Un brindisi alla ripartenza. Attraverso un bicchiere di vino, tante bollicine e uno degli chef più noti al grande pubblico: tutti ingredienti in grado di raccontare un territorio e i suoi prodotti più pregiati.
Lo chef Alessandro Borghese diventa infatti ambasciatore dell’Asti e Moscato d’Asti docg. Il protagonista di “4Ristoranti” legherà la sua immagine ai calici astigiani grazie a un progetto di comunicazione che punta su televisione (l’esordio domenica 26 aprile) e web, senza disdegnare la stampa cartacea tradizionale.
Un connubio che proseguirà per tutto l’anno sui profili social del Consorzio e su quelli di Alessandro Borghese stesso, oltre che in rete.
L’Asti e il Moscato d’Asti docg saranno anche protagonisti di una serie di puntate
tematiche della trasmissione “Kitchen Sound” che Alessandro Borghese conduce sui canali Sky. Qui lo chef presenterà, per gli abbinamenti ai vini a base di uva moscato, segreti e ricette del territorio patria dell’Asti e del Moscato d’Asti docg, portando nelle case italiane il profumo di questa terra unica e patrimonio dell’Unesco, all’insegna del “rural glam”, il posizionamento di.marketing che l’agenzia HUB09 di Torino – incaricata di studiare l’intera campagna – ha ideato per la denominazione.
“È la nostra risposta a supporto di una filiera che deve guardare al futuro”, spiega il presidente del Consorzio, Romano Dogliotti.
I vini tutelati dal Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti docg saranno in vetrina nella trasmissione dello chef, mentre lui farà visita a questi territori, grazie alla produzione di un format social/digital che vedrà Alessandro Borghese impegnato in un viaggio a puntate nelle terre dell’Asti e Moscato d’Asti Docg, alla scoperta di tradizioni, gusti e personaggi che hanno fatto la storia di questo territorio dell’uva moscato e dei suoi vini unici.
Borghese sarà protagonista anche negli eventi sul territorio. Siamo nel paesaggio vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato, e più precisamente nella zona di Canelli e dell’Asti spumante, dove economia contadina, buona tavola, tradizioni e cultura si sono fusi in un tutt’uno, così da diventare un tassello fondamentale di un territorio promosso nel 2014 a cinquantesimo sito italiano iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Qui è nato un vino noto in tutto il mondo – ben 90 milioni di bottiglie prodotte ogni anno tra Asti dolce, Moscato d’Asti e, questa l’ultima novità, Asti secco – tutelato da un consorzio anch’esso antico, nato nel lontano 1932. Prima ancora da queste parti, esattamente a Canelli, nacque il primo spumante italiano, prodotto nel 1865 da Carlo Gancia. Ed è qui che venne inventato da Federico Martinotti il primo metodo di spumantizzazione con l’uso di autoclavi. Oggi il territorio dell’Asti Docg conta 51 comuni, tre province e 9.900 ettari di viti a moscato bianco. Ma è anche una meta turistica ricca di storia (come dimostrano la Domus Romana e il Complesso di San Pietro, ma anche la sinagoga col quartiere ebraico, un ghetto istituito nel Settecento dai Savoia per controllarne gli abitanti, o la casa di Vittorio Alfieri) e di tradizioni, come il Palio di Asti, il più antico d’Italia, e di buona tavola, che profuma di tartufo, tajerin e zabajone.
Obiettivo del progetto, andare a trovare i consumatori dove si muovono e informano; persino su Alexa, con ricette e abbinamenti di vini raccontati dalla voce dello chef più corteggiato dalle telecamere del momento. Quindi si ritornerà in tivù a fine anno, in vista delle festività.“In un momento non facile come quello che il nostro Paese e tutto il mondo stanno attraversando – spiegano dal Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti docg – è quanto mai imperativo ampliare e potenziare la comunicazione, la valorizzazione e la promozione. In una comunità ormai improntata alla condivisione social l’immobilità e il silenzio non pagano. Siamo, quindi, partiti da questo concetto e dall’idea che la denominazione dovesse avere quella leadership in campo enologico che gli compete e che gli è riconosciuta.
In questo senso la collaborazione con Alessandro Borghese, uno dei cuochi italiani più innovativi, apprezzati e popolari, sarà, a nostro avviso, lo strumento ideale per inviare segnali non solo a tutti gli attori della filiera – dai vignaioli ai produttori, dalle cooperative agli imbottigliatori alle Case spumantiere – che tutti i giorni si impegnano per garantire la produttività di un comparto strategico per il mondo del vino e per l’economia italiani, ma anche ai consumatori finali ai quali sarà ricordato quanto l’Asti e il Moscato d’Asti docg siano stati e siano ancora loro vicini, come caratteristiche di prodotto, certo, ma anche esempio di socialità e di quella convivialità che dobbiamo tutelare quale beni preziosi per le comunità italiana e mondiale, insomma un must del Made in Italy nel mondo da valorizzare e promuovere”.
Info: www.astidocg.it
Testo/Monica Guzzi – Foto/Consorzio Asti