Tutti sappiamo dove abita Babbo Natale, quando non è in giro per il mondo a portare doni. Invece la Befana dove abita ? Confesso che per rispondere a questa domanda ho dovuto fare ricerche, faticando non poco perché – al di là dell’immagine stereotipata, raccontata anche in mille maniere diverse – della simpatica vecchietta che ogni anno il 6 gennaio dispensa doni ai bambini buoni riempiendo le loro calze di giocattoli e dolciumi, in realtà si sa molto poco. E fino a vent’anni fa questa figura plurisecolare non aveva neppure una casa dove ritemprarsi dalle fatiche invernali, trascorrendo quindi tutto il tempo in cielo, perennemente a cavalcioni della sua scopa malandata. Poi, forse per compassione, qualcuno ha provveduto a trovarle una sistemazione, una cosa modesta s’intende adatta a lei, facendo nel contempo la propria fortuna. Infatti dal 1996 la Casa della Befana si trova ad Urbania (provincia di Pesaro-Urbino), nel Palazzo Civico, in uno spazio attiguo alla Torre campanaria, dove tutto l’anno lei in persona accoglie i bambini raccontando storie, con un ufficio postale dove imbucare letterine con i propri desideri. E, assieme alla casa, il borgo medievale marchigiano ospita nei primi giorni di gennaio anche la Festa nazionale della Befana, una kermesse capace di richiamare ogni anno decine di migliaia di visitatori grandi e piccoli, diventando così a buon diritto il paese dei balocchi.
Dal 4 al 6 gennaio 2018, dopo che il sindaco avrà consegnato le chiavi della cittadina alla Befana, nelle strade e nelle piazze del centro storico si farà baldoria giorno e notte con sfilate, danze, spettacoli, musica, giochi per grandi e piccini, giocolieri, acrobati, performance di fuoco e street art, mercatini, laboratori didattici e creativi (ceramica, legno e materiali di riciclo), con luminarie, portici addobbati e oltre 4 mila calze appese. Si correrà il Palio della Befana, ci sarà la lotteria con primo premio un viaggio a Disneyland Parigi per tre persone, mercatini artigianali e stand enogastronomici con le specialità locali, come i prelibati crostoli o le gustose frittelle, e poi Ristobefana per tutti. Anche la toponomastica urbana cambia i nomi: piazza del Cioccolato, Emporio della Befana, Befana Reception, Cortile dei Sapori, parco dei Giochi, Befana Boutique, Mercato fai da te. E poi la sera del 5 tutti con il naso all’insù, per ammirare le pericolose evoluzioni in cielo della vecchietta, Intenta a scendere su corde con il suo sacco di doni sulle spalle dalla Torre campanaria alta 36 m. L’unica cosa a mancare sono i fuochi d’artificio, sostituiti da più apprezzabili piogge di caramelle e dolciumi, per non spaventare bimbi ed animali. Scelta civile.
Due sono gli originali momenti clou della festa, in grado di caratterizzarla: la sfilata per le vie cittadine della calza più lunga del mondo (oltre 50 m), realizzata dalle befane locali utilizzando stoffe usate di tutti i tipi e colori, nonché della cosiddetta Sciarpa dell’Amore, prodotta anch’essa dalle befane locali con il lavoro di tutto l’anno, per abbracciare e scaldare idealmente i bambini del mondo, a cui le befane di passaggio possono dare un contributo sferruzzando assieme a loro sulla pubblica piazza. L’idea però vincente, quella capace di lasciare i bambini a bocca aperta, a mio avviso risiede nella disponibilità dei giovani della proloco ad accordarsi preventivamente con i genitori per consegnare regali a domicilio vestiti da befane, sia ai piccoli del luogo nelle loro abitazioni, sia a quelli qui arrivati per la festa in alberghi, agriturismi o camper. Se volete stupire i vostri bimbi, qui potrete farlo.
La Befana, corruzione lessicale della parola greca Epifania (= apparizione o manifestazione), rappresenta una delle feste più antiche e longeve celebrate in Italia (escluso l’Alto Adige), risalendo ad antichi riti pagani precristiani legati ai cicli stagionali nel mondo celtico, germanico e nel mitraismo. Un’immagine folcloristica connessa alla conclusione delle festività di fine anno ed all’inizio dell’anno nuovo; nel calendario gregoriano si celebra infatti 12 giorni dopo (come 12 sono i mesi) Natale, che nell’antichità pagana precristiana non festeggiava la nascita di Gesù ma il sole invitto del sostizio d’inverno, la vittoria della luce sulle tenebre in tutti i sensi. Nella tradizione cristiana la sua figura risulta connessa a quella del re Magi, entrambi recanti doni in segno di buon auspicio.
Urbania, borgo medievale cinto da mura di 7 mila abitanti nell’alta valle del Metauro sulle colline appenniniche a 50 km dall’Adriatico, quasi al confine tra Marche, Toscana e Umbria, in quel territorio noto come Montefeltro, vanta una storia antica e complessa. Sorse infatti nel VI sec. come Castel Ripe, poi libero comune guelfo distrutto nel 1277 dai ghibellini di Urbino, quindi ricostruito dal prelato provenzale Guglielmo Durand nel 1284 come Casteldurante. La consistente presenza di portici, che la fa un po’ assomigliare a Bologna, si deve a maestranze felsinee. Nel 1427 passò ai Montefeltro, legata allo storico Ducato di Urbino, quindi ai Della Rovere, usata come residenza estiva. Nel 1631 tornò allo Stato Pontificio, quindi al Regno d’Italia. Nel 1937 divenne Urbania, in ricordo del suo figlio più illustre, papa Urbano VIII. Altri famosi cittadini furono l’architetto Bramante, l’astronomo e cartografo Mercatore e Francesco Maria II Della Rovere, ultimo duca di Urbino. Da non perdervi la visita dell’imponente Palazzo Ducale, oggi museo con pregevole raccolta di maioliche rinascimentali di produzione locale, e del Bargo Ducale usato come residenza di caccia, uno dei monumenti più suggestivi delle Marche, dove soggiornarono anche i letterati Ariosto, Pietro Bembo e Baldassar Castiglioni. Ma la vera attrattiva per i turisti curiosi risultata costituita, tra le numerose chiese tutte ricche di opere d’arte, dalla Chiesa dei Morti, famosa per la macabra esposizione di 18 mummie risalenti al 1600, conservate per un processo di mummificazione naturale.
Info: www.festadellabefana.com – www.facebook.com/festa.befana.urbania
Proloco Urbania: corso Vittorio Emanuele 27, prolocourbania@libero.it , tel. 0722 31 72 71
Ufficio Turistico: www.urbania-casteldurante.it – turicult@comune.urbania.ps.it – tel. 0722 31 31 40
Testo/Giulio Badini – Foto Google Immagini