Una casacca da artista, quella di una giovane chef, alla scoperta dei Colli Berici, tra ville palladiane, panorami mozzafiato e prelibatezze del palato. A pochi chilometri da Vicenza c’è un mondo tutto da conoscere, racchiuso in un prezioso fazzoletto di terra ricco di cultura, arte, sapori, tradizione enogastronomica: si passa dai grandi vini rossi alla cucina della tradizione, si possono scoprire le ville del Palladio, sentieri immersi nella natura, ma anche percorsi ciclabili per gli appassionati di mountain bike. Punto di partenza per conoscere la zona il Santuario di Monte Berico, luogo d’arte (per le pitture di Bartolomeo Montagna e Paolo Veronese) e di devozione popolare, le cui origini sono legate alle apparizioni nel Quattrocento della Madonna ad una popolana. Uno degli esempi più classici dell’architettura barocca veneta, ma anche un osservatorio privilegiato sulla città con la corona delle Prealpi venete, che vanno dai Lessini al Pasubio, all’altopiano di Asiago ed al Grappa, luoghi importanti della Grande Guerra. Il piazzale del santuario forma infatti uno spettacolare balcone panoramico su questo scenario, collegato alla città da un lungo porticato da percorrere a piedi.
Di grande bellezza anche le visite ad altri luoghi di culto, alla scoperta di eremi come quello di San Cassiano e di San Donato, di chiese storiche, come la chiesa di Santa Maria di Orgiano e l’antica Pieve di Nanto. E poi la rete delle ville che hanno reso famosi i colli Berici, legandoli al nome del celebre architetto rinascimentale, il quale costruì proprio qui alcuni tra i suoi più grandi capolavori, come Villa Trissino, Villa Pisani-Bonetti, Villa Pojana, Villa Saraceno e Villa Almerico Capra conosciuta anche come La Rotonda, patrimonio dell’umanità dell’Unesco, senza dubbio la villa più famosa del Palladio e, probabilmente, di tutte le ville venete.
“Forse mai l’arte architettonica ha raggiunto un tal grado di magnificienza”, scrisse Goethe nel settembre del 1786, dopo avere visitato La Rotonda. Tappa dei tour di poeti ed artisti, regnanti ed uomini di stato, viaggiatori e turisti da tutto il mondo, dopo 500 anni questa villa costruita come se fosse un tempio resta un luogo di pura bellezza. Progettata da Andrea Palladio per il vescovo Paolo Almerico nel 1570, fu completata più tardi, per la nobile famiglia Capra, dall’architetto Vincenzo Scamozzi. Impossibile non restare affascinati dalla bellezza classica della residenza, circondata da un grande giardino e poggiata su una piccola altura protetta da un muro: per trovarla occorre andarla a cercare e per goderne delle proporzioni perfette basta sedersi su una delle panchine del parco, e restare a guardare. All’esterno sembra un tempio, con portici uguali su tutti i quattro lati dell’edificio, mentre la sala centrale a pianta quadrata si presenta coperta da una cupola, utilizzata per la prima volta nell’architettura residenziale, e non in una chiesa. Dentro la meraviglia si moltiplica, soprattutto nella sala centrale ad altezza doppia, tutta affrescata e circondata da una balaustra. E, meraviglia nella meraviglia, si scopre che la villa non possiede fondamenta: a sorreggerla sono proprio le scalinate utilizzate a mo’ di contrafforte e sostegno.
Oggi la Rotonda è una casa privata, di proprietà della famiglia Valmarana, che l’ha aperta al pubblico nel 1986. Nel ’94 la villa è entrata nella lista dell’Unesco e costituisce Patrimonio dell’Umanità, oltre ad essere bandiera della “Città di Vicenza e delle Ville palladiane del Veneto”. Poco lontano sorge la Villa Valmarana “ai Nani”, così nominata perché custodita da 17 nani di pietra posti sul muro di cinta che la circonda, dove si può ammirare lo straordinario ciclo di affreschi settecentesco di Giambattista Tiepolo, il quale dipinse la villa nel periodo del suo massimo splendore artistico, e del figlio Giandomenico. Articolata in tre edifici, palazzina, foresteria e scuderia, e circondata da un grande parco, la villa si trova a soli 15 minuti a piedi dal centro di Vicenza. Palazzina e Foresteria sono affrescate da Giambattista Tiepolo e dal figlio Giandomenico. Giambattista affresca la Palazzina con i temi delle opere più amate dal suo committente, Giustino Valmarana: Iliade, Eneide, Orlando Furioso, Gerusalemme Liberata e Ifigenia in Aulide. Il figlio, nella Foresteria, ritrae paesaggi e personaggi di metà Settecento.
