Tra panorami suggestivi sulla Great Rift Valley, all’ombra del monte Kenya e di Old Donyo Sabache, si sviluppa un breve ed intenso itinerario esplorativo, tra Safari presso riserve naturali dove gli animali endemici vivono sovrani, vicino il confine settentrionale con l’Etiopia, Culla dell’Umanità, in cui vivono etnie che conservano ancora tradizioni e culture sociali antiche. Lungo le sponde del Lago Turkana, chiamato localmente Mare di Giada per il colore delle sue acque e l’eccezionale avvistamento dei miraggi, ogni anno le tribù che vivono nell’area si riuniscono per il Lake Turkana Cultural Festival, dando corso ad originali performances, mettendo da parte differenze tradizionali etniche ed istinti aggressivi. Il Festival si svolge a Loiyangalani, piccola località sulla costa sud orientale del Turkana in Kenya; in lingua Samburu il suo nome significa “Luogo dai molti alberi” e ospita, tra le altre, la tribù quasi estinta degli El Molo. Gli abitanti del villaggio si dedicano principalmente alla pesca, al turismo e alla ricerca dell’oro.
Dal giugno 2008 Il Festival è diventato un evento annuale, distinguendosi come una manifestazione di 2/3 giorni che, come un assaggio autentico dell’anima dell’Africa, raduna tutte le 14 comunità etniche viventi nella contea di Marsabit (El Molo, Rendille, Samburu, Turkana, Dassanatch, Gabbra, Borana, Konso, Sakuye, Garee, Waata Dasannach, Burji, Pokot e Somali), celebrandone le ricche culture. Esso si celebra ogni anno tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, seguendo il calendario lunare, in coincidenza della luna piena e dopo il Ramadhan. L’evento risulta caratterizzato da performances uniche rispecchianti le tradizioni culturali delle 14 comunità etniche, con la particolare rappresentazione dei loro usi, tradizioni e spettacolari costumi tradizionali, le arti e l’artigianato, le danze e la musica (che colpiscono il visitatore per la ricchezza, modi di vita autentici, i vistosi effetti ornamentali, gli oggetti d’arte e le tecniche artigianali peculiari), costituendo un’esperienza unica ed affascinante, in particolare alla luce delle straordinarie caratteristiche geografiche e delle limitate conoscenze generali sul Lago Turkana e la Contea di Marsabit. A prima vista questo può sembrare un programma di intrattenimento culturale leggero, ma l’evento racchiude un obiettivo più profondo. Il Festival Culturale infatti offre a tutta le comunità locali un’opportunità per l’interazione culturale, l’armonia, la coesione, l’integrazione, la cooperazione e il commercio. L’obiettivo principale sottostante, dunque, è stato e continua ad essere quello di promuovere la pace e la concordia tra i popoli.
Il comun denominatore tra queste popolazioni risulta essere la costruzione delle loro case, chiamate Manyattas. Esse consistono in uno stile modulare di architettura che segue alcune regole fondamentali, per mantenere le famiglie e il loro bestiame al sicuro. Al centro vengono custoditi gli animali più giovani o di piccola stazza (capre, agnelli, vitelli), recintati da una parete di frasche e spine. Attorno ad essi sorge un certo numero di piccole capanne, a loro volte recintate da una grande parete perimetrale di spine (con un ramo tirato oltre gli ingressi di notte), atte a delimitare il villaggio, al cui interno sono custoditi gli altri animali di stazza più grande: bovini, cammelli e asini. Le Manyattas sono costruite dalle donne partendo da zero, fin dalle loro fondamenta. Esse variano in prospettiva per forma, dimensione ed elementi costruttivi.
