La località campana costituisce “l’altra Costiera”, quella di montagna, da dove gli spettacolari paesaggi tra Amalfi e Positano si possono ammirare dall’alto, percorrendo uno degli itinerari di trekking più suggestivi del mondo. La cittadina risulta famosa per le sue tante cose buone: dal famoso Fior di latte alla rara pera “pennata”. A settembre aprirà poi un polo universitario nuovo, ospitato nelle sale della ex colonia “Principe di Napoli”
Finestra di luce sulla Costiera Amalfitana, sospesa tra cielo e mare. Agerola si presenta come un luogo dal fascino metafisico, come evocato dalla sua icona naturale: il Sentiero degli Dei. Appartata – quasi nascosta – ai piedi del Monti Lattari, Agerola sa regalare visioni maestose su uno dei luoghi più celebrati al mondo, ovvero il tratto di costa che va da Amalfi a Positano, sconfinando fino a Capri ed ai suoi celebri faraglioni. Basta salire un po’ per scorgere pure Sant’Agata, con i suoi due golfi. Agerola forma “l’altra costiera”, quella che sta in alto e non ama i riflettori, quella che per la sua aria buona ha richiamato in ogni epoca villeggianti illustri, come il poeta Salvatore di Giacomo (quello de “La luna d’Agerola, cantata anche da Vittorio De Sica) o come quel Francesco Cilea, compositore vissuto a cavallo del ‘900 che il paese l’ha pure celebrato in musica.
Agerola laboriosa e benestante, senza mai darlo a vedere. Fervida di fantasia, come testimonia la recente vocazione al trekking d’autore che – sostenuto da un efficace marketing turistico – sta richiamando sul Sentiero degli Dei (ricco di scorci mozzafiato, dominati da rupi a strapiombo sul mare) camminatori da tutto il mondo. Per effetto di questo fenomeno, dal 2011 al 2018 le presenza turistiche sono schizzate da 20.000 a 135.000, dando lavoro a 210 strutture ricettive di vario genere. C’è chi ha dedicato il proprio albergo alle esigenze dei trekker, e c’è chi ha trasformato il proprio palazzo di famiglia in un B&B di charme.
La località da sempre rappresenta anche sinonimo di cose buone e genuine. Famosa soprattutto per il Fior di latte, quello che ogni giorno finisce nelle pizze di tutta la penisola, prelibato latticino frutto di sapienza artigianale e di una tradizione con radici profonde. Vanto di un territorio che presenta uno straordinario patrimonio di biodiversità, nella cui vetrina figurano la curiosa pera “pennata” , il pane biscottato, salumi come il capocollo ed il salame di Agerola, il provolone del Monaco. Quest’ultimo si ottiene dal latte dei pochi capi rimasti di vacca agerolese, razza in via di estinzione come del resto la pregiata capra locale. Questi tesori hanno fatto miracoli, portando ad Agerola addirittura l’Università. Da settembre nel nuovo polo universitario in stile Campus, ospitato nella ex colonia montana “Principe di Napoli” (bell’esempio di architettura razionalista), partiranno i primi corsi dedicati alle scienze alimentari ed i master dedicati alla cucina. Una vera e propria Accademia della gastronomia e del turismo. Il sindaco Luca Mascolo parlando dell’alta scuola di formazione – che sarà diretta da Heinz Beck, famoso cuoco tristellato e gestita dall’Università telematica Pegaso “una grande opportunità per il territorio”.
La cultura, d’altronde, risulta di casa ad Agerola e la summa viene rappresentata dalla rassegna estiva “Sui Sentieri degli Dei – Festival dell’Alta Costiera Amalfitana”, kermesse che da luglio a settembre richiama grandi protagonisti del teatro, della musica e del cabaret. E non si può parlare di cultura e storia ad Agerola senza nominare il generale Paolo Crescenzo Martino Avitabile, il quale qui nacque da umile famiglia e che – dopo una brillante carriera nell’esercito del Regno delle Due Sicilie – comandò le forze armate Sikh fedeli alla corona britannica a Peshawar, allora in Afghanistan. Un personaggio a metà tra storia e leggenda (talmente sono romanzesche le sue gesta in mondi lontani) che oggi riposa in un’antica chiesa di Agerola, dietro ad una grande e sobria lapide. Agerola, estremo lembo della provincia di Napoli e della penisola sorrentina, è da sempre legata anche alle sorti di Amalfi e della sua costa, che invece fanno parte del territorio salernitano. È “l’altra costiera”, appunto. Quella dei Monti Lattari, un’area protetta forse meno conosciuta dei celebrati dintorni, ma ricca di luoghi storici, di vedute incantevoli e di sentieri suggestivi che – ricalcando antiche mulattiere- collegano borghi e frazioni del territorio.
Tommaso Naclerio, assessore al Turismo, che pure sta vivendo l’esperienza di albergatore a Palazzo Lauritano (una delle tante dimore di charme trasformate in residenze turistiche), è convinto che l’up-grade culturale in atto dovrebbe dare buoni risultati. “Ci sono molti giovani che stanno investendo il loro futuro sul nostro territorio, contribuendo a rendererlo più bello ed accogliente. Il Festival poi si sta rivelando un momento importante per far conoscere il paese, la sua bellezza e la sua storia”.
C’è la passione per la cucina con l’anima alla base della scelta di Petronilla Naclerio, imprenditrice che ha lasciato attività di successo sul Lago di Garda per rimettersi in gioco nella sua terra, e dare concretezza al progetto di creare una Locanda nello storico Palazzo Acampora, il quale nella volontà dei nipoti di Ginevra (ultima proprietaria, scomparsa di recente alla veneranda età di 101 anni) deve rimanere un luogo di cultura, qualità di vita e memoria. Il ristorante “Corte degli Dei – Locanda di Palazzo Acampora” sta mantenendo fede all’impegno di valorizzare il territorio, attraverso la buona cucina, quella fatta con i prodotti genuini, le ricette della tradizione e gli emergenti vini dell’area. Agerola lancia la sfida. Lo fa senza tanti proclami, ma con la sicurezza che viene da sempre, in silenzio, fa le cose per bene. Prima di tutto per onorare la propria storia.
Info: www.comune.agerola.na.it/ – https://www.costieraamalfitana.com/agerola/ –
Testo/Renato Malaman – Foto/Google Immagini