L’Italia si presenta ricchissima di attrattive turistiche di ogni genere, che vanno da incredibili bellezze naturali a luoghi pieni di cultura e d’arte, oppure semplicemente meravigliose qualità gastronomiche, così difficili da trovare all’estero. Una regione a cui non si pensa solitamente quando cerchiamo queste eccellenze, ma che in realtà racchiude grandi e mutevoli paesaggi, borghi e castelli ed un’offerta enogastronomica di prim’ordine è il Piemonte. In questa regione si trovano le terre del Roero, delle Langhe e del Monferrato, diventato da poco patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, nelle quali i paesaggi sono costituiti da colline sinuose come il corpo di una donna, ricoperte da vigneti o da mucche al pascolo che donano gustosi formaggi come la toma, con pievi solitarie e castelli abbarbicati con i borghi medievali sulla cima delle colline, e persone di animo gentile, con le quali appare facile fare conversazione.
All’incrocio di queste magnifiche terre, nel comune di Govone in provincia di Cuneo, si trova l’azienda agricola Maurizio Ponchione, fondata dal nonno “Gundin”, che lavorava come mezzadro nei vigneti di proprietà del Prof. Giovanni Dalmasso, maestro di viticoltura ed enologia, dal quale imparò i segreti; dal primo ettaro di terra acquistata siamo arrivati oggi a dodici, coltivati ad uve Barbera, Nebbiolo, Dolcetto, Grignolino, Arneis e Chardonnay, nel rispetto della terra e della tradizione. Nelle loro vigne non vengono infatti usati erbicidi, ed il numero dei trattamenti effettuati viene mantenuto ai minimi necessari, per proteggere così la terra ed il suolo, oltre ovviamente la salute dei consumatori.
Di fronte al paese di Govone si trova poi un piccolo gioiello: una collina colma di filari di vite di uve nebbiolo e barbera, sulla cui cima vi è il Ciabot del Bricco degli Albazzi, di proprietà dei Ponchione. Cos’è un “ciabot”? Si tratta di un piccolo fabbricato caratteristico dei vigneti piemontesi, che nasceva da diverse necessità tipiche della viticoltura. Innanzitutto si trattava di un riparo dalla pioggia e dal sole per i contadini che si recavano a lavorare nelle vigne, distanti magari mezz’ora od un’ora dal paese dove vivevano. Qui venivano sistemati gli attrezzi necessari al lavoro e veniva raccolta l’acqua piovana, necessaria magari per irrigare certi terreni oppure per preparare il verderame. Era chiaramente anche una piccola abitazione, dove consumare i pasti e riposarsi durante il duro lavoro nel vigneto. Ed i contadini al lavoro come recuperavano i sali minerali perduti? Con del buon vino, ovviamente. La maggior parte dei ciabot in muratura è stata costruita nell’800 e molti di essi sono ormai in rovina, dato l’avvento delle macchine agricole che consentono più veloci spostamenti. Quello del Bricco degli Albazzi è stato invece splendidamente restaurato dalla famiglia Ponchione, che qua, in collaborazione con Tour Divini di Cristina Sorice e Piccoli Eventi Creativi di Federica Piccoli organizza eventi, cene tra i filari e dei pomeriggi di “merenda sinòira”.
Questo è un altro termine inusuale per chi viene da lontano, creato nel Piemonte delle colline quando il mondo era diverso, regolato dall’alternarsi delle stagioni, dal ciclo del sole e dal lavoro nei campi, ed infine da un tipo di rapporti umani ormai quasi dimenticato. Quando le giornate si facevano lunghe, tradizionalmente tra San Giuseppe (fine marzo) e San Michele (fine settembre), ed il lavoro si faceva duro sotto il sole, con la fatica fisica e mentale che prendeva il sopravvento, dalle case arrivavano le donne con il loro fagotto colmo di pane, formaggio, frutta e vino fresco, insieme ad un sorriso ed alle notizie del giorno. Una merenda che stava a metà fra la merenda vera e propria e la cena, una merenda sinòira (da sìna, cena): la moderna apericena, ma con connotazioni completamente diverse, più antiche, più ancestrali. Al termine, si riprendeva a lavorare, fino al tramonto. Si tratta quindi di un recupero di una natura conviviale dell’incontro, unita ad un pasto semplice, lentezza e tutta un’epoca ormai superata, in cui si approccia il cibo con il sorriso sulle labbra, con le chiacchiere e del vino buono.
