Il Carnevale rappresenta una delle festività più sentite e vissute in Slovenia, giovane nazione aperta e moderna ma al tempo stesso ancora piuttosto legata alle sue antiche tradizioni, molte delle quali connesse al mondo contadino e ai cicli stagionali della terra. Alcune affondano le loro radici lontano nel tempo, a parecchi secoli fa, un’epoca in realtà dove non c’era tanto da stare allegri per la miseria, le carestie, le lotte tra signorotti locali e le frequenti incursioni da parte dell’esercito turco, che costringeva gli inermi villici a cercare rifugio nei castelli, nelle foreste o nelle grotte del circondario. Ma questi pericoli evidentemente non facevano passare il buonumore agli sloveni. Anzi. Tra le numerose manifestazioni organizzate per festeggiare il Carnevale, tre spiccano in particolare per l’elevata partecipazione di pubblico e per l’antichità delle maschere locali: si tratta della Kurentovanje di Ptuj, la graziosissima città storica sulle rive della Drava, del Pust Karneval di Cerknica, sul lago omonimo non lontano dalle celebri Grotte di Postumia (Postojna), e della Laufarija di Cerkno, paese collinare nei pressi di Idrija. Minore, ma singolare, la celebrazione di Dreznica, nei pressi di Caporetto/Kobarid.
I Kurenti sono complessi e pesantissimi costumi di pelle di pecora a cui sono appesi campanacci da mucca, che fanno suonare saltellando ritmicamente, con calze colorate e stivaloni, grandi copricapo di pelliccia decorati con piume, rami, corna e striscioline colorate. La maschera di cuoio che copre il viso ha le aperture per occhi e bocca orlate di rosso, un naso a forma di tronco, fagioli bianchi per denti e una lingua di cuoio rossa lunga fino al petto. Essi si muovono in gruppo di casa in casa, accompagnati da altre figure carnevalesche, spaventando gli spiriti maligni con il rumore dei campanacci e con bastoni che portano sulla cima aculei di porcospino. I Kurenti rappresentano un po’ un emblema nazionale: figurano sui francobolli, partecipano a parecchie manifestazioni folcloristiche anche all’estero e possono essere ammirati per tutto l’anno nell’apposita sezione del museo ospitato nel castello cittadino.
Ptuj, città museo sulle rive della Drava, è forse la più bella città d’arte e la più antica della Slovenia. Fondata dai Romani con il nome di Poetovio, era uno dei maggiori centri sulla strada della Pannonia, tanto importante da arrivare a contare 40 mila abitanti (il doppio di oggi) e da fare eleggere proprio qui l’imperatore Vespasiano. Il suo centro storico dalla netta impronta medievale, ricco di resti romani, chiese, monasteri, musei e dominato dal sovrastante elegante castello rinascimentale asburgico, viene tutelato come monumento nazionale. Il corteo mascherato di Ptuj, con gruppi di maschere provenienti anche dall’estero e parecchi carri allegorici, è il più importante e il più seguito del paese, lo scorso anno da 120 mila visitatori. La 58° edizione del Kurentovanje, si svolgerà tra il 2 e il 13 febbraio, quando i Kurenti cominciano a fare suonare i loro campanacci. Il Grand Hotel Primus 4 stelle di Ptuj (www.sava-hotels-resort.com) per l’occasione propone soggiorni a partire da 54,00 € a notte in doppia, con accesso alle piscine ed alle saune del parco termale.
La maschera emblema di Cerknica, di cui si trova traccia in documenti del 1551, è data da Ursula, una vecchia brutta e gobba con un solo dente e un solo seno, sempre a cavalcioni dell’inseparabile scopa, progenitrice e capostipite di tutte le streghe. Le streghe di Cerknica hanno un fondamento che travalica la credenza popolare. Il grande storico seicentesco Valvasor racconta infatti di processi e di esecuzioni avvenute durante la Riforma, indicando proprio questa località carniolana come epicentro della caccia alle streghe. Ci sono poi altre maschere caratteristiche, come il drago che nasce dal lago, lo spazzacamino, l’orso, la morte, il diavolo e i Butalci, gli stupidi abitanti del paese immaginario di Butale ideatori delle più stravaganti idiozie. Il carnevale per Cerknica è sempre stato un momento importante: in passato, ad esempio, i matrimoni si celebravano quasi tutti in questo periodo. Cerknica si trova sulle rive del Cerknisko jezero, il lago Circonio di antica memoria, il più esteso della Slovenia con una superficie di 26 chilometri quadrati. Quando c’è. Perché si tratta di un corpo idrico decisamente bizzarro, per l’esattezza intermittente secondo un preciso termine tecnico (anzi il lago intermittente più famoso del mondo, citato in tutti i trattati di geologia e di idrologia), nel senso che sparisce e compare secondo l’andamento delle piogge. Per un complesso meccanismo che fa impazzire gli studiosi da duemila anni, il polje di Cerknica si allaga in genere nel tardo autunno, consentendo di pescare ingenti quantità di carpe, lucci, tinche e cavedani, e si svuota nella tarda primavera quando vi pascolano le mucche, utilizzando alternativamente le stesse bocche sotterranee come sorgenti e come inghiottitoi. Da sempre i locali fanno come professione i pescatori e i contadini, secondo la stagione, e tengono l’aratro a fianco della barca. Una dimostrazione della curiosa metamorfosi idrica del lago viene fornita dal plastico attivo del museo Jezerski hram nel vicino villaggio di Dolenje Jezero. In un territorio dove la natura risulta capace di fare simili scherzi, non deve meravigliare se anche gli uomini hanno voglia di scherzare, almeno durante il periodo del carnevale. Oltre al singolare lago intermittente, nei pressi di Cerknica si possono visitare il Parco speleologico di Rakov Skocjan, la grotta Krizna Jama con ventidue laghetti sotterranei e il cinquecentesco castello di Sneznik, uno dei pochi giunto intatto fino a noi con arredi originari. Dall’ 8 al 14 febbraio le strade del paesino carniolano saranno invase da streghe e stregoni, animali palustri e diavoli guidati dalla strega per antonomasia Ursula. Poi il 14 il Pust, il Carnevale, muore, bruciato su un apposito rogo e gettato in un torrente.
