Dal mito di Teseo e Arianna, nell’antica Creta, fino ai più moderni labirinti della nostra anima. In mezzo, secoli di storia e di cultura, architetti e paesaggisti, per un viaggio antichissimo e nuovo al tempo stesso. Benvenuti al Labirinto della Masone, dove perdersi diventa un gioco nel quale si vince sempre. Già, perché il labirinto realizzato su un’area di 7 ettari da Franco Maria Ricci a due passi da Fontanellato, in provincia di Parma, offre molto di più di un’avventura.
I numeri sono impressionanti e ne fanno il labirinto di bambù più grande al mondo: si tratta di 200mila piante di 20 specie diverse, alte fra i 30 centimetri e i 15 metri.
Un luogo sospeso tra bivi, rondò e vicoli ciechi, dove le suggestioni dell’architettura della città ideale si mescolano a eventi a tema, mostre e concerti, e a una collezione d’arte unica legata al nome del suo ideatore.
“Esiste un rito sociale che i francesi chiamano tour du propriétaire, il giro del proprietario: si ricevono gli ospiti, li si mette a loro agio, poi li si accompagna nella visita dei propri possedimenti – spiega un pannello all’ingresso firmato dallo stesso Franco Maria Ricci – Il compiacimento che si prova, facendo da guida, è la spia di un desiderio profondo: illustrare, attraverso un luogo, un po’ di noi stessi e della nostra storia. Questo racconta il Labirinto, e ai Teseo che vorranno esplorarlo, senza pericolo, do il mio benvenuto alla Masone”.
Uno spazio inaugurato nel 2015, realizzato con piante elegantissime ma poco utilizzate in Occidente, e senza pericolo: all’ingresso il visitatore viene munito di un braccialetto di carta con il numero di telefono da comporre in caso di difficoltà. Ma se smarrirsi in questo spazio senza tempo ispirato ai mosaici delle ville e delle terme romane è facile, perdere la strada è praticamente impossibile, poiché il percorso è caratterizzato da pannelli storici e culturali ma anche da numeri e piantine che permettono a chi vi passeggia di capire sempre in quale punto di trova. Anche in quello sbagliato.
In alcuni punti del percorso – bravo chi li individua – i pannelli svelano i segreti del labirinto, dai motivi della sua ispirazione fino alla sua creazione vera e propria. Passo dopo passo, il millenario simbolo del labirinto svela la sua storia a partire dal mito di Creta, con l’approdo di Zeus su una spiaggia sotto forma di toro e il labirinto di Cnosso ideato dal re Minosse e dimora del minotauro, per arrivare, seguendo il filo del gomitolo di Arianna e Teseo, fino ai giorni nostri.
Una storia nella storia, quella dei labirinti, da quelli antichi, cosiddetti univiari, con un solo percorso, fino a quelli nati a partire dal Cinquecento, multiviari, con scelte alternative e percorsi che, eccetto uno, portano a un punto morto. Infine si arriva al diciassettesimo secolo, con il labirinto che diventa un divertimento per i nobili: sotto forma di giardino, i suoi meandri offrivano giochi amabili e maliziosi passatempi fra le siepi.
Un viaggio nel quale si passa dal labirinto romano a quello ideologico, dalla mitologia greca a Italo Calvino, fino a una promessa fatta da Franco Maria Ricci al grande scrittore argentino Jorge Luis Borges, suo ospite, ossessionato dai labirinti. “Il Labirinto, si sa, era da sempre uno ei suoi temi preferiti- racconta l’editore – e le traiettorie che i suoi passi esitanti di cieco disegnavano intorno a me mi facevano pensare alle incertezze di chi si muove tra biforcazioni ed enigmi”.
Quanto al visitatore, risolto l’enigma e raggiunta l’uscita dal verde, il percorso prosegue negli ampi spazi della corte, dove sarà Franco Maria Ricci a rivelarsi: l’esordio come designer, la decisione di diventare editore, le collaborazioni e l’eclettico collezionismo alla perenne ricerca della bellezza.
Se il cammino nel verde è suggestivo, le opere murarie progettate da Pier Carlo Bontempi, architetto di Parma noto e attivo a livello internazionale, sono ispirate alle forme classiche e all’idea della città ideale e delle grandi utopie. La piramide al centro della corte principale è una moderna cappella visitabile, mente di fronte all’ingresso c’è la torre del belvedere, fino al museo e alla mostra temporanea proposta per l’occasione. Spazi che ospitano circa 500 opere fra il Cinquecento e il Novecento e una biblioteca dedicata ai più illustri esempi di tipografia e grafica, tra cui molte opere di Giambattista Bodoni e l’intera produzione di Alberto Tallone. E a completare tutto, i libri curati dall’editore in mezzo secolo di attività, con le preziose riviste firmate Fmr.
Completano l’offerta due suite, un bistrò caffetteria e il ristorante dello chef stellato Spigaroli dell’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense, un vero e proprio regno del gusto tra culatelli e parmigiani di ogni stagionatura.
Gli orari di visita: fino al 31 ottobre 2020 10.30-19; dal 1 novembre al 31 marzo 2021 ore 9.30-18. Il labirinto è aperto tutti i giorni, inclusi i festivi, chiuso il martedì e le festività del 25 dicembre e dell’1 gennaio. Biglietto ordinario 18 euro (48 euro per famiglia da 4 o più componenti; 40 da 3 componenti; 10 ridotto bambini dai 6 ai 12 anni, più altre promozioni per gruppi e studenti), possibile l’abbonamento annuale a 50 euro che consente la partecipazione agli eventi.
www.labirintodifrancomariaricci.it
Testo e foto/Monica Guzzi