Quando prenotiamo un volo aereo, la principale preoccupazione – se non l’unica – è quanto ci costa. Giusto guardare al portafogli, in questo periodo di vacche magre, ma non sarebbe meglio preoccuparsi prima – o quanto meno in contemporanea – anche della nostra incolumità, scegliendo più in base alla sicurezza che non al prezzo ? In fondo ne va solo della nostra vita, e scusate se è poco. Purtroppo il più delle volte, se non siamo addetti ai lavori, non possediamo gli elementi per giudicare l’affidabilità di una compagnia rispetto ad un’altra, perché una differenza ci deve pur essere, al di la della consistenza del catering. Un tempo si diceva che le compagnie di linea erano più sicure delle nascenti low cost, ma ci è voluto poco per doverci ricredere. Per fortuna a noi incompetenti viene in aiuto AirlineRatings.com che ogni anno, dopo approfondite analisi su 425 compagnie pubbliche e private attive nel mondo, stila la classifica dei buoni e dei cattivi, non per quanto attiene la qualità dei servizi, ma per la sicurezza dei voli. Per prima cosa subito una buona notizia generale: il 2016 si è rivelato il secondo miglior anno in termini di sicurezza dopo il 2013, avendo registrato “solo” 19 incidenti con 325 vittime, tre in più dell’anno precedente che avevano però provocato un numero decisamente superiore di vittime, ben 560. La seconda buona notizia è che questi dati confermano, per l’ennesima volta e caso mai ce ne fosse ancora bisogno, che volare è il mezzo di trasporto di gran lunga più sicuro esistente sulla faccia della terra, con appena un incidente ogni 3,2 milioni di voli (voli, non passeggeri). Probabilmente camminare risulta statisticamente assai più pericoloso.
Per venire in dettaglio alla classifica dei più virtuosi, in testa si riconferma per l’ennesima volta la compagnia australiana Quantas, attiva da 96 anni e che dalla metà del secolo scorso non registra incidenti mortali (tocchiamo ferro !), forse perché è sempre stata all’avanguardia negli investimenti per quanto concerne le tecnologie di sicurezza e ancora oggi installa le migliori dotazioni sui propri aeromobili. Seguono altri 20 vettori di elevato livello, elencati in ordine alfabetico e non per meriti: Air New Zeland, Alaska Airlines, All Nippon, Airways, British Airways, Cathay Pacific Airways, Delta Air Lines, Etihad Airways, Eva Air, Finnair, Hawaiian Airlines, Japan Airlines, KLM, Lufthansa, Scadinavian Airlines System, Swiss, United Airlines, Virgin Atlantic e Virgin Australia.
Rispetto allo scorso anno sono uscite dalla classifica American Airlines ed Emirates e sono invece entrate British e Delta. Un’apposita classifica riguarda invece le compagnie low cost: tra le prime dieci troviamo in ordine alfabetico: Aer Lingus, Flybe, HK Express, Jetbue, Jetstar Asia, Thomas Cook, Virgin America, Vuelig and Westjet. Ancora una volta Ryanair e easyJet, i due vettori a basso costo più utilizzati in Italia e in Europa, non sono entrati in questa classifica, mentre vi sono entrati per la prima volta Jetstar Asia e Vuelig, che hanno sostituito TUI Fly e Volaris. Su 425 compagnie monitorate, soltanto 148 hanno ottenuto il massimo della certificazione di sicurezza, cioè sette stelle, mentre un’altra cinquantina hanno registrato il minimo sindacale, tre stelle o anche meno, simbolo di scarsa affidabilità. Infine 14 sono i vettori bocciati senza appello, e sono quelli operanti in Afganistan, Indonesia, Suriname e Nepal, per i quali già vige il divieto di operare nei cieli e negli aeroporti dell’Unione Europea, in quanto privi degli standard minimi di sicurezza. Ognuno si regoli al riguardo come meglio crede. Uomo avvisato …
Sempre per restare nel settore aereo, per anni si è discusso sulla stampa italiana se totalizzasse più passeggieri nel nostro paese la compagnia di bandiera Alitalia, oppure la più attiva e aggressiva delle low cost, l’irlandese Rayaner. Ora, nonostante l’intervento di Etihad e dei petroldollari degli emirati arabi, per Alitalia è finita come tutti sappiamo. Non soltanto ha perso impietosamente il match con Rayaner, pur giocando in casa, ma è addirittura sparita anche dal ring, sostituita dagli inglesi di easyJet. Ad Alitalia neppure il secondo posto, solo il terzo: ben magra consolazione. Ma l’aggressivo vettore irlandese si è tolto nel 2016 anche un’altra soddisfazione: secondo il Corriere della Sera quello di aver superato il numero uno europeo, Lufthansa, che pure aveva fatto registrare buoni risultati, con un incremento dell’ 1,8 % e 109 milioni di passeggeri trasportati. Ma Rayanair è riuscita a fare di più: 117 milioni. Complimenti.
E concludiamo tornando alla preoccupazione iniziale, il costo dei biglietti aerei. Una recente analisi effettuata da Kaiak.it, uno dei più importanti motori di ricerca e piattaforma di comparazione per i prezzi dei viaggi, ha evidenziato come prenotando i voli al momento giusto – in genere con largo anticipo – si possa risparmiare parecchio, fino ad uno stratosferico 70 %, valore che non può lasciare indifferente nessun portafogli. Ma quand’è il momento giusto ? Vediamo qualche dritta. Per le mete a corto raggio si può economizzare senza doversi attivare con eccessivo anticipo: in Europa bastano in genere uno o due mesi; a Budapest, ad esempio, si può risparmiare fino al 70 % prenotando anche soltanto un mese prima; per Lisbona, più gettonata, invece occorrono tre mesi. Per il resto del mondo è molto meglio programmare con maggior anticipo. Per visitare New York, Miami o Manila a tariffe convenienti servono almeno tre mesi di anticipo, che salgano a sette mesi per Los Angeles e nove per Dubai e le Maldive. Altro discriminante in tema di risparmio può essere dato dal giorno di partenza: i giorni centrali della settimana, meno trafficati, costano infatti meno del fine settimana. Poi ci sono mete particolarmente risparmiose rispetto ad altre. Ad esempio, in Europa, il top spetta a Malta: per arrivarci da qualsiasi aeroporto italiano non si spendono di più di 31 euro. Fuori dall’Europa la palma tocca al Marocco: il volo per Marrakesh, la perla del sud avamposto per il deserto marocchino, costa in media 68 euro. Buon viaggio.
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