Dici Indonesia e, sarà per antiche reminescenze salgariane, il pensiero corre subito alla terra dell’avventura per eccellenza, uno dei luoghi più straordinari del pianeta per la biodiversità e la varietà del paesaggio, capace di spaziare dalle cime perennemente innevato di Papua – anche se siamo all’altezza dell’Equatore – alle odorose foreste di sandalo di Sumba, dalla densa giungla del Borneo alle verdissime risaie terrazzate di Bali e Giava, dove l’unico limite può essere costituito da quante delle sue 17 mila isole si riuscirà a visitare nel corso di un unico viaggio, prima che scada il visto. Perché questa nazione, grande oltre sei volte l’Italia e con una popolazione di ben 230 milioni di abitanti (la quarta del mondo), vanta non pochi primati, a cominciare da un numero incredibilmente alto di isole che dovrebbe aggirarsi attorno a 17 mila, tra grandi e piccole, (ma neppure i geografi sono d’accordo per un numero univoco), disseminate tra la punta occidentale di Sumatra all’estremità orientale di Papua, e poi dai paesi del Sud-est asiatico e delle Filippine a nord fino al continente Australe a sud, in un tratto di mare lungo ben 8 milioni di kmq tra l’oceano Indiano ad occidente e il Pacifico ad oriente, a formare una varietà infinita di habitat da esplorare. A complicare le cose già non semplici nell’arcipelago più grande del mondo ci si mettono anche la natura da un lato, con la presenza di 400 vulcani – di cui un centinaio ancora attivi – a formare una delle zone vulcaniche più attive del pianeta, e dall’altra l’uomo, presente con ben 360 differenti gruppi etnici, a parlare più di 250 tra lingue e dialetti ed a professare religioni diverse, con la maggior concentrazione di musulmani in un unico stato, oltre 190 milioni, con tutti i problemi che ciò oggi può comportare.
Il territorio si presenta in gran parte montuoso, con cime superiori anche ai 5 mila metri, ricoperte per una superficie grande tre volte l’Italia da foreste equatoriali e tropicali: sono indonesiane il 10 % delle risorse forestali della terra. Flora e fauna sono eccezionalmente ricche, perché questo territorio in passato ha rappresentato un ponte di collegamento e di scambio tra il continente asiatico e quello australiano, con il risultato di possedere oggi una delle maggiori biodiversità del mondo, con una quantità di endemismi seconda soltanto all’Australia. Si calcola che un terzo di piante ed animali esistenti siano qui presenti. Il 13,6 % del territorio è protetto. Tra gli animali peculiari spiccano i cosiddetti draghi di Komodo, lucertoloni lunghi 3 m, le fastidiose e cleptomani scimmie presenti nei templi indù, e poi gli oranghi, i maggiori mammiferi arboricoli e le prime scimmie a camminare bipedi., ma anche elefanti, rinoceronti e piante carnivore. La ricche barriere coralline indonesiane rappresentano un sogno per ogni sub, così come le onde che vi si abbattono sopra sono ideali per la pratica del surf. La sua posizione strategica sulle vie marittime di comunicazione e del commercio nell’estremo oriente vi attirò da sempre mercanti da ogni dove. Oggi la multiforme cultura indonesiana presenta un sincretico miscuglio di influenze indiane, arabe, cinesi, malesi ed europee, con eccellenze nelle danze e nella musica tradizionale, nella produzione di tessuti (i celebri batik) e nella cucina a base di riso e spezie.
La mitica e mistica Bali, con le sue spiagge d’incanto, i vulcani e le risaie monumentali, le danze e le feste religiose e le sue tradizioni artistiche e artigianali può costituire una scelta privilegiata per la ricchezza multietnica e multiculturale dei suoi eterogenei abitanti, piena di espatriati, turisti insabbiati, artisti e creativi, surfisti, sognatori ed hippies, nonché avventurieri di ogni risma. Ma anche tutte le restanti isole hanno una loro anima:Sumatra piantagioni infinite e foreste pluviali primordiali, Giava la più indonesiana di tutte, con un po’ di tutto: spiagge, vulcani, montagne, storia, tradizioni, con in più la capitale Giacarta, enorme e caotica metropoli asiatica senza personalità e con grattacieli senz’anima. Chi cerca qualcosa di diverso potrà puntare alle piccole isole della Sonda, chi ‘animo dell’esploratore verso la preistorica Nuova Guinea, le foreste di Kalimantan, la parte indonesiana del Borneo oppure le profumate Molucche, terra della noce moscata e dei chiodi di garofano. Tanto l’Indonesia, ovunque si vada, non deluderà mai.
Un possibile itinerario di un paio di settimane si concentra sulle tre isole di Sumatra, Giava e Sulavesi, straordinariamente ricche di arte, cultura, storia e natura, ma anche dotate di ottime strutture ricettive e di belle spiagge. Nella grande isola di Sumatra, sesta per dimensioni al mondo, si visita Medan, città moderna con riminiscenze coloniali in stile rococò, decò e art nouveau, i villaggi tradizionali dei Karo-Batak dai costumi arcaici, e poi sull’isola di Samosir il Danau Toba, il lago vulcanico più esteso del sud-est asiatico e tra i più profondi al mondo. Si passa quindi a Giava, epicentro politico ed economico, luogo di straordinaria bellezza per le verdi risaie a terrazze ed i panoramici vulcani, con retaggi di un nobile passato che ha lasciato veri capolavori d’arte e di architettura. Da non perdere assolutamente la visita al palazzo del sultano, capolavoro dell’architettura giavanese indù, a Yogjakarta, antica capitale e epicentro culturale, al Borobudur, il maggior tempio buddista al mondo (sito Unesco), ai templi induisti di Candi Cetoh e Candi Sukuh, un misto di shivaismo e di culto della fertilità, all’escursione all’interno dell’enorme caldera del vulcano Bromo. E per finire la selvaggia Sulawesi, la Celebes olandese dalla strana forma, composta da 4 vaste penisole che si distaccano da un nucleo montuoso centrale, 11° isola per estensione al mondo (grande oltre metà dell’Italia) ricoperta da foreste con un enorme patrimonio naturale e parecchi endemismi e una notevole frammentazione etnica. Qui la maggiore attrattiva è costituita dai Toraja, antica popolazione di contadini e allevatori, animisti ed ex tagliatori di teste, immigrata in epoca preistorica dal Vietnam. Vivono in sperduti villaggi montani entro enormi capanne di legno dalla curiosa forma di una prua di nave, abbellite da corna di bufalo e sculture in legno e pietra; sono famosi per il culto degli antenati e le cerimonie funebri, durante le quali sacrificano decine di bufali e maiali e seppelliscono i defunti in tombe rupestri precedute da effigi, manichini e statue con le fattezze e gli abiti dell’estinto.
L’operatore urbinate “Apatam Viaggi” (tel. 0722 32 94 88, www.apatam.it), dal 1980 specializzato in itinerari a valenza culturale con accompagnamento qualificato in tutto il mondo, propone in Indonesia un tour di gruppo di 15 giorni dedicato alla scoperta degli aspetti ambientali, etnici, artistici e culturali di Sumatra, Giava e Sulawesi . Unica partenza con volo di linea Singapore Airlines da Roma (e da altre città) via Singapore il 17 ottobre 2017, pernottamenti in hotel a 4 e 5 stelle con pensione completa, accompagnatore dall’Italia, quote da 3.790 euro in doppia tutto compreso.
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