In questa operazione il ciabot dell’azienda Ponchione risulta luogo ideale: un casotto in muratura con un grande tavolo, il tetto a fare ombra dal sole ed una vista eccezionale sopra i vigneti. In più risultano ottimi i cinque vini degustati, a partire dal Roero Arneis DOCG, per passare poi al Chardonnay DOC delle Langhe, al Barbera “Donia” DOC, ed al Roero DOCG, per giungere infine alle bollicine di uno spumante brut ottenuto dopo lunga lavorazione da uve Arneis per il 50%, Chardonnay per il 35% e, stranamente, Nebbiolo per il 15% (togliendo subito le bucce, affinché non ne rimanga il colore). Il tutto con assaggi di salumi, formaggi, carne cruda, focacce e tante cose sfiziose. Ottima l’ospitalità di Maurizio e di tutta la famiglia Ponchione, la quale organizza anche in date prestabilite delle cene al chiaro di luna nelle vigne, chiamate appunto “La luna e il ciabot”; è persino possibile, previa prenotazione, organizzare delle cene in esclusiva, per dei momenti di totale romanticismo.
Questi eventi possono poi avere un ulteriore carattere speciale, se organizzati con la presenza di Federica Piccoli, appassionata e studiosa di tecniche di meditazione, relax e benessere. Grazie alla sua esperienza, in questi eventi Federica risulta in grado di insegnare tecniche di meditazione, auto-massaggio e respirazione che armonizzate tra di loro mediante un metodo di “distrazione per la concentrazione”, creano un effetto di leggerezza e sorriso. Degustare per meditare, meditare per degustare, questo il progetto. “Nelle Langhe, Roero e Monferrato, così come in molte parti d’Italia, abbiamo la fortuna di poter vivere in prima persona il legame tra territorio e prodotti di qualità: vino, nocciole, frutta, verdure, pasta fresca, formaggi, carne, dolci e molto altro.” racconta Federica. “A volte, vivendo lontano da luoghi in cui questo tipo di legame è così forte, si perde la capacità di apprezzarne il valore e, di conseguenza, di capire l’importanza della qualità degli alimenti.
La meditazione è stata abbinata alle vivande e alle bevande con una triplice valenza: come strumento, tramite l’uso dei cinque sensi, per riscoprire l’ascolto di sé e la capacita di concentrarsi sul presente e rilassarsi; come riscoperta – o scoperta ex novo – del legame di cibo e vino con il territorio da cui provengono; come mezzo per potenziare la propria intelligenza intuitiva e migliorare il proprio rapporto con il cibo e il vino.” Si tratta quindi di un viaggio sensoriale con elementi di respirazione e concentrazione, meditando con l’ausilio del buon vino e del buon cibo per ottenere una sensazione di serenità e di benessere benessere. Cosa chiedere di meglio? I simpatici e vulcanici organizzatori hanno preparato un calendario di eventi, disponibile sui rispettivi siti.
Per info: Azienda Agricola Ponchione, via Rodolfo Sacco 9°, Govone (CN). Tel. 339 6054810 www.ponchionemaurizio.com
Tour Divini di Cristina Sorice, tour operator incoming specializzato in tour enogastronomici fuori dai sentieri battuti, alla scoperta di esperienze uniche, eccellenze vinicole e tradizioni gastronomiche. www.tourdivini.it
Federica Piccoli Eventi Creativi #anchesoloperunattimo, perché l’attimo, se vissuto bene, vale moltissimo. www.federicapiccoli.cloud
Testo/Paolo Ponga – Foto Paolo Ponga e Azienda Agricola Ponchione