Quando, di recente, abbiamo saputo che il Luogo di Aimo e Nadia, ex trattoria toscana da decenni convertita a storico ristorante milanese da due stelle Michelin, si era d’un colpo triplicato, abbiamo esclamato: oddio ! Il pensiero è infatti subito corso agli chef stellati che, da divini artigiani dell’alta gastronomia, nel corso del tempo si trasformano in industriali d’alta cucina se non, addirittura, in multi-nazionali: in questo senso, i nomi internazionali che si potrebbero citare sono parecchi… Ed invece no: in quel di via Montecuccoli, periferia occidentale milanese, l’erede di Aimo e Nadia, la figlia Stefania Moroni, non stava pianificando alcuna brusca impennata, aprendo, a pochi mesi di distanza uno dall’altro, il BistRo di Aimo e Nadia, all’interno della labirintica galleria di design di Rossana Orlandi, e Voce di Aimo e Nadia, all’interno delle artistiche Gallerie d’Italia di piazza della Scala.
Infatti, insieme ai due nuovi soci, i giovani e talentuosi chef Fabio Pisani e Alessandro Negrini, che già da anni interpretano al meglio la filosofia culinaria di Aimo nel suo storico locale, il terzetto aveva giustamente deciso di cogliere l’attimo fuggente e, cioè, di onorare la dea bendata che bussava alla loro porta: il caso ha voluto che, a poco tempo di distanza, sia la gallerista Rossana Orlandi che la banca Intesa Sanpaolo, proprietaria dell’immenso immobile di via Manzoni/piazza della Scala, cercassero qualcosa di qualificatamente diverso per le proprie ‘stanze’. Dai pour parler informali, quando le cose devono andare dritte, vanno: la Orlandi, che decide per se stessa, dopo alcuni estemporanei eventi culinari privati, sceglie di affidare in toto il locale annesso alla sua galleria di via Bandello (a due passi dal Cenacolo e da Santa Maria delle Grazie) al neo-trio di partner, mentre Intesa Sanpaolo obbligatoriamente indice un ‘concorso di idee’ – “ben una cinquantina di cartelle dattiloscritte!”, ricorda ancora Stefania Moroni – per installare un nuovo spazio culinario all’interno dell’immobile votato all’arte, difronte a La Scala e a fianco del sindaco di Milano.
Il concorso alla fine lo vince il neo-trio che, insieme all’archi-star Michele De Lucchi, già progettista fiduciario di Intesa Sanpaolo, dispone per un locale elegante ma dagli interni innovativi. Per loro il reale debutto è stato lo scorso 7 dicembre, dopo la prima scaligera dell’Attila, quando il vertice di Intesa Sanpaolo, con i suoi pregiati 250 ospiti, ha attraversato la strada per andare all’abituale standing dinner all’interno delle Gallerie d’Italia. E, visitando per la prima volta il ristorante (www.voceaimoenadia.com), che aveva aperto da una settimana, alla fine si sono prodotti commenti lusinghieri. Ma, una settimana prima dell’ultima Milan Design Week d’aprile, con tutto l’incredibile flusso di persone che cala a Milano da tutto il mondo, ha aperto anche il BistRo (www.bistroaimoenadia.com) della galleria Orlandi: insomma, entrambe inaugurazioni da cardiopalma, non a caso i grandi alberghi e ristoranti utilizzano abitualmente la formula del soft opening, vale a dire prendersi il tempo che serve per rodare e raddrizzare eventuali errori.
