La piccola perla della Costiera Amalfitana, già nota a vip come Edoardo De Filippo, Jacqueline Kennedy e Alfonso Gatto, è il terzo borgo più bello d’Italia. Lo dice il concorso promosso dalla trasmissione televisiva Rai “Kilimangiaro”. Su una spettacolare rupe sorge il Monastero Santa Rosa, uno dei Resort Hotel & Spa più esclusivi al mondo, dopo il restauro curato dalla proprietaria americana Bianca Sharma. La grotta dello Smeraldo, piccole baie e la leggenda delle Janare rendono il paese un luogo irresistibile.
Fino a qualche anno fa era un gioiello noto soltanto ai Vip, oggi finalmente la bellezza di Conca dei Marini è diventato patrimonio di tutti, grazie all’inaspettato riconoscimento di terzo borgo più bello d’Italia, tributato dalla trasmissione televisiva Rai “Kilimangiaro”. Era ora! Perché il piccolo borgo marinaro incastonato sulla Costiera Amalfitana, quarto comune italiano più piccolo, vanta bellezze (e frequentazioni) più che significative. Lo hanno amato Edoardo De Filippo, Margareth d’Inghilterra, il grande poeto Alfonso Gatto che lì scrisse alcuni fra i suoi versi più apprezzati, Luciano De Crescenzo, la bellissima Jacqueline Kennedy che vi si fermò per farvi un bagno di ritorno da Ravello. Chandon, quello dello storico Champagne Möet & Chandon, vi possedeva una villa, ma anche Sophia Loren vi si vedeva spesso. Un grande merito per la conoscenza di questa perla del Tirreno va data anche al Monastero Santa Rosa (dove peraltro per opera delle suore domenicane di clausura sono nate le famose sfogliatelle di Santa Rosa), un ex complesso monastico che oggi è un Hotel resort & Spa tra i più belli al mondo, grazie al restauro certosino curato dalla sua nuova proprietaria, l’imprenditrice Bianca Sharma.
Ecco, Conca dei Marini oggi è anche il legame profondo, con radici popolari autentiche, che lega il borgo al suo monastero. Vincolo che si palesa soprattutto il 13 giugno, quando la chiesa del Monastero, dedicata a Santa Maria in Grado e famosa per i suoi altari lignei (tra i pochi ancora esistenti in Campania), diventa il punto d’arrivo della processione dedicata al Santo di Padova, protetto durante il corteo dal ricamato baldacchino donato dai conchesi emigrati a New York nel 1920. Quest’anno ad attendere la solenne processione, all’ingresso del monastero, c’era eccezionalmente la stessa Bianca Sharma, per tutti i conchesi “l’americana”, personaggio amato che sembra uscito dal mito della “Dolce vita” e di “Vacanze romane”. Il Monastero Santa Rosa, entrato nelle più prestigiose classifiche internazionali dell’hotellerie, ha attirato a Conca grazie all’esclusività della sua proposta di accoglienza e alla sua spettacolare posizione a picco sul mare, una clientela internazionale di altissimo livello. Insomma, per Conca dei Marini questo costitusce un momento magico.
La bellezza del territorio lascia senza fiato, soprattutto se la si apprezza dal mare. La Grotta dello Smeraldo rappresenta la gemma di un’escursione in barca grazie alla visione di stalattiti, stalagmiti e di formazioni rocciose particolari, ma anche per il colore dell’acqua reso magico da infiltrazioni di luce. Piccole insenature permettono di godere di una balneazione riservata, gestita in genere dai ristorantini. Da segnalare il “Risorgimento” di Maria Bonocore (333 2929132) che sorge proprio sulla spiaggia dell’antico borgo marinaro e propone piatti schietti della tradizione locale. Notevoli anche le varie chiese disseminate in un territorio scosceso, percorso da piccole stradine che si inerpicano fra balze e rupi. Quella di San Pancrazio Martire si trova al centro di un’altra tradizione popolare: la processione della Madonna del Carmelo in programma il 16 luglio. Il tempio venne saccheggiato nel 1543 da pirati saraceni. Vicino alla chiesa c’è Punta Vreca, belvedere da cui si può ammirare l’ampiezza del panorama di Conca. Nella zona sorge anche il campo degli ulivi teatro di una delle leggende più inquietanti, quella delle Janare, le donne-streghe che nel XVI secolo animavano le notti del borgo lanciando “fatture” e preparando filtri d’amore o pozioni contro il malocchio. Secondo la leggenda le Janare si lasciavano andare a pratiche sessuali sfrenate, in modo da rifarsi della lontananza dei mariti impegnati in mare.
Il grande Giambattista Vico ambientò a Conca un celebre sonetto dedicato alla marchesa di Villanova, la quale si fece suora nel vicino Monastero, fondato nel XVI secolo da una rampolla della famiglia più nota di Conca dei Marini: la Pandolfi. Oggi il Monastero Santa Rosa conserva molte testimonianze della presenza delle suore di clausura, a partire dalla “ruota degli esposti” da cui venivano affidati alle monache orfani e trovatelli, al “colatoio” dove le suore passate a miglior vita venivano lasciate mummificare. Nel rispetto del passato del luogo il direttore della struttura, il Flavio Colantuoni (padovano di Montegrotto Terme), ha convinto la proprietà a conservare confessionali e altri arredi d’epoca. Le stesse camere della strutture sono state ricavate unendo due celle delle monache. All’ingresso, all’arrivo dell’ospite, suona ancora la campana come un tempo. E negli ambienti del Monastero, ristrutturati all’insegna del motto “il lusso della semplicità”, echeggiano ancora oggi come suggestivo sottofondo le note di canti gregoriani. Gli stranieri restano incantati. Come pure davanti alla piscina a sfioro, il cui bordo d’acqua si confonde poeticamente fra cielo e mare.
“Conca dei Marini è il nostro cuore, vogliamo valorizzarla al massimo” dice l’appassionato ricercatore locale Pierpaolo Milo. “Il riconoscimento di terzo borgo più bello d’Italia” gli fa eco Marianna Carbone, dell’associazione turistica Aloe che si occupa di promozione e incoming “ci sprona a dare sempre più qualità all’accoglienza di Conca, piccolo tesoro di quell’Italia Minore rappresentante il futuro del turismo italiano”.
Testo/Renato Malaman – Foto Monastero Santa Rosa e Google Immagini