Oltre al territorio metropolitano continentale in Europa, la Francia possiede in giro per il mondo una serie di isole o di arcipelaghi, retaggio del passato impero coloniale, ancora legate alla madrepatria e note con il nome di isole d’Oltremare: si tratta di tredici diversi territori, per una superficie complessiva di quasi 120 mila km2 (il 17,8 % della Francia) e una popolazione di 2,65 milioni di abitanti (il 4 % dei francesi). Delle cinque isole più importanti e famose (Tahiti, Nuova Caledonia, Martinica, Guadalupe e Reunion), ubicate tutte in acque lontanissime tra di loro e dalla Francia, nonché diversissime tra di loro, risulta difficile decidere da quale iniziare per raccontarne il territorio. Sono tutte belle, uniche e diverse per la loro peculiarità. Già i loro nomi evocano terre lontane, remote e se qualcuno mi chiedesse quali di queste isole scegliere per trascorrere una vacanza, sarei davvero in difficoltà nel dare una risposta. Lo scorso 30 novembre a Milano, alla presenza del direttore Frédéric Meyer di Atout France, è stato presentato tutto ciò che di più bello possano offrire queste magnifiche isole e scoprire come mai, alcune delle quali, siano state scelte per vivere dai grandi artisti.
Appare davvero comprensibile la scelta lungimirante fatta da Paul Gauguin, quando “decise di andare a Tahiti per finire là la sua esistenza” Correva l’anno 1891. Aveva ragione: la luce, i colori, i fiori, i profumi, i sapori e la serenità dei suoi abitanti costituivano un vero e proprio paradiso terrestre. Del suo soggiorno alle isole Marchesi il pittore lascia una settantina di opere. Un itinerario sulle tracce di Gauguin ha come tappa obbligata la “sua” isola, Hiva Oa, la principale delle Marchesi, con la casa del pittore, la Maison du Jouir.
Tahiti, un paradiso intatto di ben 118 isole e atolli suddivisi in cinque arcipelaghi: isole della Società, isole Tuamotu, isole Marchesi, isole Australi e isole Gambier.
Tutte sparpagliate nell’Oceano Pacifico, compongono il più grande territorio marino del pianeta e si estendono su una superficie di oltre cinque milioni e mezzo di chilometri quadrati, tanto per rendere l’idea: grande quanto l’intera Europa. Le cime montuose, le barriere coralline, le lagune di sabbia candida, le spiagge circondate da palme e i lussuosi resort rendono, oggi come allora, questo luogo intrigante e pieno di fascino dove poter fare escursioni nella natura, a piedi, a cavallo, in quad o in jeep, attività acquatiche e molte scoperte culturali legate alle tradizioni con affascinanti leggende, balli sensuali e ritmi atavici come le spettacolari danze con il fuoco, e i giochi sportivi di antica memoria polinesiana. Qui non può certamente mancare il benessere e il riposo, basti pensare ai rinomati trattamenti polinesiani, come il tipico massaggio Taurumi, e le essenze al fiore di Tiare. E a tutto questo possiamo aggiungere le “Perle Nere di Tahiti” che nascono nelle acque profonde delle lagune polinesiane, dalle sfumature intense oscillanti dal grigio al blu, dal color melanzana al verde deciso su una base nerastra davvero unica. Oggi si trovano vere “fattorie delle perle nere”, oltre un migliaio, concentrate soprattutto a Takapoto, Hikueru e alle isole Gambier.
Chi avrebbe mai pensato di trovare una produzione di vino nel cuore del Pacifico, nell’arcipelago delle Tuamotu? Il vigneto, undici ettari, sorge a Rangiroa e il vino viene manufatto in un piccolo motu (isolotto) a un’ora di barca dal villaggio di Avatoru, dove la vigna sorge proprio in mezzo alle palme, in riva al mare, e si vendemmia due volte l’anno. Tre i vitigni, Carignan, Moscato d’Amburgo e Italia, da cui nascono vini rosati, bianchi e spumanti. Non solo Gauguin, ma molti altri artisti hanno soggiornato qui: scrittori come Pierre Loti, Melville, Stevenson, il poeta e cantautore Jacques Brel e Simenon.
Luoghi di sogno dai nomi incantati come Tahiti, Moorea, Bora Bora, Maupiti, che conquistano per la bellezza naturale leggendaria. Tant’è. In luglio 2017 è stata iscritta al Patrimonio Unesco Le Marae de Taputapuātea, sull’isola di Raiatea, sito sacro, una sorta di legame tra il mondo dei vivi e degli antenati.