In mezzo alle due aperture da batticuore, ci sono oltretutto stati i due intensissimi mesi estivi di lavori di ristrutturazione del capostipite, il Luogo di Aimo e Nadia (www.aimoenadia.com), sorto ben 56 anni fa e celebre in tutto il mondo, il quale riapriva, in veste nuova fiammante, lo scorso settembre: l’italica regionalità e la stagionale freschezza delle materie prime rimaneva (capisaldi gli ormai leggendari piatti della Zuppa etrusca e degli Spaghetti al cipollotto fresco e peperoncino, che hanno contribuito alla storia della gastronomia contemporanea), i due citati chef-patron che da 12 anni sostituiscono Aimo pure, ma gli interni e anche gli esterni mutavano radicalmente grazie agli studi degli architetti Stefano Fontana e Vudafieri–Saverino partners, che in via Montecuccoli hanno anche progettato un Theatrum dei sapori, un annesso che ospita una cucina aperta (custome made di Arclinea), con due grandi tavoli in legno per gli ospiti, dove ingredienti e materie prime del territorio nazionale saranno protagonisti di cene tematiche e di gruppo, degustazioni, presentazioni, esperienze personalizzate con lo chef, corsi di formazione professionale, workshop e progetti internazionali di ricerca e sviluppo. E poi c’è la piccola corte esterna-giardino, capace di dare il meglio di sé nella bella stagione. Stefania Moroni ci racconta come alcuni affezionati clienti le abbiano più volte suggerito di spostare più centralmente il celeberrimo ristorante ma, come giustamente dice lei, “qui, in via Montecuccoli, c’è un genus loci (lo spiritello del luogo, n.d.r.) del tutto insostituibile”. Ma come faranno gli altri a non capirlo?
Invece il ‘tutto nuovo’ è in corso di creazione, anche per quanto riguarda il genius loci. Punto di convergenza tra cultura gastronomica e cultura del design, il BistRo – caffetteria, cocktail bar e ristorante – rimanda allo stile della ‘papessa del design’ Rossana Orlandi, da decenni insediata con la sua proteiforme galleria in un ex-cravattificio di 2.500 mq, la quale, insieme a Etro Home, ha provveduto agli interni del locale: dai pezzi di modernariato al design contemporaneo (quasi tutti gli arredi sono in vendita), dalle carte da parati ai tessuti d’arredamento (con, in particolare, l’antico motivo Paisley), è stato realizzato un locale – su due livelli – convivialmente à la page e irresistibilmente accattivante, aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 23. Insomma, un locale di cucina stellata a prezzi più accessibili, e tra l’altro dotato, al piano inferiore, dell’ormai irrinunciabile social table, lungo 14 posti e nella fattispecie vitreo.
Voce, dove invece s’intrecciano cibo, arte e tre secoli di storia, si presenta come ristorante gourmet, caffetteria e pure libreria; oltretutto risulta così intelligente da avere anche previsto uno sconto sul conto agli early birds (chi va a pranzo alle 12.30, prima della fatidica one o’clock). Spazio d’incontro poli-funzionale e vetrina di alta gastronomia, è costituito da tre ambienti funzionali, correlati tra loro, all’interno dell’istituto museale promosso da Intesa Sanpaolo, difronte al teatro lirico più celebre del mondo. Degli interni s’è occupato, con appropriati suggerimenti di Stefania Moroni, lo studio di Michele De Lucchi, mentre il logo se l’è preso in carica l’osannato ex-pubblicitario Gavino Sanna, un nome una garanzia. Un menù degustazione viene anche ispirato alle mostre d’arte in corso. Orari d’apertura: tutti i giorni dalle 8 alle 20; il giovedì, giornata dei musei aperti sino a sera, fino alle 22.30.
Nel complesso – diciamolo pure – per Stefania Moroni e i suoi due chef-patrons un gran lavoro di squadra (oggi si parla di circa 80 dipendenti, sparsi tra le tre sedi e l’ufficio), fatto in previsione dei ‘nuovi orizzonti’ che qualsiasi tipo d’imprenditore dovrebbe immaginare e crearsi durante il suo corso professionale. D’altronde, il loro motto è: qualità, eccellenza, italianità.
Info: Aimo e Nadia BistRo, via Matteo Bandello 14, 20123 Milano, tel. 02 48026205 –info@bistroaimoenadia.com – www.bistroaimoenadia.com
Voce di Aimo e Nadia , piazza della Scala 6, 20121 Milano, tel. 02 40701935 –
info@voceaimoenadia.com – www.voceaimoenadia.com
Testo/Olivia Cremascoli – foto/Brambilla & Serrani e Paolo Terzi