Sarà capitato anche a voi di vedere persone dormire in aeroporto, di giorno o di notte, scomodamente abbarbicate a seggiole inospitali e in un bailamme di bagagli da bazar levantino. Voli cancellati, sospesi o in forte ritardo, coincidenze perse, persone che vogliono essere pronte a salire sul primo volo del mattino: le ragioni per passare ore ed ore in aeroporto possono essere tante, e non tutti hanno le possibilità – temporanee ed economiche – per trasferirsi in un albergo vicino a riposarsi, ammesso di trovarlo. Dormire è magari parola grossa, perché con le luci ed i rumori di una aerostazione, e con i sedili scomodi e sempre insufficienti per numero, riuscire a chiudere occhio può rivelarsi un’impresa. Ma la stanchezza, se è tanta e prolungata, può fare miracoli. Molto presto scene oggi usuali come questa sono destinate a scomparire, perché negli aeroporti italiani stanno per entrare in funzione le cabine mini-hotel (in realtà già in funzione, e con ottimi risultati, negli scali milanesi di Orio al Serio, Linate e Malpensa 1 e in quello di Napoli, tutti gli altri a seguire).
Cosa sono? Sono cabine di plastica ad altissima tecnologia, gestite da una piattaforma software, di 3 metri quadrati, completamente insonorizzate, delle mini lounge dotate di un letto 70×200 cm tipo vagone ferroviario (ma più ergonomico e confortevole), un sedile imbottito, tavolino da lavoro a scomparsa, luce di lettura, specchio, pannello di gestione touch screen da 19 pollici, schermo con orario dei voli continuamente aggiornato, sveglia, connessione wi.fi veloce e illimitata, prese usb e 220V e spazio per i bagagli. Ad ogni ingresso di un nuovo ospite un meccanismo automatizzato provvede al cambio delle lenzuola, nonché ad igienizzare e profumare l’aria, mentre una luce regolabile a led rilassanti consente addirittura di effettuare cromoterapia. All’interno manca, ovviamente, il bagno, presenti in abbondanza in ogni scalo e sempre a breve distanza.
A cosa servono ? A lavorare tranquilli, a riposare e a dormire comodamente sdraiati, al buio o con luce soffusa, senza rumori e con i propri bagagli a portata di mano, di giorno o di notte, per un’ora, una notte o quanto vi pare, senza dover uscire dall’aeroporto (quindi niente taxi, bus o treno, tempo perso per andare e tornare appesantiti dai bagagli, subito pronti a salire riposati sul primo aereo. E spendendo anche molto meno: la prima ora costa infatti 9 euro, 6 ogni successiva, per un massimo di 34 euro per l’intera notte. Si può usufruire di questa ospitalità fast&cheap direttamente sul posto, alla bisogna (ovviamente sperando di trovare qualche cabina libera) tramite il device oppure, come suggeriscono, di prenotare con un minimo di anticipo da pc, smartphone o tablet, pagando in ogni caso con moneta elettronica (carta di credito, di debito o prepagata), usufruendo in caso di prenotazione di sconti fino al 50 %. Una volta tanto non si tratta di una soluzione importata dall’estero, ma dell’idea di tre giovani varesini tradotta in startap, nata da un’esperienza personale, che verrà sicuramente esportata per la sua validità. Dopo un viaggio di laurea attraverso l’Europa, i tre giovani infatti perdono la coincidenza aerea a Berlino, e sono costretti a passare la notte in aeroporto, strapieno per l’alta stagione, tanto da non riuscire neppure a sdraiarsi per terra, come la stanchezza avrebbe richiesto. In quella tribolata notte berlinese, uguale a mille altre di tanti viaggiatori, è scaturita un’idea vincente. E non venitemi a dire che 3 metri quadrati per riposare sono troppo pochi, claustrofobici, perché in quello spazio i giapponesi ci farebbero dormire almeno due persone. E poi, io che sono per natura maliziosetto, mi viene da pensare alle tante coppie in viaggio di nozze che perdono l’aereo la loro prima notte di matrimonio …
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Testo/Giulio Badini – Foto tratte da Google