Il vitigno portato dai primi coloni magnogreci, e il vino passito che se ne ricava, sono al centro di un progetto di rilancio turistico riguardante parte della costa ionica del Reggino. Territorio dalla storia straordinaria, ben documentata nel museo e nel parco archeologico di Locri, nella villa romana di Casignana e nelle straordinarie spiagge vicino a Capo Zefirio.
Rappresenta uno dei vitigni più antichi e misteriosi d’Italia, e ha l’ambizione di raccontare tutti i segreti del suo territorio. Il Greco di Bianco è molto di più di un vino passito, è il frutto della vite portata nel VII° secolo avanti Cristo dai coloni greci, i quali nella parte più estrema della costa ionica della Calabria fondarono il primo nucleo di quella che venne poi chiamata Magna Grecia. Il Greco di Bianco, vino dal colore ambrato il cui Dna lo fa rientrare nella grande famiglia delle Malvasie, costituisce un brano importante della cultura materiale di questa zona della Locride. Un tempo veniva prodotto in quei palmenti di pietra, ancora oggi visibili nelle alture intorno a Bianco, semi nascosti dalla vegetazione spontanea, e che sono oggetto di un singolare percorso di interesse archeologico e ambientale. Ancora oggi il Greco di Bianco Doc si produce dopo l’appassimento delle uve sopra i graticci, una tecnica che trova nell’aria pura e nel sole di questa zona della Calabria due preziosi “alleati”.
Al suo dolce Greco il Comune di Bianco ha dedicato un museo intitolato “La Verde”, tante iniziative e feste popolari. Ora punta anche all’inserimento di questo vitigno nell’Atlante dei Vitigni Storici italiani. Seppur il professor Attilio Scienza, ritenuto il più profondo conoscitore dell’enologia moderna e in particolare della genetica della vite, nel corso di un convegno svoltosi poche settimane fa nel parco di Villa Casignana, ha una visione più ampia delle opportunità offerte da questi antichi vitigni calabresi, il Greco appunto e il Mantonico Igp. Scienza ha detto chiaro e tondo che due passiti nella stessa zona sono troppi e che il vino potrebbe diventare davvero un volano di una nuova economia se si diversifica il prodotto, creando un nuovo brand. Il luminare trentino, a cui il Comune di Bianco vuole conferire la cittadinanza onoraria, suggerisce di utilizzare il Mantonico Igp, che oggi è prodotto solo nella versione passito, anche per creare un bianco fermo di qualità e di pronta beva seguendo le tendenze dell’attuale mercato. Un vino da pasto, insomma, di quelli buoni. Solo così i produttori della zona potranno puntare a numeri significativi.
Tutto ciò per dire che questa zona ha grandi potenzialità inespresse, che potrebbero essere sfruttate di più anche nella valorizzazione turistica del territorio, visto il crescente successo dell’enoturismo. La splendida costa dei Gelsomini, alta e rocciosa, presenta insenature spettacolari e persino delle piscine naturali. Il mare si presenta pulitissimo, tanto da meritarsi la “bandiera blu” di Legambiente. A Capo Bruzzano, l’antico capo Zeffirio, è una cartolina da trasformare in un poster turistico perché la vista che vi si gode risulta incantevole.
E poi c’è Locri, l’antichissima Epizefiri della Magna Grecia fino al 1934 chiamata Gerace Marina. Città che vanta uno dei parchi archeologici più importanti d’Italia, grazie a ripetute campagne di scavo avvenute nella prima metà del XX° secolo. Ora è quasi completamente visibile l’urbanistica dell’antica città greca, mentre nel museo sono conservati reperti di straordinario valore. Il parco creato intorno al museo permette di ammirare i quartieri con le fornaci, i templi (i più belli sono dedicati a Marasà e a Demetra), i teatri e le mura della antica città greca, regalando con i suoi silenzi suggestioni particolari.
Altro monumento di primario interesse risulta essere la Villa romana di Casignana, anch’essa frutto di una scoperta archeologica recente. Si tratta di un importante residenza romana del I° secolo, di cui sono visibili i pavimenti mosaicati, i calidarium con tubazioni fittili e altre parti dell’insediamento abitativo. Il tutto è stato ristrutturato nel IV°secolo per essere poi abbandonato nel VII°. La villa si trovava lungo la strada di collegamento fra Reggio Calabria e Locri Epizefiri.
Nella Locride molto pittoreschi si presentano anche i borghi abbarbicati sulle prime pendici dell’Aspromonte, dove la vita continua a scorrere tranquilla come decenni fa, e non è raro trovare gli anziani seduti sull’uscio di casa a conversare amabilmente. Da ogni punto di questi itinerari paesaggistici si scorge lontano l’azzurro placido dello Jonio. Mare e monti in questo angolo di Calabria si interfacciamo continuamente, creando suggestivi scorci da cartolina. Alla valorizzazione turistica attraverso il vino credono già molte aziende della zona di Bianco: Baccellieri, Caridi, Moscatello, Dioscuri, Ceratti, Maisano, Lucà, Viglianti, Brancatisano e Naimo. Queste aziende e altre si sono riunite in una rete d’imprese, perché credono a questo progetto di forte valenza. Ogni anno a Bianco si terrà un forum in cui saranno valutati i passi avanti di questa importante sfida, che ha come posta in gioco il futuro.
Info: www.grecodibianco.it
Testo/Renato Malaman – Foto/Renato Malaman e Google Immagini