Gli elementi più comuni sono ramoscelli, sterco di vacca, canne e terra. Si potranno anche ammirare pezzi unici di moda, costumi e gioielli, indossati in particolare dalle donne. Le perline costituiscono l’elemento dominante utilizzato e i loro colori sono brillanti per richiamare l’attenzione, come il giallo-brillante, il rosso, il verde, il bianco, il blu, ecc. Le forme variano (rotonda, ovale, rettangolare) per comporre i favolosi monili da collo, da mano e per capelli, sia per uomini che donne. Le donne mostrano come alcuni dei loro abiti sono ricavati dalla pelle di capra o mucca, con colori diversi dal nero al marrone. Le diverse comunità amano ballare e durante i festeggiamenti si organizzano spesso tipologie di balli legati ognuno ad un evento specifico della loro vita. Le loro danze consistono principalmente nel battere le mani, battere i piedi per terra e fare alcuni movimenti di spalle molto energici, in cui è facile essere coinvolti, mentre i Samburu ostentantano il loro giocoso Jumping (un salto in alto, con scatti come una molla), ereditato dai cugini Maasai.
In un viaggio alla scoperta del nord del Kenya, immersi in una miriade di vivaci culture fra i tesori nascosti del Lago Turkana, soprattutto in occasione del Lake Turkana Cultural Festival, costituisce un evento meritevole di essere visto per la sua unicità e la promozione della pace tra queste affascinanti etnie. Un’esperienza di viaggio nel cuore dell’Africa non può che essere completata dagli emozionanti safari nei parchi e tra i paesaggi naturali di rara bellezza del Northern Frontier District (NDF), il quale attraverso il Kenya Equator Sign, segnalando sulla strada la linea di attraversamento dell’Equatore, conduce nel suo emisfero settentrionale.
La Samburu National Reserve, nell’omonima contea, è una riserva di caccia sulle rive del fiume Ewaso Ng’iro, confinante con altre due aree protette, la Riserva di Buffalo Springs e la Riserva di Shaba. Complessivamente queste tre riserve si estendono per circa 250 kmq e sono caratterizzate da un ambiente di boscaglia semi-arida, in prevalenza acacie, e da foresta rivierasca ricca di palme dum. Suoi animali endemici sono i cosiddetti Samburu Special Five: la giraffa reticolata, la rara zebra di Grévy, lo struzzo somalo, l’orice beisa e l’antilope giraffa o gerenuk; senza contare le specie in via d’estinzione come il licaone e la tartaruga Pancake. Con divertenti game drives risulta facile avvistare anche leoni, elefanti, antilopi dik dik, cobo, ippopotami, coccodrilli ed il tipico Horn Billedstork, un uccello ascritto alla famiglia delle cicogne con il tipico becco a scarpa, insieme a numerose varietà di altri uccelli.
Il South Island National Park, situato dentro il perimetro meridionale del Lago Turkana, costituisce una facile opportunità di bird watching, le cui osservazioni aviarie includono fenicotteri, pellicani e molti uccelli acquatici, oltre agli endemici coccodrilli del Nilo. Un parco piccolo ma delizioso sorge attorno al lago Baringo, sulle cui rive affiora il papiro e cresce una ben sviluppata foresta di acacia: un bel giro in barca consente facili avvistamenti di ippopotami, coccodrilli, lucertole Monitor e numerosi uccelli. Sulle sue sponde è anche possibile osservare i pescatori Njemps, originariamente dediti all’allevamento di bestiame e poi adattati alla vita del lago, diventando pescatori. Seduti quasi “a cavallo” della loro tipica canoa Ambach, fatta di papiro, vanno a pesca di tilapia, il pesce locale. Il rientro nella capitale Nairobi consente ancora facili ed occasionali game drives sul ciglio della strada. Questa è l’Africa, capace di rimanere nel cuore, per sempre.
La partecipazione al Lake Turkana Cultural Festival 2018, secondo l’itinerario sopra descritto, viene proposto dal 24 giugno al 2 luglio dal tour operator padovano “Viaggi Tribali” (www.viaggitribali.it/viaggio/kenya-mare-di-giada-viaggio-kenya/, – tel. 0429 17 60 736 –info@viaggitribali.it), specializzato in tour di interesse etnografico, culturale e naturalistico. Quote da 2.620,00 euro.
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Testo/Giuseppe Russo – Foto/Giuseppe Russo e Google Immagini