Viaggiare, si sa, tonifica il corpo, la mente e l’anima, oltre a fornire un enorme bagaglio di conoscenze. Purtroppo richiede tempo e danaro, non sempre disponibili contemporaneamente, per cui spesso finiamo per rinunciare. Su questa affermazione non risulterà sicuramente d’accordo il sig. Johnny Ward, un trentatreenne irlandese di cui nei giorni scorsi si sono ampiamente occupate le cronache internazionali, in quanto ha viaggiato ininterrottamente per dieci anni riuscendo a visitare tutte le nazioni esistenti sulla faccia della terra – il che già sarebbe un gran bel risultato, con tanto di degna segnalazione nel libro del Guinnes dei primati – ma ci è riuscito per giunta guadagnando anche un invidiabile gruzzolo, secondo le sue dichiarazioni qualcosa come 1,5 milioni di dollari.Una bella storia dal sapore di favola che narriamo volentieri, perchè conferma quanto andiamo sostenendo da sempre, vale a dire che spesso a mancare non sono tanto le risorse, quanto le idee.
Johnny nasce a Galway, piccola cittadina universitaria (sarà Capitale della cultura europea nel 2020) nell’Irlanda del Nord patria della lingua gaelica, da una famiglia povera – madre monoreddito con due figli da allevare – agli inizi degli anni 80, al termine di un periodo tragico di lotte intestine e di attenti tra cattolici e protestanti e tra indipendentisti repubblicani e monarchici filoinglesi. Ma il ragazzo cresce felice, con la spensieratezza tipica della sua età. A 18 anni si trasferisce a studiare in Inghilterra, dove si laurea in Economia Internazionale. In estate, per guadagnare due soldi, fa mille lavoretti, compreso un campo estivo in Usa con ragazzi svantaggiati e prestarsi come cavia per sperimentare nuovi farmaci. Fresco di laurea trova un posto invidiabile nel settore finanziario londinese, con uno stipendio da sogno che nessun altro avrebbe mai abbandonato, ma la vita d’ufficio non fa per lui, che ambisce a girare ed a scoprire il mondo.L’idea di invecchiare, pur nel lusso, lavorando 40 ore alla settimana con due sole settimane di ferie all’anno – quello che facciamo più o meno tutti – lo fa fuggire.
Con pochi soldi in tasca e un biglietto di sola andata parte per la Thailandia: dalla sua ha il fatto di poter vivere insegnando inglese, di essere capace di adattarsi a qualsiasi tipo di lavoretto, e una dote non comune di saper accettare gratuitamente alloggio, pasti, trasferimenti e regali di ogni genere. Si impegna a lavorare non più di 15 ore a settimana, perché per il resto vuole vivere e conoscere il mondo. Nei primi anni si dedica ad esplorare l’Asia, con un budget di 10-15 dollari al giorno (in qualche posto tanti, in altri nulla), fermandosi in ogni luogo almeno due-tre settimane, cioè il tempo minimo per una discreta conoscenza. E’ a quel punto che scatta l’idea vincente: perché non fare partecipi anche gli altri delle sue scoperte, delle sue emozioni, di ciò che vede e vive; una condivisione che gli permetterà di proseguire nel sua scelta di vita, premiandolo anche fino a farlo ricco.
Pur senza alcuna competenza tecnologica specifica (“Di informatica ne sapevo quanto mia nonna” ha affermato), con poca spesa e l’inseparabile computer crea un blog, Step4WordMedia.com (Un passo avanti), dove racconta al mondo le sue esperienze di viaggiatore per vocazione. In breve i lettori crescono in maniera esponenziale, e in parallelo anche la pubblicità e gli sponsor, fino ad arrivare a guadagnare 7.000 dollari al mese. Johnny, che di economia se ne intende, intuisce di aver scoperto una miniera d’oro senza dover pagare alcun dazio, per cui assume due persone che scrivono per lui e crea altri blog: vuole sfruttare tutti i filoni esistenti nella sua miniera. Oltre ai blog, collabora con servizi, notizie e immagini con le maggiori testate a livello internazionale: CNN, Forbes, Lonely Planet, National Geographic, the New York Times, FHM, BBC, the Guardian, Indipendent, ecc., arrivando a fatturare fino a 50.000 dollari al mese. Oggi è proprietario di una società specializzata in media digitali, con sede ad Hong Kong. Con la sua attività di blogger il nostro dichiara di aver guadagnato complessivamente 1,5 milioni di dollari, in parte investiti in immobili a Londra ed a Bangkok. Con i soldi arrivano anche più tempo e più risorse da dedicare al suo intento primario, quello per cui è partito da casa dieci anni fa: visitare il mondo; ormai ha toccato così tante nazioni che può ambire a perseguire un record specifico: visitare tutti i paesi del pianeta, ed è ciò a cui si è dedicato negli ultimi anni.
Ovviamente in tutto questo tempo ha vissuto mille avventure, dall’essersi rotto una caviglia in Corea e una gamba in Thailandia, all’arresto in Africa per aver passato clandestinamente il confine tra Liberia e Costa d’Avorio (chiuso per epidemia di Ebola), fino ad aver assistito in Angola all’uccisione di un ragazzo e ad aver subito a Mogadiscio in Somalia un attacco con bombe da parte di terroristi di al-Quaeda. E poi mangiato carne di iena in Etiopia, fatte immersioni entro gabbie metalliche in mezzo agli squali in Australia, sorvolato in parapendio l’Himalaya, viaggiato sul treno più lungo al mondo in Mauritania e unico turista sull’isola yemenita di Socotra. Ma anche cose estremamente gratificanti, come assaggiare mille cucine diverse e trovare l’amore della vita in una graziosa fanciulla dagli occhi a mandorla, con la quale ha condiviso l’ultima parte del suo percorso. Tutte cose narrate nel suo libro “My Free Ebock – Il blogging mi ha portato qui”, dove svela alcuni dei suoi segreti professionali, dal come realizzare un blog di successo, al come ottenere cose gratis, al come viaggiare per il mondo anche senza soldi, al come fare i soldi con un blog. Argomenti nei quali il giovane irlandese si è rivelato un indiscusso maestro.
Gli ultimi paesi visitati sono stati l’Arabia Saudita, lo Yemen e la Norvegia, con gran finale al Circolo Polare Artico, dopo dieci anni di assenza da casa. Un viaggiatore a tempo indeterminato, con 9-10 mesi all’anno a zonzo per il planetario e i restanti due a riposarsi a Bangkok. E adesso ? In programma a fine anno il giro del mondo in 80 giorni, forse un’idea non proprio originale, ma sicuramente di grande suggestione. “Girare tutto il mondo e incontrare mille culture diverse – ha dichiarato – mi hanno insegnato che, nel profondo, siamo tutti uguali. Colore della pelle, genere, sesso, religione, cultura: nulla di tutto questo ci rende troppo diversi. Ho imparato a sognare in grande, perché i sogni possono avverarsi. E si avverano”.
Il sig. Johnny Ward ha saputo risolvere brillantemente il dilemma se vivere per viaggiare oppure viaggiare per vivere. Se, d’ora in poi, qualcuno vi confesserà che vorrebbe viaggiare, ma non ha tempo oppure soldi (o anche entrambi), narrategli la storia – vera – di Johnny.
Testo/Giulio Badini – foto Google Immagini