Tra le diverse manifestazioni allestite a Bologna in occasione delle festività natalizie, spicca di sicuro interesse l’esposizione “Nativity – I Presepi di Ivan Dimitrov” allestita dal 16 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018 nell’elegante cornice di Palazzo Isolani, il cuore artistico della città, per la notorietà di questo ecclettico artista e per lo stretto rapporto che lo lega al capoluogo felsineo, soprattutto per quanto attiene proprio la rappresentazione figurata della nascita di Gesù. L’evento assume una rilevante importanza anche per il fatto che, pur essendo stati esposti in questi anni singolarmente presso prestigiose sedi di varie città d’Italia, l’intera esposizione dei presepi di Dimitrov manca a Bologna dall’ormai lontano 2009, anno dal quale la rassegna si è andata arricchendo di svariati pezzi, per cui si ripresenta al pubblico petroniano in veste decisamente rinnovata. Nativity comprende infatti oggi oltre 300 sculture in terracotta collegate al tema della Natività, di dimensioni dai 30 ai 50 cm di altezza, modellate a pezzo unico. Alcune si presentano composte in piccoli gruppi tematici, altre sono inserite in imponenti e ricercate scenografie (fino ad oltre 4 m di lunghezza), dedicate idealmente ai grandi maestri della storia dell’arte come Leonardo, Durer, Rubens e Brueghel, artisti dei quali Dimitrov ha interpretato con la sua scultura alcuni dei quadri più famosi.
Ivan Dimitrov (da non scambiare con l’omonimo ex calciatore della nazionale bulgara), pittore, scultore, incisore, autore di basso rilievi, acqueforti, presepi, statuine, bronzi e quadri, si presenta come un artista ecclettico, non facilmente classificabile. Nasce in Bulgaria nel 1958, quando il mondo è ancora diviso in due dal Muro di Berlino e dalla Cortina di Ferro, con pochi contatti reciproci. Geniale, spirito irrequieto e ribelle, vive male sotto il giogo comunista, e come artista fa fatica ad esprimersi nei rigidi canoni sovietici. Giovanissimo lascia la terra natia per l’Italia, considerata crocevia artistica tra Oriente ed Occidente; studia e lavora tra Venezia, Firenze, Milano e Roma, non disdegnando di frequentare i circoli culturali delle capitali europee, ma sceglie di vivere a Bologna, città minore a misura d’uomo ma ricca di fermenti artistici e culturali, grazie anche alla presenza di un quinto della popolazione formata da giovani universitari. Comincia ad esporre le sue opere in prestigiose sedi cittadine, come Palazzo Re Enzo, Palazzo Isolani e al Barracano, sintetizzate in preziosi volumi che fanno il giro del mondo, raccogliendo apprezzamenti da parte di pubblico e critica, mentre sue opere cominciano ad essere acquistate da collezionisti e musei. Nel 2014 è stato l’autore del Palio di Siena di agosto. Quando non è in giro per lavoro lo si può incontrare nello Studio d’Arte Santo Stefano (via Santo Stefano 52°, tel. 051 22 96 84, artesantostefano@artmail.191.it).
Sono stati due elementi peculiari dell’architettura e della tradizione culturale locale a fare innamorare Dimitrov di Bologna, elementi poi diventati preponderanti nella produzione dell’artista bulgaro: i portici ed i presepi. Bologna, come tutti sanno fin dai banchi di scuola, è la città al mondo di gran lunga con il maggior sviluppo di portici, bel 38 km entro le mura cittadine, pronti a salire a 53 includendo anche la periferia. I portici, che assieme a ciò che resta delle cento torri di epoca medievale rappresentano l’emblema della città, hanno una storia lontana e non sorgono affatto per caso. Sintetizzando al massimo, compaiono attorno al Mille (per l’esattezza nel 1041) per rispondere all’esigenza di nuovi spazi abitativi, dovuta al forte incremento demografico provocato dall’Università, con ingente afflusso di professori e studenti da tutto il mondo di allora, i quali portavano cultura, benessere e idee. Non potendo allargare le mura, i bolognesi pensarono di ampliare le abitazioni esistenti, aggiungendo camere sulle strade, prima sorrette da sporti e barbacani inclinati, poi sostituiti da travi e colonne, di legno all’inizio, poi di pietra o laterizio. Un editto del 1288 obbliga ad edificare palazzi con portici, dove possa transitare un uomo a cavallo. Ancora oggi si incontrano in centro diversi edifici con colonne o travi di legno, primo tra tutti Palazzo Isolani in Strada Maggiore, che ospiterà la rassegna di Dimitrov, splendido edificio romano-gotico eretto nel 1250 con colonne di quercia alte fino a 9 m. Ovviamente esentati i palazzi nobiliari.