Info: http://www.tahiti-tourisme.it/
La Nuova Caledonia si presenta con paesaggi spettacolari uno diverso dall’altro: montagne, lagune, pianure, foreste, savane e dulcis in fundo isole con ampie spiagge incontaminate. Situata a sud nell’oceano Pacifico, la Nuova Caledonia viene considerata il paradiso dei surfisti e dei subacquei, con la sua laguna più grande al mondo, che dal 2008 fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità (Unesco). Qui si trovano oltre 3.000 pesci rari, tra cui mante, dugonghi (mucche di mare), tartarughe, nonché luogo ideale per la nascita delle balene, oltre alla riproduzione di uccelli marini. La Grande Terre costituisce l’isola principale, lunga ben 500 km ed è attraversata da una catena montuosa. Si potranno esplorare i suoi territori in sella ad una bici, noleggiando un’auto, a cavallo o a piedi, scoprire così il simbolo della Nuova Caledonia, il cuore di Voh, disegnato in modo del tutto naturale dalle mangrovie, o incontrare i Kanak, gli indigeni che vantano una storia di oltre 30.000 anni. Mentre a Noumèa la capitale merita una visita il Centro Culturale di Tjibaou, progettato da Renzo Piano. Fiore all’occhiello dell’arcipelago è l’Isola dei Pini, con le sue acque cristalline e spiagge di sabbia bianchissima, dove il silenzio risulta davvero assicurato, distante 80 chilometri a sud est di NoumèaUn evento importante da non perdere è il festival Les Francofolies, fatto di musica, canzoni e danza tradizionale, che unisce Noumea a La Rochelle nella Francia continentale, in programma dall’8 al 10 settembre nella capitale della Nuova Caledonia.
Info: https://www.nouvellecaledonie.travel/fr
In Martinica l’estate dura praticamente tutto l’anno: ventotto gradi di temperatura media costante, con gli alisei che soffiando dall’Atlantico rinfrescano piacevolmente l’aria. Con i suoi quattrocentomila abitanti, dove s’intrecciano genti (provenienti dall’Africa e dall’India), storie, culture e tradizioni ne fanno un popolo multietnico molto accogliente. Collocata nel cuore dei Caraibi, fa parte delle piccole Antille o isole del vento, fra il Mar dei Caraibi e l’Atlantico. Si presenta come un’isola piena di paradossi e di contrasti, e sono proprio questi ultimi a renderla ancora più affascinante e attraente agli occhi del visitatore: oltre alla scoperta dei delfini e delle spiagge; delle foreste tropicali dalla vegetazione rigogliosa; praticare la pesca con le reti; assistere alla deposizione delle uova delle tartarughe; scoprire la cucina creola molto varia e ricca di sapori; il caffè, scoperto proprio in Martinica, e il rhum, l’unico al mondo ad avere ottenuto la doc dal 1996, e le distillerie aprono le porte ai visitatori, come la distilleria Clément a Le François che offre un vero viaggio nel tempo nel suo dominio classificato monumento storico. Essendo la Martinica un dipartimento d’Oltremare della Francia fa parte a tutti gli effetti dell’UE (Unione Europea), quindi vi si può circolare con la sola carta d’identità valida per l’espatrio e pagare tutto in euro.
Info: www.martinique.org
L’arcipelago della Guadalupe si trova nelle Piccole Antille, nel cuore dei Caraibi, ma costituisce territorio francese perché fa parte del dipartimento d’Oltremare della Francia. Insomma un angolo di Europa nei Caraibi. Vanta tre isole principali: la Basse-Terre con il suo spettacolare vulcano della Soufriere, immerso in un ampio parco nazionale, il settimo di Francia, fra spettacolari cascate; la Grande-Terre, con la sua architettura multiforme e le sue splendide spiagge di sabbia bianca; infine Marie-Galante con i più famosi rhum del mondo e altre specialità gastronomiche. Possiede però anche isole minori, quali Les Saintes, l’incantevole baia di Terre-de-Haut fra le più belle del mondo, la Desirade, un’eccezionale riserva geologica e quella sorprendente naturale di Petite Terre, dalle mille sfumature di blu. Da vedere assolutamente a Basse-Terre il Parco Zoologico della Guadalupa con ottantacinque specie animali, fra cui l’iguana dei Caraibi e il Ti racoon, l’orsetto lavatore, e visitare il Museo Schoelcher a Pointe-à-Pitre, il più antico museo della Guadalupa e il primo della Francia d’Oltremare inaugurato nel 1887, che aprirà le porte, ampliato e con un nuovo allestimento, a fine 2018: arte, storia, mostre temporanee, conferenze, eventi.