Anche le maschere di Cerkno affondano le loro radici nel tempo e impegnano seriamente gli abitanti: i costumi, veri capolavori artigianali costruiti con materiali poveri locali come legno, foglie, pigne, paglia e muschio, debbono infatti essere rifatti tutti gli anni. La famiglia dei laufarji comprende 24 personaggi: tutti, salvo uno, portano sul viso una maschera intagliata nel morbido legno di tiglio, l’albero nazionale, con sembianze assai realistiche. La figura centrale è il Pust, il Carnevale, che indossa una maschera cornuta e un costume pesante fino a 60-80 chilogrammi; ogni anno viene condannato a morte dopo un processo burla che dura una mezza giornata. Oltre al Carnevale egli personifica l’inverno ed è al tempo stesso responsabile di tutte le cose negative capitate durante l’anno. Altri personaggi di spicco sono il Giudice, a cui viene affidata l’inevitabile sentenza di condanna del Pust, l’Edera e la Margherita, i cui volti giovani e sorridenti rappresentano la vita nuova che risorge con la primavera, il Vecchio e la Vecchia, una coppia sempre unita con lei perennemente intenta a scopare con l’inseparabile scopa di betulla i malanni e le avversità dell’inverno e lui, il capo riconosciuto dei laufarji, a cui spetta il compito fondamentale di uccidere il Pust con una mazza di legno estratta da sottoterra. Non mancano poi altre figure come il fornaio, il boscaiolo, il costruttore di tetti di paglia ma anche personaggi caratteristici come l’ubriacone, lo scorbutico, il malvagio, i ricconi, lo storpio con l’organetto, ecc. Uno spaccato sociale valido per un microcosmo contadino. Da non dimenticare infine i tre terjasti, che con i loro costumi sfilacciati e i nodosi randelli sorvegliano il Pust e terrorizzano i bambini.
La Laufarjia per Cerkno è sempre stata una cosa seria. In passato la compagine possedeva infatti beni e terreni e ancora oggi, oltre ad occupare gran parte del museo locale, impegna un gran numero di giovani per parecchi mesi, sia nell’apprendere il rigido rituale, che nel costruire i costumi in quanto, essendo fatti di foglie, pigne, paglia e muschio incollati, debbono essere rifatti ex novo ogni anno. Basti pensare che per il solo costume dell’Edera, uno dei personaggi, occorre cucire non meno di 8-10 mila foglie di edera. I dintorni di Cerkno offrono non poche attrattive per i turisti. A 1300 metri di quota si trova la stazione sciistica di Javornik Crni Vrh dotata di 2 seggiovie, 4 skilift e 9 km di piste battute, in parte anche con neve artificiale (www.ski-javornik.si). La frazione di Raven ospita la Grotta delle Aragoniti, una cavità naturale lunga 700 metri splendidamente adorna di incredibili concrezioni cristalline di questa rara varietà di calcite bianca. A 5 km dal paese, nella suggestiva gola del torrente Pasica, si trovano infine i 15 edifici dell’ospedale partigiano di Franja, una struttura mantenuta segreta per anni e che durante l’ultima guerra offrì ospitalità e cure ad oltre 500 partigiani feriti. La Laufarija di Cerkno, appartenente al patrimonio immateriale della Slovenia, si svolge dal 10 al 13 febbraio.
Molto antico, risalente addirittura ad epoca pagana, anche il Carnevale di Dreznica, in programma il 10 febbraio, piccolo villaggio alpino nell’alta valle dell’Isonzo a due passi dalla celebre Caporetto/Kobarid, che vive di pastorizia e agricoltura tra cime alpine, tra cui il Monte Nero. Alla festa possono partecipare soltanto i ragazzi celibi, con maschere di legno da loro stessi intagliate, tramandando il vivace patrimonio di generazione in generazione. I giovani si dividono tra Ta Lepi (i Belli) e Ta Grdi (i Brutti)e assieme anche ad altre maschere si recano in processione a visitare ogni casa del borgo, portando ai locali gli auguri ballando, cantando e facendo ogni genere di scherzo. In cambio ricevono da bere, regali e denaro. La vera peculiarità del Pust di Dreznica è però costituita dall’inseguimento fatto dai Ta Grdi nei confronti dei bambini, per ricoprirli di innocua cenere secondo una antica tradizione. Se in paese c’è poco da vedere, nella vicina Caporetto si può visitare il Mausoleo dei Caduti italiani e il Museo della battaglia di Caporetto (www.kobariski-muzej.si), pescare, fare discese in canoa o rafting o torrentismo nel fiume Isonzo, oppure belle escursioni nel parco nazionale del Triglav, l’unico sloveno.
Info: Ente sloveno turismo, www.slovenia.info – milano@slovenia.info – tel. 02 29 51 11 87
ByTerreIncognite – Foto/Google