A Portofino, in uno dei luoghi più glamour del mondo e meta balneare per eccellenza per la clientela vip, sono arrivati – o più precisamente sono tornati – gli asini. Non quelli a due gambe, il che non costituirebbe affatto una notizia in quanto – soldi a parte – ci sono stati da sempre, ma proprio quelli veri in carne ed ossa, con quattro gambe e due orecchie lunghe, ormai scomparsi dalle nostre contrade a causa del progresso. Sono tornati, in quanto vista la conformazione geografica totalmente montuosa, ci sono stati sicuramente in passato come mezzo di trasporto, per essere impiegati quali accompagnatori turistici per i visitatori lungo gli 80 km di sentieri dell’omonimo parco naturale, posto alle spalle della celebre località mondana.
Per ora sono sei – quattro femmine e due maschi – e fanno parte di un accordo sperimentale di un anno tra l’Ente Parco e un agricoltore-allevatore locale – Carlo Capra – il quale nella propria fattoria di Nozarego (frazione a monte della confinante Santa Margherita Ligure) alleva asini da impiegare nei lavoro dei campi ma anche a scopo ludico e terapeutico – sulla scorta degli ormai affermati esiti positivi dell’ippoterapia nella cura di patologie fisiche o psichiatriche – o come accompagnamento turistico. Dopo decenni in cui gli asini hanno da parecchie parti rischiato l’estinzione, in quanto non più utilizzabili come strumenti di lavoro, così come è stato in passato per millenni, oggi stanno leggermente riprendendo quota grazie ad una nuova funzione, il trasporto di persone e/o bagagli in escursioni e trekking anche di più giorni su terreni accidentati, a passo lento ed a stretto contatto con la natura.
Caratteristiche che si riscontrano in pieno nel Parco naturale regionale di Portofino, totalmente montuoso, con i tre paesi (Camogli, Santa Margherita Ligure e Portofino) come porti sull’incantevole Mar Ligure, con fitta boscaglia fino alla massima sommità del monte di Portofino, a 610 m. Le strade che vi penetrano sono – per fortuna – poche, e comunque limitate ai bordi, il resto è costituito da una rete di 80 km di sentieri in mezzo alla vegetazione, spesso parecchio ripidi. L’accesso avviene soltanto a piedi, via terra o via mare. Ciò nonostante, si tratta di una delle aree naturalistiche più visitate della penisola, per gli stupendi panorami nel verde tra mare e collina, le peculiarità naturalistiche ed artistiche, l’inserimento in un’area a forte densità demografica e la relativa vicinanza a grandi metropoli come Genova, Milano e Torino, ed infine per il fatto di poter essere climaticamente accessibile per tutto l’anno.
Il parco, ubicato sulla Riviera di Levante a 30 km ad est di Genova, tra i golfi Paradiso e Tigullio, occupa la principale sporgenza montuosa della Liguria sul mare, dal borgo di Camogli a Punta Chiappa e poi da Santa Margherita Ligure e Portofino fino alla Punta del Faro. Copre una superficie protetta di 31 kmq – una delle più ridotte d’Italia – di cui 18 a terra e 13 con l’annessa riserva marina. Possiede una delle maggiori varietà floristiche del Mediterraneo, con tipica vegetazione mediterranea nonostante la latitudine, fitto sottobosco e boschi di castagno, nocciolo, carpino nero, pino, leccio, corbezzolo e ulivo. Ricca l’avifauna, con specie silvane, rapaci e marine assieme; tra i mammiferi intrusivi i cinghiali, e poi volpi, tassi, ricci e faine, scoiattolo rosso e capre domestiche rinselvatichite. I fondali offrono una delle migliori biocenosi marine dell’Alto Tirreno. Pregevole da punto di vista scenografico, storico ed artistico l’isolata abbazia benedettina di San Fruttuoso, del X sec., pantheon della famiglia genovese dei Doria, preceduta dal Cristo degli Abissi, e poi rinomate in tutto il mondo per le loro peculiarità paesaggistiche Portofino e Camogli.
Quello di Portofino è uno dei parchi più vecchi d’Italia. Venne creato infatti nel 1935, un’epoca dove non era certo precipua la preoccupazione ambientale, come reazione all’intento di creare una strada che avrebbe dovuto attraversarlo da parte a parte. Fino ad un paio di mesi fa costituiva un po’ il fiore all’occhiello dei parchi naturali regionali della Liguria, messo in ombra soltanto dal non distante Parco delle Cinque Terre, quello però parco nazionale. Ma dal 23 dicembre 2017 anche Portofino è stato elevato dal Parlamento, assieme a quello molisano del Matese, al rango di parco nazionale, diventando il 27° d’Italia. Plauso degli ecologisti per le aumentate protezioni ? Tutt’altro, anzi polemiche a tutto spiano da parte delle principali organizzazioni protezionistiche, in quanto con questo passaggio Portofino finirebbe per godere di minori finanziamenti rispetto a prima, mentre aumentando il numero dei parchi nazionali senza aumentare in proporzione anche la dotazione finanziaria, ognuno finirà per prendere meno soldi di prima, già allora insufficienti. Purtroppo tra i nostri governanti continuano ad essere sempre troppi quanti pensano che con la natura non si mangia. Nella nazione capace di vantare la maggiore biodiversità d’Europa.
Sempre a proposito di asini nel Tigullio, vogliamo segnalare anche che dal 19 al 25 marzo 2018 si svolgerà a Santa Margherita Ligure la “Settimana Asino Amico”, organizzata dal comune assieme ad Asineria Aria Aperta di Reggio Emilia, totalmente incentrata su un nuovo rapporto animali-uomini, adulti e soprattutto bambini, dove tutti potranno utilizzare l’asinobus per passeggiate in città ed escursioni nel territorio circostante. Info: www.livesanta.it/settimana-dell’asino-amico-2018/
Info: www.parcoportofino.it – info@parcoportofino.it – labter@parcoportofino.it –
Tel. 0185 28 94 79 – 3480 12 25 56 – 3480 18 25 57
ByTerreIncognite – Foto/Google Immagini