Un secolo di portici hanno contribuito non poco a modificare ed a forgiare il carattere dei bolognesi: poter sostare a lungo, indifferenti a pioggia, vento, neve o sole da spaccare le pietre, e poi le attività umane come negozi, officine, laboratori, che nel portico spesso trovano una naturale continuità, hanno sicuramente reso i cittadini più aperti e cordiali, forse anche intriganti e chiaccheroni, ma sempre pronti a dare un’informazione o un aiuto al prossimo. Camminando per la città non troverete un portico uguale ad un altro, per altezza, larghezza, pavimento o colonne: qui la varietà e le differenze vengono considerate un pregio, non un difetto. E proprio dei portici più poveri e negletti, ma capaci di riflettere negli intonaci sbucciati e nelle tinte stinte luce, storia ed umanità, si è innamorato Dimitrov, ritraendoli nei suoi quadri di ceramica. Il portico più noto è il centrale Pavaglione, quello dello struscio e dei tiratardi, a fianco della basilica di San Petronio, tra l’Archiginnasio (prima sede dell’Alma Mater Studiorum) e la monumentale piazza Maggiore, il più lungo – 3.796 m, con un dislivello di 250 – quello che collega la città con il Santuario della Madonna di San Luca. Se un giorno mai Bologna sarà inserita tra i siti Unesco patrimonio dell’umanità, lo dovremo ai portici.
Sicuramente meno noti dei portici sono gli antichi presepi bolognesi, soprattutto settecenteschi – altro amore di Dimitrov – in quanto un’antica e plurisecolare tradizione si è andata ultimamente affievolendo. A differenza di altre scuole, le statuine felsinee risultano interamente scolpite e modellate, abiti compresi. In principio quello dei presepi era un ambito prevalentemente artistico, ma dal XVIII sec. vi si affiancarono anche botteghe di artigiani, specializzate nel realizzare le statuine per i presepi domestici. Per la vendita di queste figurine fu allestita la Fiera natalizia di Santa Lucia, sotto i capienti portici della chiesa dei Servi di Maria. Nella tradizione bolognese, ampiamente rinverdita dall’artista bulgaro, sono presenti alcune figure nuove e peculiari, quali la Meraviglia, il Dormiglione, la Curiosa e il Risveglio. I presepi scenografici in terracotta realizzati dal nostro artista, tra musiche appropriate ed effetti di luci, celebrano le atmosfere natalizie in un insieme unico di spiritualità e di umana fisicità.
Anche l’adiacente Corte Isolani, affacciata su una delle più suggestive e monumentali piazze d’Italia (Santo Stefano), sarà coinvolta nell’evento: durante il periodo natalizio esporrà in uno dei cortili un presepio d’ispirazione medioevale, appositamente realizzato da Dimitrov. Oltre a rendere omaggio a grandi pittori del passato, con questa mostra-evento l’autore personalizza, interpreta e ravviva una tradizione locale che nel Settecento, grazie ad artisti come Mazza, Piò, e Scandellari, fece di Bologna uno dei centri dell’arte presepiale.
Info: Palazzo Isolani, piazza Santo Stefano 16, www.mostradimitrov.com, tel. 329 22 69 750, ingresso 7,5 €.
Testo/Giulio Badini – Foto/Google Immagini