Esistono città capaci di affascinare grazie alla loro posizione, oppure grazie a monumenti riconosciuti universalmente, o anche grazie a caratteristiche che le rendono uniche. A volte invece, capita di visitare città che ti rimangono nel cuore e nella mente per il loro insieme, per i rapporti umani, per una miscela di qualità con le vie, i monumenti, la cucina, pur senza possedere qualcosa di unico. Una di queste risulta sicuramente Vilnius, la capitale della Lituania, una delle tre Repubbliche Baltiche insieme a Lettonia ed Estonia, famosa per un centro storico barocco fra i più estesi e meglio conservati d’Europa, patrimonio dell’umanità Unesco. La città si presenta attualmente molto tranquilla, e gli abitanti sono per la maggior parte molto contenti di far parte dell’Unione Europea, alla quale la città risulta ben collegata da voli di linea e low cost. I cittadini di Vilnius sono circa 550.000, in buona parte di origine lituana, anche se non mancano polacchi, russi e bielorussi, giunti qui durante il periodo sovietico. Manca invece la popolazione di origine ebraica, a causa delle terribili vicende del secolo scorso.
Vilnius ha origine come insediamento di alcuni tribù baltiche, a cui nei secoli X°-XI° si congiungono comunità slave ed ebraiche. Nel 1323 si evidenzia la presenza di un forte in legno, eretto sulla collina per volere del Duca di Lituania Gediminias. In epoca antica lo stemma della città era rappresentato dal leggendario eroe Titan Alkis, mentre trasporta la moglie Janteryte dall’altra parte di un fiume. Nel 1330, in seguito alla decisa cristianizzazione dell’area, vi fu la trasformazione dell’eroe in San Cristoforo, che in questo caso trasporta un Gesù infante al di là del fiume. In seguito vennero costruite splendide chiese, alcune delle quali ancora presenti in città, e tra il 1503 ed il 1522 le mura con nove porte e tre torri. Nel 1544 Sigismondo di Polonia stabilì a Vilnius la sua corte e nel 1579 venne fondata da Stefano I Bathory l’Università, per due secoli gestita ottimamente dai Gesuiti che ne fanno la più importante dell’area Est Europea. Nel 1655 la capitale venne però conquistata dai Russi e da loro saccheggiata e data alle fiamme, massacrando gli abitanti e decretando per essa un lungo periodo di declino; nel 1755 venne poi annessa direttamente alla Russia zarista. Il XX° secolo non fu poi certamente un periodo felice, con le successive invasioni tedesche e russe. Durante la seconda guerra mondiale i tedeschi massacrarono circa 100.000 abitanti, fra cui 70.000 ebrei (il 95% della popolazione di questa fede) e 30.000 polacchi, i quali costituivano l’élite locale.
Dopo la guerra il governo sovietico espulse le comunità polacche residue e trasferì al loro posto in città popolazioni sovietiche di altre regioni, così come avvenne d’altronde in altre capitali dell’est, per favorire la mescolanza con le popolazioni russe e sfavorire movimenti indipendentisti. Nel 1989 le cose però cominciarono a cambiare, con una pacifica manifestazione di popolo che legò tramite una catena umana ben 2 milioni di persone, le quali si unirono tra Tallin e Vilnius passando per Riga, per protestare contro l’occupazione sovietica. Oggi la fatidica giornata delle Repubbliche Baltiche viene ricordata nella Piazza della Cattedrale di Vilnius tramite una mattonella ornamentale con la scritta “Stebuklas”, ovvero miracolo, e che porta fortuna se le si gira intorno tre volte. L’11 marzo 1990 la Lituania dichiarò quindi l’indipendenza dall’URSS, scatenando la reazione sovietica portante all’invasione militare del gennaio 1991; nell’agosto dello stesso anno, con il crollo del regime sovietico, finalmente arrivò la libertà, con il riconoscimento dell’indipendenza. Da allora Vilnius ha preso sempre più i caratteri di una città dell’Europa occidentale e nel 2009 è stata nominata ‘capitale europea della cultura’.
La città può essere visitata tranquillamente in opposte stagioni, lasciando ricordi e sensazioni differenti: durante l’estate la vita si svolge all’aperto, tra gli innumerevoli dehors od in riva agli innumerevoli laghi presenti tutto attorno, magari facendo un bagno per rinfrescarsi dalle temperature capaci di raggiungere anche i 30°C. L’inverno al contrario si presenta solitamente molto freddo, ed è facile vedere i pescatori che praticano un buco nel ghiaccio di un lago per immergere gli ami, riscaldati, si fa per dire, dalla vodka. Le attrattive culturali a Vilnius sono numerose, a partire dalla Porta dell’Aurora, l’unica superstite dell’antica cinta muraria, la quale racchiude una cappella con un’immagine della Vergine Maria ritenuta sacra e taumaturgica. Da qui si procede per le strade del centro storico, attraverso percorsi suggestivi capaci di conservare l’atmosfera del passato, come quelli che si respirano nelle famose via Pilies, Vokiecù (del ‘400), ed il viale Gedeminas. Sicuramente da non perdere è la visita alla Cattedrale intitolata ai santi Stanislao e Vladislavo, edificata inizialmente sul sito di un tempio pagano e ricostruita più volte, fino ad ottenere l’attuale stile neoclassicista; da notare la torre campanaria, molto particolare e costruita nella piazza, separata dalla chiesa. A poca distanza si trova il Castello di Gedeminas, ristrutturato a nuovo da poco e ricco di esposizioni; da qui si può salire in cima alla collina dove è rimasto il Bastione esagonale del XV° secolo.
Lascia senza fiato il Museo del KGB, anche chiamato Museo delle vittime del genocidio. Il palazzo ospitò il quartier generale dei servizi segreti sovietici in Lituania dal 1940 al 1991, con l’eccezione degli anni di occupazione tedesca, quando qui avevano posto gli uffici della Gestapo. Le sale superiori sono ricche di fotografie e di documenti del periodo di occupazione; nei sotterranei si visitano invece le anguste celle, dove venivano rinchiusi gli oppositori al regime e le stanze di tortura, dove è possibile tuttora ritrovare i segni di questo terribile passato. Molto più rasserenante risulterà invece la gita al vicino castello di Trakai ed ai suoi laghi, visitabile con un fascino tutto diverso a seconda della stagione, e da integrare con una sosta culinaria al paese, dove risulta d’obbligo assaggiare i celebri Kubinai, grossi ravioli provenienti da una antica tradizione. Vilnius durante la sua visita risulta certo essere un gioiello barocco, da gustare camminando senza meta per il centro storico, attraversando strette vie e cortili nascosti, ammirando palazzi e chiese e degustando una cucina assai diversa dalla nostra, ma ugualmente molto piacevole.
Info: Ufficio del turismo della Lituania, www.lithuania.travel – info.lituania@aigo.it tel. 02 39 30 48 59.
Testo/Paolo Ponga – Foto/Paolo Ponga e Google immagini