Il giardino di rose all’ingresso diventa, sul versante ovest della collina, un giardino all’italiana con siepi di bosso ed architetture scenografiche e circonda la Palazzina per poi aprirsi in un lungo viale, limitato ai lati da due tunnel verdi, le carpinate. Oltre alle visite alle sale ricche dei ricordi di famiglia, tra fotografie e quadri, la villa, di proprietà privata, offre anche la possibilità di soggiornare nelle sue suite. Pertinenze e giardini si affacciano tutti sull’incantevole e quasi intatta “Valletta del Silenzio”, tante volte descritta dagli scrittori Fogazzaro e Piovene. Alle dimore nobiliari si contrappongono gli edifici più semplici, tipici della civiltà contadina, come eremi, chiesette, antichi borghi caratteristici e case rupestri. Si tratta del “piccolo mondo” capace di ispirare lo scrittore Antonio Fogazzaro, ed a cui è dedicato il Cammino Fogazzaro-Roi, che si snoda fra tesori di arte e natura nei luoghi narrati dal famoso romanziere. Il Cammino tocca i luoghi descritti dallo scrittore vicentino, tanto cari anche a suo pronipote, il marchese Giuseppe Roi. Oltre al Cammino Fogazzaro-Roi vengono proposti molti altri percorsi, itinerari ed escursioni, da compiere a piedi, in bici, in mountain bike o a cavallo, per scoprire le bellezze naturali della Terra Berica, come la Val Liona, Lumignano, la Riviera Berica, Le Grotte ed i Mulini. Una terra ricca di storia e di cultura, di verde e paesaggi mozzafiato, da scoprire con passeggiate lungo i tanti sentieri, luogo ideale per attività sportive ed escursionistiche, per il cicloturismo, trekking, arrampicata, nordic walking, percorsi a cavallo e perfino parapendio.
Ma c’è anche un ghiotto motivo per cui visitare questi luoghi: la cucina berica. Di grande eccellenza ed estremamente attenta alla valorizzazione dei prodotti locali ed ai generosi frutti della sua terra, che regala tartufi, erbe spontanee, piselli, zucche, riso, radicchio, ciliegie, olio e patate di altissima qualità, oltre a straordinari salumi e formaggi. Le sue specialità sono il Tai Rosso e la sopressa Vicentina, oltre al famoso baccalà. Ottimi vini e distillati, da sempre apprezzati dai suoi abitanti ed oggi esaltati da una raffinata ed eccellente offerta vitivinicola.
Il Ristorante Acchiappagusto Emozioni dei Sapori, ad Arcugnano, rappresenta il punto di partenza e di arrivo per i viaggiatori che vogliono scoprire i Colli Berici, e per conoscere la cultura gastronomica del Veneto. Piatti tradizionali rivisitati dalla giovane chef Eleonora Andriolo, la quale utilizza spezie ed elementi provenienti da culture internazionali. Non mancano incursioni extraterritoriali, come il pesce dall’Adriatico, dalla Sardegna o dalla vicina Chioggia, e tocchi esotici, come il carcadè, lo yuzu, le spezie o la vaniglia del Madagascar, frutto dei numerosi viaggi compiuti della giovane cuoca in tutto il mondo, e una carta dei vini con ben140 etichette. Ventisette anni, giovane e bella, un diploma da ragioniera in tasca ed una casacca più simile a quella di un pittore, disegnata per lei da Georgette Polizzi, Eleonora è figlia d’arte; suo padre Flavio Andriolo, è imprenditore orafo e poi ristoratore. Il mondo del gusto l’ha affascinata più della contabilità, e così ha scelto di dedicarvisi, ma a modo suo, cercando di declinare i piatti della tradizione del libro di ricette regalatole dalla nonna Elvi, in modo personale e moderno. E portando il prodotti del mare di alta qualità in collina. Il suo costituisce il volto nuovo della ristorazione della zona. “Ogni piatto, pur rispettando la tradizione, esprimendo il buon gusto italiano, ha una sua necessaria evoluzione, perché non si può mangiare come 30, oppure 40 anni fa; ma sono lo stile italiano, l’eleganza, la tradizione, la storia del mio territorio che m’ispirano e mi guidano”, racconta.
Ad Arcugnano non mancano le meraviglie da scoprire: l’affascinante Lago di Fimon e la sua incantevole valle, la Torre pentagonale risalente al decimo secolo, la settecentesca Villa Franceschini Pasini Canera di Salasco e la neoclassica Villa Montanari. E chi vuole concedersi un po’ di relax a bordo piscina, degustando un calice di vino biologico, può scegliere di prenotare una degustazione vinicola all’Azienda Agricola La Pria. Tutta l’area produttiva è costituita da circa 15 ettari di vigneto. I terreni sono ubicati nel territorio di Alonte, nella parte meridionale dei Colli Berici, in provincia di Vicenza. Qui la scelta del Glera Balbi, l’antico ceppo primitivo del Prosecco, il quale ha trovato un suolo ed un ambiente per la crescita e la produzione di grappoli estremamente idonei alla spumantizzazione. La Pria fa parte della Strada dei Vini dei Colli Berici (www.stradavinicolliberici.it): un’associazione che unisce cantine vinicole, ristoranti, trattorie ed agriturismi, caseifici, distillerie, aziende agricole e olivicoltori. Volendo si può far seguire una visita al bellissimo CRR, Centro Recupero Rapaci, gestito dell’esperto falconiere Alberto Fagan, oppure scegliere di concedersi qualche tiro al Golf Club Colli Berici, nella vicina Brendola.
Info: https://colliberici.it/ – www.colliberici.it/ – www.turismoterraberica.it/it – www.tuttoberici.it/ –
Testo/Monica Guzzi – Foto/ Monica Guzzi e Google immagini