Nessuno ormai vuole più sbilanciarsi sulla data, e c’è da capirli visti i precedenti. Unica certezza, una volta ultimato, risulta il fatto incontrovertibile che si tratterà del più grande museo archeologico del mondo, non soltanto per la civiltà egiziana, ma proprio il maggiore in assoluto. Stiamo parlando del nuovo edificio in costruzione presso le piramidi di Giza, il Grand Egyptian Museum GEM, destinato a sostituire in toto l’affollato Museo Egiziano delle Antichità presente a Il Cairo in piazza Tahrir, in un edificio neoclassico rosso eretto alla fine del 1800. L’attesa in realtà sta durando da parecchio, troppo tempo, considerando che il progetto – sponsorizzato dall’ Unesco – risale al 2002 e doveva essere ultimato nel 2011; poi rivoluzioni, colpo di stato, crisi politiche ed economiche hanno finito per allungare incredibilmente i tempi, di rimando in rimando.
Ora i lavori sono stati completati al 70 % e c’è chi dice che finirà per aprire nel 2022, con una possibile apertura parziale entro quest’anno, o al massimo l’anno prossimo. Si è trattato in realtà di un’opera assai complessa: basti pensare che la sola progettazione ha comportato la seconda maggior competizione internazionale nella storia dell’architettura e che vi lavorano ben 5 mila operai, divisi in tre turni per coprire l’intera giornata. Intanto con i tempi sono lievitati anche i costi: da un preventivo complessivo di 700 milioni siamo già ad oltre il miliardo di dollari.
Intanto a fine gennaio si è diffusa una buona notizia: l’avvenuto trasferimento a Giza dell’ingombrante statua di Ramses II, alta 12 m e del peso di 83 tonnellate, collocata nell’atrio del nuovo edificio forse per dare il benvenuto ai nuovi visitatori. Questa novità potrebbe avvalorare l’ipotesi di un’apertura entro l’anno, magari ospitando i 4500 reperti dell’intero corredo funebre di Tutankhamon, il faraone giovinetto, che verrebbero esposti al pubblico tutti assieme per la prima volta dalla loro scoperta avvenuta nel 1922 nella Valle dei Re, compreso il suo letto di morte; ma non la sua mummia, che continuerà a rimanere, almeno per il momento, a Luxor. Sarebbe già un importante primo passo, capace di incominciare ad allentare la morsa dei turisti sulle strutture della capitale, ampiamente intasate.
Il museo cairota, di gran lunga il più ricco al mondo per la civiltà egizia, ha aperto nel 1902 in un edificio di dimensioni non eccessive, tanto che oggi espone – spesso l’uno su l’altro e non valorizzati come si converrebbe – ben 136 mila reperti, ma ancor di più ne annovera nei magazzini, mai portati all’ammirazione del pubblico. Basti pensare che del tesoro di Tutankhamon sono esposti soltanto 1.700 pezzi su 4.500. Tra quelli in visione ricordiamo, per importanza o bellezza, ben 27 mummie reali, la statua in diorite nera di Chefren, il volto elegante di Nefertiti, l’altare di Akenatom, il faraone eretico, la minuscola statuetta di Cheope e quella della mitica regina Hatskepsut. Conta tra 5 e 7 mila visitatori al giorno.
L’edificio di Giza, ubicato sulla Ring Road presso lo svincolo della tangenziale a 2 km in linea d’aria ad Ovest dalle piramidi, occupa una superficie di ben 480 mila mq (grande cioè come oltre 8 volte la Grande Piramide e ben 41 volte il duomo di Milano), dove troveranno posto sia l’area espositiva vera e propria che tutti i servizi accessori, quali biblioteca, laboratori di restauro, magazzini, un museo per bambini ed uno per visitatori disabili, un centro congressi, aree verdi e di ristoro, bar, ristoranti, negozi e parcheggi. Il megamuseo avrà una pianta triangolare (come triangolare è la figura geometrica delle piramidi), con la facciata anteriore in pietra traslucida d’alabastro, affacciata su una grande piazza con palme da dattero. Nell’enorme atrio si verrà accolti da imponenti statue, tra cui quella di Ramses II già collocata, mentre una rampa con gradini condurrà alle aree espositive e ad un piano panoramico con ampia visuale sulla necropoli di Giza.
E’ prevista l’esposizione di circa 100 mila reperti, di cui parecchi inediti, dal periodo faraonico al greco-romano ed a quello copto, provenienti non soltanto dal museo della capitale ma anche da altre raccolte e dai frutti significativi di recenti scavi, presentati secondo criteri tematici e una ambientazione nei contesti originali dove sono stati rinvenuti. Una volta a regime, sono previsti fino a 15 mila visitatori al giorno, una spinta non indifferente al turismo ed all’economia del paese.
Info: www.gem.gov.eg – www.egypt.travel – info.it@egypt.travel – tel. 06 48 74 219 –
Testo/Giulio Badini – Foto/Google Immagini