Si è conclusa da poco l’edizione di quest’anno il Viaggio a Nantes (www.levoyageanantes.fr), la settima di un programma culturale itinerante che in luglio e agosto anima la città francese sulla Loira, ma l’eredità di questa manifestazione permane duratura e cambia il panorama della città, permettendo a chi la visita in una stagione meno affollata e più tranquilla come l’autunno di scoprire angoli più e meno noti, installazioni di opere d’arte, artisti di strada, musicisti, originali campi giochi a disposizione per basket, calcetto e ping pong, il tutto accompagnato naturalmente dalle ricchezze della gastronomia francese e dai vini della vicina DOC di Clisson. L’appuntamento ormai ricorrente ha cambiato l’offerta turistica della città è noto in tutta la Francia. Nacque per necessità da una convinzione: la necessità di reinventare un futuro sostenibile per una città sempre vissuta sui traffici marittimi e sulle attività industriali, e al tempo stesso la convinzione che la cultura costituisce un fattore di condivisione e creatività e una forte leva di sviluppo economico. I risultati ottenuti in questi sette anni fanno invidia a tante altre destinazioni italiane ed europee, alle prese con sfide molto simili: 70% di incremento di passeggeri in arrivo all’aeroporto e 64% di aumento del fatturato dell’offerta alberghiera, con un ritorno economico complessivo di oltre 50 milioni di euro spesi sul territorio nel solo anno 2017, con 80% dei visitatori provenienti dalla Francia e 20% dall’estero.
Tutto è riunito da una linea verde ben visibile tutto l’anno su strade e marciapiedi. Visitando la città a passeggio, in bicicletta o con un trenino, non si può non incontrarla. Segnata a terra in verde, si snoda in maniera tortuosa per circa 12 chilometri, mettendo in fila angoli insoliti o pittoreschi e grandi contenitori culturali, come il Castello dei Duchi di Bretagna e i musei più noti: il Museo delle Belle Arti, di Storia Naturale, dell’Abolizione dello Schiavismo (che proprio a Nantes aveva una delle sue basi di partenza), nonché il Museo di Giulio Verne. Lo scrittore è nato qui e sul trafficato porto fluviale ha immaginato i battelli protagonisti delle sue grandi avventure sui mari. Il percorso riscuote interesse tutto l’anno, anche se in estate il “Viaggio” si trasforma in un happening di spettacoli e installazioni nuove, spesso trasformate in permanenti per rimanere in seguito a far parte di un paesaggio urbano capace di rinnovarsi. Tra gli appuntamenti di maggior successo del 2018, oltre al festival di musica rock nel Castello, sono ancora visitabili la grande esposizione temporanea sui Vichinghi con il contributo del museo di Stoccolma, e le mostre personali di numerosi artisti contemporanei e anche di manga provenienti da tutta l’Asia.
La nuova vita della città di Nantes, sesta in Francia per popolazione, si riflette anche nell’architettura. Lasciato definitivamente l’aplomb un po’ parigino dei palazzi del XVIII e XIX secolo dei quartieri Feydeau e Graslin, la moda ha avuto un lancio da parte dall’archistar francese Jean Nouvel: ha progettato una costruzione modernissima sull’isola di Nantes per il nuovo tribunale, mentre quello precedente dall’architettura classica in pieno centro si è trasformato in un lussuoso albergo. L’intera isola di Nantes attualmente è oggetto di un’ampia operazione di rinnovamento urbano diretta dall’équipe di Alexandre Chemetoff. In posizione comoda sulla Loira proprio di fronte al centro, ma occupata da installazioni veteroindustriali fatiscenti e abbandonate, l’isola sta rinascendo con edifici inaspettati come Manny , che prende il nome dal mammuth protagonista del film L’Era Glaciale per il suo rivestimento esterno agitato dal vento. A pochi passi Les Machines de l’Ile è un complesso a metà tra un luna park e un laboratorio specializzato. Dalla valorizzazione di un diffuso e tradizionale savoir fair artigianale nella meccanica di precisione è scaturito un bestiario di macchine meccaniche bizzarre e di grandi dimensioni, le quali si muovono e camminano, come il grande elefante di 12 metri di altezza, 50 tonnellate di acciaio e di legno che si muovono con grazia portando in giro i visitatori.
Nantes fa anche da base di partenza per un’escursione in battello o in automobile in direzione ovest, lungo l’estuario della Loira verso l’oceano Atlantico e il porto di Saint-Nazaire, oppure verso nord per scoprire la Bretagna, regione di cui è stata l’antica capitale e con cui ancora mantiene legami culturali e affettivi. A sud si estende invece la Vandea, nota per le guerre di religione concluse nel 1598 dall’Editto di Nantes: fu questo a porre fine alla contesa con gli ugonotti. Oggi è una ridente regione agricola, con grandi vigneti estesi su oltre 11 mila ettari appena fuori dal capoluogo intorno al paese di Clisson dall’atmosfera molto italiana, per l’architettura in stile toscano degli edifici principali costruiti a fine ‘700. Dopo le distruzioni delle guerre di Vandea la sua fortuna fu di essere ricostruito con un piano regolatore ispirato dai fratelli Cacault, vissuti a lungo in Italia. In bella posizione alla confluenza di due affluenti della Loira, la Sèvre Nantaise e la Moine, si possono visitare i resti dell’antico castello che dal XV secolo domina Clisson dall’alto di un promontorio granitico. Ma qui si trova anche la sede dell’associazione Le Vignoble de Nantes, il posto migliore per far conoscenza con il muscadet, il suo cru più rappresentativo: una bella cantina si può visitare al Castello di Coing (www.vgc.fr)
Info: www.france.fr – www.nantes-tourisme.com –
Testo/Leonardo Felician – Foto/Leonardo Felician e Google Immagini
Foto d’apertura copy Jean Dominique Billand/LVAN
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