Dieci anni fa, per l’esattezza il 13 dicembre 2008, iniziava in Italia l’era dei treni ad alta velocità, intendendo con questa definizione i convogli ferroviari capaci di viaggiare ad una velocità pari o superiore ai 250 km/h. Quel giorno infatti partiva il primo treno Milano – Bologna, capace di percorrere i 182 km di distanza nella metà del tempo impiegato in precedenza. Entro il dicembre 2009 la linea arrivava a coprire l’intera tratta Torino – Milano – Bologna – Firenze – Roma – Napoli e Salerno, venendo a costituire la più importante e significativa infrastruttura realizzata nel nostro paese dal dopoguerra, unitamente all’autostrada A1 Milano – Reggio Calabria. Oggi l’Alta Velocità ferroviaria in Italia sfiora i 1.500 km di sviluppo, essendosi aggiunte le tratte Roma – Bologna – Venezia, la Torino – Milano – Venezia, la Roma – Bologna – Verona, e poi la Roma – Puglia (Potenza e Taranto), la Roma – Mantova e la Roma – Genova, senza contare la dorsale adriatica Torino – Milano – Bologna – Ancona – Pescara – Bari e Lecce. 270 frecce al giorno, una ogni 15 minuti in partenza tra Milano, Roma e Napoli. Da allora l’Alta Velocità in Italia ha trasportato 350 milioni di cittadini, sei volte il numero degli abitanti totali.
Non si tratta soltanto di un’acquisizione tecnologica, ma di una innovazione entrata nella vita di tutti i giorni dei cittadini di una penisola troppo estesa in lunghezza e con una dorsale montuosa centrale – la catena degli Appennini – capace di accorciare le distanze tra nord e sud (e pure tra est ed ovest) e di avvicinare regioni, città e persone: in una parola di accorciare l’Italia. Oggi Milano e Bologna non distano più 182 km, ma appena un’ora di treno (e lo si può fare tutti i giorni andata e ritorno), Milano – Roma in poco più di due ore e mezzo (e si può fare in giornata), così come in poco più di tre ore si può andare da Torino alla laguna di Venezia. L’Italia non è mai stata così vicina come oggi, isole escluse. Prima di allora i forzati che dovevano viaggiare, soprattutto per affari e lavoro, tra le due capitali (Roma quella politica, Milano quella economica) si incontravano ogni mattina all’alba aeroporto di Milano Linate (e nel tardo pomeriggio in quello di Roma Fiumicino) ed hanno contribuito per alcuni decenni per Alitalia a farne una gallina dalle uova d’oro, tuttavia non bastevole a risanare le perdite prodotte dal susseguirsi di diverse sciagurate gestioni di incapaci (e sono bastati tre amministratori onesti per riportare in pari i conti della nostra ex compagnia di bandiera).
Magari i costi per i pendolari non sono cambiati, ma in compenso i tempi si sono accorciati, in quanto i treni partono ed arrivano dal centro città, mentre gli aerei da aeroporti posti fuori. A livello di nazioni è il Giappone, con la sua elevata densità demografica, l’alta tecnologia ed i famosi treni a lievitazione, quello con il maggior sviluppo per l’alta velocità, mentre a livello continentale all’Europa compete il 60 % del traffico, all’Asia il 30, mentre Americhe ed Africa si spartiscono il restante 10 %. Da non sottovalutare il fatto che il nuovo Frecciarossa 1000 italiano viaggia ad una velocità stratosferica ben 400 km/h. Capitolo costi: all’apparenza elevati, e non sempre giustificati, ma se si programma e si prenota per tempo – ed in giorni ed in fasce orarie non di punta – si possono spuntare buone agevolazioni. Altri sconti significativi sono previsti con il nuovo orario invernale per i gruppi familiari, i giovanissimi, i gruppi di persone di 5 e di 10 persone. In genere i prezzi obbediscono al detto che “il tempo è danaro”, e di tempo l’Alta Velocità ne fa risparmiare parecchio. Non a caso il Gruppo FS Italia sta per acquistarsi Alitalia, ponendo fine – anzi aprendo una nuova era di sinergie tra treno ed aereo, un tempo in competizione, domani alleati.
Info: Trenitalia, www.fsitaliane.it – www.trenitalia.it – tel. 06 44 101 –
ByTerreIncognite – Foto Google Immagini e FS Italia