dei bambini considerata come un investimento per i “karnevalisti” del futuro), meritano attenzione il rogo del Pust (un fantoccio di paglia accusato di essere colpevole di ogni male, bruciato alla fine del Carnevale dopo un processo sommario a sentenza scontata), la Grande Festa del Pigiama, la Maratona delle Maschere e il rally automobilistico in maschera Pariz-Bakar, su un percorso da vertigine.
Pur non essendo una meta prettamente turistica Fiume-Rijeka – porto franco dell’impero asburgico fin dal 1719, oggi primo porto commerciale e terza città della Croazia – ha mantenuto la sua impronta mitteleuropea con maestosi palazzi ottocenteschi, sedi delle grandi compagnie marittime, lungo il Korzo e la Riva, gli ampi viali della città vecchia pieni di bar, ristoranti, negozi e locali; parecchio intensa la vita, anche notturna, attorno al porto. Meritano una visita la quattrocentesca Torre civica, il trecentesco Municipio ricavato da un ex convento, l’Arco romano antica porta della Tersatica latina, la cattedrale barocca di San Vito, patrono della città, il castello di Tersatto costruito su una fortificazione romana, il Museo marittimo e alcune chiese.
Fiume non dispone di tanti alberghi, e nel periodo del Carnevale si rischia facilmente di non trovare posto, per non parlare poi delle difficoltà ad addormentarsi in presenza di una simile baraonda. Conviene allora piuttosto puntare su una qualche località turistica vicina lungo la costiera istriana, come ad esempio Opatija-Abbazia (77 km da Trieste), villaggio situato proprio di fronte a Fiume ma dall’altra parte del golfo, distante 13 km., che prende il nome da un’antica abbazia benedettina trecentesca. Questa località gode di temperature miti sia in estate che in inverno, tanto che si presenta ricoperta da una florida vegetazione naturale anche esotica, che dai rilievi montuosi scende fino al mare. Nel 1845 un intraprendente imprenditore fiumano vi costruì un primo elegante albergo con ampio parco: fu l’inizio di un nuovo turismo da parte della corte e della nobiltà asburgica, favorita anche dalla presenza della nuova linea ferroviaria Vienna-Fiume, capeggiata da parecchie teste coronate europee e dai bei nomi dell’alta società internazionale, tanto da farne in breve tempo una “Nizza dei Balcani” sul modello della Riviera Ligure, di Montecarlo e della Costa Azzurra.
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ByTerreIncognite Foto Ente del Turismo di Rijeka