Non si può certo definire la Romania, paese che non gode di un’alta considerazione, come una primaria meta turistica. Quello che sappiamo in genere di lei si limita alle belle spiagge a poco prezzo sul Mar Nero, all’area naturalistica del delta del Danubio – una delle zone migliori in Europa per l’avvistamento di uccelli – e per la figura leggendaria del conte Dracula. Un po’ poco per farla mettere in cima alla lista dei desideri. In realtà questa nazione nel cuore dell’Europa dell’est, un po’ più piccola dell’Italia ma con un terzo degli abitanti (considerando anche quelli emigrati nel continente), ha parecchio di più da offrire ad un turista colto e curioso. Da vedere ci sono severe chiese lignee fortificate dall’austera bellezza, con i campanili aguzzi ed i tetti a scandole (5 della Bucovina sono protette dall’Unesco), suggestivi monasteri ortodossi affrescati, antiche cittadine medievali dove lo scorrere del tempo viene ancora scandito dal lavoro degli artigiani, ma soprattutto il paesaggio rurale (dove vive il 90 % della popolazione) si presenta incredibilmente intatto, con i contadini che vivono come un tempo e lavorano i campi con metodi tradizionali, con i carri trainati dai cavalli, le fattorie con l’orto, la stalla e gli animali domestici, e in cantina il vino e l’immancabile acquavite di prugne fatta in casa.
I Carpazi, chiamati anche Alpi Transilvaniche per il loro aspetto alpino, offrono nelle loro foreste di faggi, abeti e querce ospitalità ad orsi, lupi, linci e cinghiali, a fianco di attrezzate piste da sci poco affollate, mentre la Transilvania consente un viaggio nel tempo alla scoperta dell’architettura gotica e dell’eredità austro-ungarica. E poi Bucarest, la capitale dove si concentra un decimo degli abitanti, specchio contrastato degli ultimi avvenimenti politici, dai grigi casermoni mal tenuti di stampo sovietico delle periferie, al maggior edificio civile al mondo (dopo il Pentagono Usa), la Casa del Popolo o Parlamento, pretestuosa e megalomane residenza del dittatore marxista Ceausescu, fino ai vivaci locali moderni del centro, un po’ esageratamente definita “la Parigi dell’Est”.
La Romania confina ed est con la Moldavia, a nord con l’Ucraina, ad ovest con Ungheria e Serbia, a sud con la Bulgaria, mentre ad est si affaccia sul Mar Nero dove sfocia il Danubio; al centro è occupata dalla catena montuosa dei Carpazi, alti fino a 2.000 m, che interessano le regioni della Transilvania e del Banato, mentre colline e pianure occupano le restanti regioni della Valacchia, Moldavia e Dobrugia. Quasi tutto il paese rientra nel bacino del tratto terminale del Danubio, il secondo fiume per lunghezza d’Europa (dopo il Volga) e il primo dell’Unione Europea – lungo 2.860 km, di cui 1.075 romeni – e il suo vasto delta rappresenta una delle zone umide più importanti del continente, estremamente ricco di pesci, fauna e flora, un gioiello di biodiversità protetto dall’Unesco. Presenta clima continentale con forti escursioni stagionali, una vegetazione spontanea di tipo steppico oggi trasformata in coltivi, un quarto del territorio si presenta coperto da foreste e solo il 2,5 % viene protetto. E’ la terra degli antichi Daci e Geti, che assimilarono talmente la cultura e la lingua latina da trasmetterla oltre alle invasioni barbariche fino alla popolazione medievale dei Valacchi, i quali assieme ai moldavi diedero vita ad un regno medievale che prosperò fino alla conquista turca d’inizio 1700. Questi nel 1862 divennero la Romania, indipendente nel 1881, che nel 1946 cadde però sotto la dittatura comunista di Ceausescu, un regime dispotico, nepotista e poliziesco che portò il paese alla rovina economica e alla miseria. Non meno pericoloso di un altro celebre personaggio della fantasia figlio di questa terra, il conte Dracula, descritto dallo scrittore irlandese Bram Stoker nel 1897 ispirandosi alla leggenda del feroce Vlad III Dracul, principe di Valacchia, passato alla storia con l’epiteto poco lusinghiero de l’Impalatore.
Ogni viaggio in Romania non può che partire da Bucarest, la capitale sul Danubio divenuta tale soltanto nel 1878, dopo il devastante incendio del 1850, con i suoi larghi viali e gli edifici in stile Bell’Epoque; da non perdere l’enorme Parlamento-Casa di Ceausescu, mille stanze e 440 uffici tra marmi e tappeti. Prima tappa a Sibiu, città sassone del XV sec. perla della cultura e miglior centro storico romeno, famoso, per i suoi edifici gotici, rinascimentali e barocchi ed un organo a mille canne, quindi il castello medievale di Mattia Corvino, re d’Ungheria, e la cittadina sassone-ungherese di Cluj Napoca, capoluogo della Transilvania. Si passa quindi alla Bucovina, con le chiese di legno dall’architettura vernacolare che mischia elementi delle tradizioni ortodosse e gotiche, nonché agli importanti monasteri quattro-cinquecenteschi protetti dall’Unesco con i loro pregevoli cicli di affreschi ed icone. Dopo la cittadella medievale di Sighisoara, la meglio conservata del paese e città natale di Vlad l’Impalatore per il trattamento riservato ai suoi nemici, ecco il Castello Bran, residenza del conte Dracula e uno dei più pittoreschi, costruito nel 1200 dai cavalieri teutonici. Conclusione alla chiesa gotica di Biserica Neagra, la famosa Chiesa Nera più grande del paese, ed al Castello Peles residenza estiva di re Carlo I.
L’operatore urbinate “Apatam Viaggi” (tel. 0722 32 94 88, www.apatam.it), specializzato in turismo culturale con accompagnamento qualificato in tutto il mondo e un onesto rapporto qualità/prezzo, propone in Romania un itinerario di 10 giorni alla scoperta di questa misconosciuta nazione. Unica partenza di gruppo con volo di linea da Roma (e da altri aeroporti) il 7 agosto 2017, pernottamenti in hotel a 4 stelle con pensione completa, accompagnatore dall’Italia, quote da 1.900 euro in doppia tutto compreso.
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