Il periodo tra fine settembre ed inizio ottobre costituisce la fine dell’estate, il momento in cui gli animali del bosco cominciano a pensare all’imminente migrazione o al prossimo letargo. Ma nei grandi boschi delle Alpi e degli Appennini questo è proprio il momento che per il re della foresta, il cervo, inizia la stagione degli amori, un periodo di frenetica attività non soltanto sessuale per questi eleganti ungulati. Inoltrandoci nel loro territorio al tramonto, si possono infatti udire suoni strazianti, ululati acutissimi e disumani da far accapponare la pelle: sono i bramiti, i richiami stagionali lanciati dai maschi in calore per sfidare gli altri consimili per la supremazia sul territorio e per il diritto alla fecondazione delle femmine, nonché a queste ultime per saggiarne la disponibilità.
Questo, tra l’altro, rappresenta anche il momento ideale per avvicinare questi ungulati, normalmente piuttosto timidi e schivi, troppo presi come sono dalle loro pene d’amore, fino a riuscire a fotografarli pure da vicino. Normalmente i giovani maschi vivono per conto proprio, o al massimo in gruppetti monosessuali. In autunno comunque si separano ed ognuno sceglie un proprio territorio, che difende con i lugubri bramiti dagli altri maschi: quanti oseranno sfidarlo verranno presi a cornate, con lotte ferocissime al colpi di palchi capaci di durare anche ore, fino allo sfinimento ed alla successiva messa in fuga definitiva. Allora i bramiti si trasformano in un segnale per le femmine del comprensorio in calore, un avviso che il campo è sgombro da intrusi e lì c’è un maschio dominante forte ed aitante, pronto a fecondarle. Succede spesso che un maschio si ritrovi con 5 – 10 femmine, un vero harem personale, da una parte un gran sollazzo ma dall’altro un notevole impegno ad accudire il branco.
Dopo il periodo degli accoppiamenti il neobranco cerca un luogo sicuro e tranquillo, dove trascorrere l’inverno e la gestazione. Prima della nascita di un bambi dovranno passare 260 giorni ed i cerbiatti resteranno con la madre fino alla successiva stagione degli amori quando i giovani verranno scacciati dai maschi adulti, affinchè non possano insidiare il loro harem. I cervi diventano sessualmente attivi il loro 3° anno di vita, e possono raggiungere una longevità di 10 – 15 anni. Un maschio adulto può arrivare a pesare fino a 200 kg, con un’altezza di 180 cm; per dimorfismo sessuale le femmine sono più piccole.
Sono parecchi i luoghi dove si possono udire i bramiti autunnali dei cervi, ed anche avvistarli piuttosto facilmente. In pratica tutti i grandi boschi italiani delle Alpi e degli Appennini, dal Piemonte al Friuli e fino alla Sardegna. A puro titolo indicativo possiamo segnalare in Piemonte il parco naturale La Mandria, alle porte di Torino, poi il parco naturale Orsiera Rocciavrè in val Chisone e il parco naturale del Gran bosco di Salbentrand, il parco naturale dell’Adamello – Brenta nel bresciano, il parco delle Dolomiti Bellunesi e i boschi dell’altopiano del Cansiglio in Veneto, il parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone nel Bolognese, le foreste Casentinesi tra Romagna e Toscana, nel parco nazionale d’Abruzzo – Lazio e Molise, poi giù giù lungo tutta la penisola fino alla cagliaritana Foresta dei Sette Fratelli in Sardegna, dove vive la sottospecie del cervo sardo.
Una delle aree privilegiate si trova nel Trentino – Alto Adige, regione che tutela il 30 % del proprio territorio, dove risiedono 10 mila esemplari di cervi, oltre a 27 mila camosci e 30 mila caprioli. Una curiosità: in questa regione alla fine del XIX secolo il cervo era considerato praticamente estinto, poi una naturale reintroduzione ha visto un forte incremento della specie. Qui, nelle valli di Sole e di Rabbi del parco nazionale dello Stelvio, il primo parco italiano, e poi nel parco naturale di Paneveggio – Pale di San Martino (dove si trova anche un’area faunistica dedicata ai cervi), si trova una delle maggiori concentrazioni. Le direzioni di questi parchi, o enti, cooperative e singoli ad esse collegati, organizzano in questi periodi escursioni notturne per ascoltare il bramito dei cervi ed avvicinare questi quadrupedi: basta cercare sui relativi siti e contattarli. Occorre tener presente che spesso le guide sono attrezzate con termocamere, apparecchi mediante i quali sarà possibile vedere le radiazioni infrarosse emesse dagli animali e scorgere così nel buio più completo la vita del bosco nel profondo della notte. Occorre essere attrezzati per il trekking d’alta montagna, con abiti comodi e caldi, cibo ed acqua. Molto utili binocoli ad elevata luminosità, e per chi fotografa un teleobiettivo medio-alto e cavalletto.
Info: Trentino Marketing, www.trentinomarketing.org – tel. 0461 21 93 10 e 21 93 20.
Ambiente Trentino, www.ambientetrentino.it – tel. 348 017 67 32 –
Visit Trentino, visittrentino.info.it –
Testo/Giulio Badini– Foto/Google Immagini