Ha aperto nei giorni scorsi a Fermo, nell’ex chiesta di San Filippo Neri (capolavoro pittorico che da solo meriterebbe un visita a questa elegante cittadina carica di storia, sulle colline marchigiane a soli 6 km dalle spiagge dell’Adriatico), e resterà aperta fino al 2 settembre 2018, la mostra “Il Quattrocento a Fermo. Tradizioni e avanguardie artistiche da Nicola di Ulisse a Carlo Crivelli”, promossa dalla Regione Marche nell’ambito di un progetto di valorizzazione del patrimonio culturale intaccato dai recenti eventi sismici e dal titolo “Mostrare le Marche”. La rassegna fermana, collocata per importanza come capofila, si svolge infatti in contemporanea con altre analoghe manifestazioni in programma a Macerata, Ascoli Piceno, Matelica e Fabriano.
La mostra si propone di raccontare un breve tratto di storia artistica della città, perduto nell’oblio del tempo. Vi sono esposte in totale una quarantina di opere di artisti locali quali Marino Angeli, Pierpaolo da Fermo, Paolo da Visso, formati e che hanno sviluppato i caratteri originali dello stile “appenninico” dei pittori del Girfalco. Si affiancheranno poi opere di altri pittori, documentati attivi a Fermo negli anni centrali del Quattrocento, accanto a sculture, oreficerie, tessuti, ceramiche e miniature, tutti palesi testimoni attestanti come la cittadina e il vasto territorio a lei sottomesso siano stati artefici dell’imponente fioritura del XV° secolo marchigiano. Essa si conclude con le opere dei fratelli Carlo e Vittore Crivelli, i quali nel 1468 provenienti da Venezia e dopo un attivo soggiorno in Dalmazia, fecero di Fermo e delle Marche meridionali il centro della loro splendida pittura. In particolare Carlo viene riconosciuto oggi dalla critica come il più importante artista attivo nel 1400 sulle due sponde mediane dell’Adriatico; influenzato in gioventù da Donatello, la sua arte si muove sempre in bilico tra novità prospettiche, intenso espressionismo e disegno incisivo da un parte, e dall’altro con un sontuoso decorativismo di matrice tardogotica.
Cinque le sezioni componenti il percorso espositivo: Fermo 1442 : Nicola di Ulisse da Siena al Girfalco; Rinascimento ed antico: toscani, veneti, tedeschi e fiamminghi dalle coste adriatiche all’Appennino; Pittori tardogotici alla metà del Quattrocento: Marino Angeli, Pierpalma e Lorenzo da Fermo; Fermo 1468-1479: la città di Carlo e Vittore Crivelli; Dalle chiese e dai castelli: miniature, oreficerie, tessuti e ceramiche. Alcuni importanti contributi provengono da fuori regione, come il Polittico di Sant’Entizio di Nicola da Siena, conservato a Spoleto, o il Cristo Risorto dello stesso autore, proveniente dal diroccato Museo di Castellina, e la Madonna in Umiltà, una Crocefissione di Andrea Delitio e il polittico di Massa Fermana, prima opera marchigiana dei Crivelli. L’ex chiesa ospitante rappresenta un capolavoro del barocco marchigiano, così come capolavoro può essere definito il quadro del pittore fiammingo Pieter Paul Rubens, l’unico presente nelle Marche e predecessore del barocco europeo.
Fermo, graziosa cittadina di origine picena prima e romana poi, piena di monumenti antichi, di chiese e di conventi (non a caso vanta la più estesa Diocesi della regione e d’Italia), domina dall’alto un panoramico territorio collinare, le cui cime risultano occupate da castelli e borghi storici fortificati, in passato dominio di signorotti locali spesso in conflitto tra di loro. Nel Trecento e Quattrocento ebbe una storia piuttosto travagliata, in quanto più volte arditi capitani di ventura, come Giovanni Visconti o Rinaldo da Monteverde, alla testa dello loro truppe mercenarie tentarono di diventarne signori, stroncando gli aneliti di libertà del popolo e del libero comune.
Nel 1443 il condottiero romagnolo Francesco Sforza, primo duca sforzesco di Milano, conquista le Marche, facendo di Fermo la capitale del suo ducato ed esercitando il potere dalla severa Rocca del Girfalco, ubicata sulla vetta della città. Nel 1442, in occasione delle nozze con Bianca Maria Visconti, duchessa di Milano, decide di ristrutturare – ingentilendolo – il Girfalco, chiamando i migliori artisti dell’epoca. Ma i modi tirannici del duca finirono per scatenare l’ira del popolo, che non trovò di meglio per manifestare tutta la propria contrarietà con la distruzione totale della rocca. E con essa se ne andarono forse i migliori capolavori della pittura e dell’architettura marchigiane del Quattrocento, cioè dell’inizio del Rinascimento a Fermo.
Info: la mostra è aperta in corso Cavour 25. www.sistemamuseo.it – tel. 0434 21 71 40 – fermo@sistemamuseo.it Per pacchetti turistici: www.turismo.marche.it –
Testo/ Giulio Badini – Foto/Google Immagini
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