I grandi mammiferi del mare Mediterraneo e degli oceani hanno scelto di vivere nel Mar Ligure, ed esattamente in quell’area marina protetta chiamata “Santuario dei mammiferi marini Pelagos”, che si estende tra Italia, Corsica, Francia e Principato di Monaco per 87.500 kmq. Qui sono di casa tursiopi, grampi, stenelle striate (oltre 38.000), zifi (circa 100), capodogli (circa 100), globicefali e esemplari di balenottera comune (circa 400), lunga fino a 22 m e pesante fino a 70 t., che qui vivono tutto l’anno e si riproducono. Emozioni assicurate. Infatti, muniti di binocolo e pazienza, li si avvista abbastanza facilmente, con una percentuale fino al 98%, se ci si affida a persone esperte. Ecco come.
Nel porticciolo turistico di Alassio ci si imbarca su una delle confortevoli barche del Mola Mola Dive Team (Porto Luca Ferrari 4, Alassio (SV), Molo H posto 1, cell. 3288454299 – 3336965090, www.molamoladiveteam.com) e spingersi al largo, oltre l’Isola Gallinara che appartiene alla Riserva Naturale Regionale omonima. Ricoperta da odorosa macchia mediterranea, è una delle più grandi colonie di nidificazione di gabbiani reali del Mar Ligure. Vi sono anche esemplari di cormorani e sule. Furono i Romani a chiamarla così, perché vi trovarono numerosi esemplari di galline selvatiche. Nei suoi fondali vi sono molti relitti e manufatti risalenti al V secolo a.C., alcuni dei quali esposti al Museo Navale della vicina Albenga. Si può solo fare la circumnavigazione dell’isola, ma non sbarcarvi. Da tempo appartiene a privati, ma è disabitata, anche se vi sono costruzioni, in quanto mancano acqua, luce elettrica e rete fognaria.
Si prosegue oltre l’Isola Gallinara e ci si spinge così al largo nelle acque profonde del “Santuario dei mammiferi marini Pelagos”. A condurre la confortevole barca del Mola Mola Dive Team è il capitano Gianni Buse, coadiuvato da Alberto Balbi, ottimo fotografo. A bordo ci sono anche la biologa marina Barbara Nani e i suoi collaboratori e soci della Cooperativa Costa Balenae, Davide Ascheri e Elena Fontanesi, i quali spiegano dettagliatamente la vita dei grandi cetacei che popolano queste acque. “La Coperativa Costa Balenae è stata creata da me e da altri biologi marini e naturalisti”, spiega Barbara Nani, “nel 2014 a Imperia. Il nostro è un nuovo tipo di whale watching, in quanto vogliamo usare imbarcazioni piccole e soprattutto ecosostenibili non inquinanti, che possono accogliere un numero massimo di 50 persone. Si tratta di un progetto che ha bisogno di essere diffuso e conosciuto, per raccogliere i fondi necessari. Tutto questo nel rispetto degli animali e del loro habitat. Occorre prudenza e molta attenzione nell’avvicinarli. Soprattutto quando si tratta delle balene comuni, che qui vivono tutto l’anno e si riproducono. In particolare quando allattano e allevano i loro piccoli, capaci di crescere di ben 100 kg il giorno. Si nutrono di krill, sorta di gamberetto che qui si trova in grande abbondanza, di cui sono ghiottissime. I capodogli mangiano grossi calamari che trovano fino a 1000 m di profondità”.
Emozionante risulta il loro avvistamento. In particolare degli esemplari di balenottera comune, che quando emerge lancia in aria uno spruzzo alto d’acqua simile a geyser. Salta e si inabissa. Dopo 8 minuti riemerge. La sua schiena lucida riflette bagliori iridescenti sotto i raggi del sole. Ancora un colpo di coda. Si vede perfettamente la sua pinna dorsale. Infine si immerge per l’ultima volta nella profondità del mare e scompare lasciando in superficie una sorta di impronta azzurra dove il mare si fa liscio come una tavola. “Tutto questo costituisce un patrimonio naturalistico inestimabile, che dobbiamo preservare e saper condividere senza provocare danni all’ambiente e agli animali. Rumori, ultrasuoni, inquinamento ambientale e acustico sono i peggiori nemici dei cetacei”, conclude Barbara Nani.
Testo/PietroTarallo – Foto/Massimo Bisceglie