Rappresenta invece il sogno di tutte le donne immergersi nei profumi del Jardin de la Rencontre, il nuovo spazio ecologico di 15.000 mq dedicato alle piante medicinali e alla fabbricazione di preziosi oli essenziali, così come trascorrere una giornata alla riserva naturale della Petite Terre, scrigno di sabbia dorata e laguna blu, a bordo d’imbarcazioni tradizionali, con pausa barbecue a base di pesce e Ti Punch. Gustare i sapori locali nel nuovo ristorante La Table d’Amelie a Saint François. Da visitare il Memorial ACTe, a Grande-Terre, centro culturale e museale sulla storia della schiavitù, che si è aggiudicato il Premio Museo 2017 dal Consiglio d’Europa. Scoprire tre autentiche distillerie artigianali a Marie-Galante, per degustare i migliori rhum del mondo; immergersi nelle acque turchesi di Les Saintes, per esplorare i fondali marini partendo dalla splendida spiaggia del Pain de Sucre. Infine creare degli incredibili e unici bijoux con le pietre semi-preziose della Riserva Geologica di La Desirade, l’isola più antica dei Caraibi. Da non perdere il Carnevale, che a Guadalupa dura ben due mesi.
Info: www.leisolediguadalupa.it
L’ultima nell’ordine, ma non certo per importanza, la Réunion, l’isola più esotica, più intatta, autentica e grandiosa, nonché la più speziata. Un patrimonio naturale immacolato costituito da tre straordinari “circhi montuosi”: Mafate, 95 kmq, Cilaos e Salazie, non a caso dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Molte sono le attrattive dell’isola, in primis la gente del luogo, sempre accogliente, cordiale e ospitale. Infatti lo “spirito della Réunion” è proprio quello di unire tutti coloro che arrivano qui, nel cuore dell’oceano Indiano, crocevia di genti e culture. Non solo. Qui troviamo il vulcano del Piton de la Fournaise, uno dei più attivi del mondo, il quale quando entra in eruzione offre uno spettacolo davvero emozionante, così come le acque turchesi e cristalline della laguna della costa ovest. Ammirare il levar del sole e le prime luci del giorno sui siti grandiosi dell’est dell’isola e gli altopiani, il punto migliore per contemplare tutta la grandiosità del Piton des Neiges. Inoltre osservare il cielo luminoso della Réunion dall’osservatorio astronomico Des Makes, nel sud dell’isola.
Il profumo di vaniglia qui si percepisce nell’aria in modo incredibile, la sua essenza è tangibile dappertutto perché la sua produzione fa parte della storia dell’isola. Le prime piante di vaniglia infatti sono state introdotte agli inizi del XIX secolo, quando l’isola si chiamava Bourbon (ecco perché si chiama Vaniglia Bourbon), indicazione rimasta nel marchio ufficiale della vaniglia prodotta qui. La coltivazione, nel cuore delle belle foreste dell’isola, risulta ancora oggi un’attività familiare che si trasmette di generazione in generazione. Da scoprire l’eccezionale “Vaniglia blu” coltivata a Saint Philippe.
L’inverno australe, da giugno a settembre, rappresenta la stagione ideale per il whale watching, il quale alla Réunion si effettua in modo sostenibile, secondo una carta ufficiale aggiornata nel 2017 a cui si attengono tutti gli operatori che propongono “incontri ravvicinati” con i cetacei, garantiti dal marchio di qualità O2CR. Oltre alle bellezze naturali, l’isola offre anche appuntamenti culturali e musicali, da non perdere quello di maggio 2018: Les Electropicales, festival di musica elettronica con artisti provenienti da tutto il mondo, e l’imperdibile Sakifo Musik Festival di giugno 2018: tre giorni a Saint Pierre in riva all’oceano dove vengono presentati diversi stili musicali, per tutti i gusti. Info: https://www.reunion.fr/
Tour operator specializzati sulle destinazioni: Seven Days di Torino, tel. 011/3271476
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Info: www.france.fr. www.atout-france.fr
Testo/Anna Maria Arnesano – Foto/Serge Gelabert, Ludovic Ismael, Luc Perrot, Emmanuel Virin, Sebastien Conejero, Eric Lamblin