Dal mito di Diomede, l’eroe acheo che diede origine alle isole Tremiti, fino alla favola d’amore di Pizzomunno e Cristalda messa in musica da Max Gazzè, il quale ha dedicato una sua canzone al monolite di 25 metri che domina la lunga spiaggia, diventato simbolo di Vieste. Il Gargano, mare cristallino, spiagge dorate, calette nascoste, faraglioni e spettacolari grotte marine, non si potrebbe raccontare senza queste leggende, un compendio di storia e suggestioni. Storia e leggenda infatti si fondono con un paesaggio unico, in questo angolo di Puglia dalle origini antiche. L’arcipelago delle Tremiti, situato al largo del promontorio, ha legato per esempio il suo nome all’eroe acheo, il quale le avrebbe originate buttando in mare tre giganteschi massi portati da Troia, tanto da essere chiamate nell’antichità le isole Diomedee. E secondo il mito le diomedee erano in realtà i compagni dell’eroe trasformati in uccelli dalla dea Afrodite. Si narra infatti che ancora oggi piangano in ricordo del loro comandante, nelle notti senza luna.
Oggi le Tremiti sono raggiungibili in nave o in aliscafo da Termoli Molise e dai vari porti del Gargano, e da Vieste e Foggia anche tramite elicottero. L’arcipelago appare formato da quattro isole: San Domino, San Nicola, Caprara, Pianosa, ed il piccolo isolotto del Cretaccio. I suoi abitanti, 500 circa, si concentrano tuttavia nelle due isole maggiori: San Domino, con le sue strutture ricettive, le grotte e le splendide spiagge, e San Nicola, resa famosa dalla quasi millenaria abbazia fortificata e dalla poesia di Lucio Dalla, il quale si rifugiava nella sua villa su quest’isola, dove compose anche un intero album, Luna Matana, dedicato all’omonima caletta, pubblicato nel 2001. Al “culto” di Lucio Dalla sono dedicate alcune piastrelle con le sue massime o frasi famose, disseminate lungo il percorso in salita che conduce dal porto all’Abbazia di Santa Maria a mare.
Colonizzate dai Greci e dai Romani, nell’XI secolo le Tremiti furono scelte dai monaci benedettini di Montecassino per costruirvi l’abbazia fortezza (in un secondo momento qualcun pensò addirittura di tagliare l’isola nella sua parte più bassa per renderla meno vulnerabile agli attacchi nemici, ma non ci riuscì), una costruzione imponente che campeggia come un miraggio al culmine di una scalinata e dove nelle giornate di sole è possibile trovare riparo tra i chiostri, la chiesa e quanto rimane del castello. Dopo molti secoli di vita religiosa, sul finire del Settecento le Tremiti vennero trasformate in colonia penale, mentre nel Novecento il governo fascista vi istituì il confino di polizia. Lo sviluppo turistico arriva di recente, negli anni Cinquanta.
Se per visitare San Nicola risulta necessario munirsi di scarpe comode per visitarne le vestigia storiche, a San Domino e nelle acque circondanti l’isola ha la meglio la natura, dal bosco alle spiagge, fino alle grotte marine: le più famose sono quelle delle Viole, delle Rondinelle e del Bue Marino. Immersa al largo si trova anche la statua di Padre Pio, il cui culto è molto sentito in queste zone, a pochi chilometri da San Giovanni Rotondo, nell’entroterra. Imperdibili soprattutto i fondali delle Tremiti, ricchi di spugne, anemoni e stelle marine, oltre alla gorgonia rossa. Per valorizzare e soprattutto proteggere il patrimonio naturale è stata istituita trent’anni fa la riserva marina, gestita dall’ente Parco nazionale del Gargano (info www.parcogargano.it).
Ad un paio d’ore di nave dalle isole si trova la terraferma, con i suoi 170 chilometri di litorale: è il Gargano, col suo profumo inconfondibile dovuto alla resina che si mescola col sale, quando il verde della macchia mediterranea si tuffa in mare. Bianche scogliere, verde e mare cristallino dove spiccano le località balneari di Vieste, più volte bandiera blu d’Europa, con il suo spettacolare litorale fino a Mattinata, reso famoso dalle calette e dalle grotte, fra cui non si possono perdere l’architiello di San Felice, le vecchie torri della finanza, i trabucchi per la pesca e la famosa baia delle Zagare, Peschici, Rodi Garganico, Lido del Sole e San Menaio, fino alla porta del Gargano di Manfredonia, con un borgo storico duecentesco capace di conservare ancora oggi l’antica struttura a scacchiera, un museo archeologico nazionale ed una splendida cattedrale barocca. Ma non solo. Nel Parco nazionale del Gargano sorgono la Foresta Umbra, la più grande foresta italiana di latifogli, ed i laghicostieri di Lesina e di Varano, separati dal mare da sottili lembi di terra.
Senza dimenticare le destinazioni spirituali di Monte Sant’Angelo, con il santuario dedicato a San Michele Arcangelo costruito dai Longobardi nel 493 in corrispondenza della grotta in cui, ancora una volta secondo una leggenda, avvennero le apparizioni dell’arcangelo Michele. Una località diventata presto tappa obbligatoria per pellegrini e crociati diretti in Terra Santa. Grazie ai Longobardi, il santuario infatti divenne importante quasi quanto il sepolcro di Gesù a Gerusalemme, le tombe degli apostoli Pietro e Paolo a Roma ed il santuario di San Giacomo di Compostela in Spagna. Famosissimo, anche se di origine più recente, San Giovanni Rotondo con il santuario di San Pio, meta di pellegrini provenienti ogni anno da tutto il mondo, grazie al movimento devoto sviluppatosi intorno al frate cappuccino Padre Pio da Pietrelcina, il frate con la stimmate proclamato santo nel 2002. La sua opera principale è la Casa Sollievo della Sofferenza, l’ospedale inaugurato negli anni Cinquanta ed oggi uno dei più grandi policlinici d’Italia. Accanto al convento di Santa Maria delle Grazie, oggi sorge il santuario progettato da Renzo Piano ed inaugurato 15 anni fa, capace di contenere settemila persone.
Ma a rendere indimenticabili questi luoghi fra la terra e il mare è il ricamo di una costa unica, caratterizzata dai pittoreschi borghi bianchi arroccati sul mare, con il loro dedalo di viuzze, scalinate ed archi, dove oggi hanno trovato spazio ristorantini, boutique e negozietti di prodotti tipici, dal caciocavallo podolico all’anguilla di Lesina, dalle fave di Carpino all’olio d’oliva, fino ai taralli ed ai dolci alle mandorle ed al vino cotto (ostie chiene e cartellate). Tradizioni capaci di esplodere nelle ricche processioni che caratterizzano le feste patronali, dove si fondono folclore e pia tradizione.
Info: https://www.leisoletremiti.it/ – www.tremiti.eu – www,prolocoisoletremiti.it –www.infotremiti.com – www.pugliaturismo.com/il-gargano/ – https://www.gargano.it/ –www.gargano.net/localita-gargano.html –
Testo/Monica Guzzi – Foto/Monica Guzzi e Google Immagini