Uno dei primi problemi che l’uomo ha dovuto affrontare fin dalla più lontana preistoria, essendo cresciuto nomade in Africa e con la missione dichiarata di colonizzare tutte le terre emerse, è sicuramente stato quello degli spostamenti, di muoversi cioè in continuazione tra un sito e l’altro. Ogni caverna che si rispetti era infatti ben dotata di una serie di “sentieri di servizio”, battuti con frequenza, che portavano all’acqua, al laboratorio di scheggiatura delle selci e di macellazione degli animali, ai campi di raccolta di piante e di frutti spontanei, fino alle più lontane piste di caccia e di esplorazione del territorio, per curiosare cosa si trovasse al di là della cima di quei monti.
I sentieri della preistoria hanno rappresentato l’embrione di una fitta rete di collegamenti sul territorio, potenziati – e in alcuni casi privilegiati – anche in epoca successiva, durante le varie civiltà che vi ci sono succedute, fino nel nostro caso agli Etruschi ed ai Romani, capaci di portare le sviluppo delle strade all’ennesima potenza per il controllo del territorio, lo spostamento rapido ed il commercio di eserciti, persone cose ed idee, fino a diventare uno degli strumenti chiave della potenza di Roma. Nel territorio dell’Emilia-Romagna scorre una della più lunghe ed importanti di queste arterie, la via Emilia, costruita in felice posizione tra il pre-Appennino e la Pianura Padana a collegare tra di loro un serie di importanti città locali – tra cui Felsina-Bononia-Bologna – proprio là dove una serie di fiumi appenninici sbocca sulla pianura, tra Rimini nell’estremo sud-est, fino a Piacenza, a nord-ovest. dove si raccordava ad altre importanti strade consolari.
Nel territorio di Bologna la necessità, avvertita fin dalla più lontana preistoria, di colonificare l’Appennino e di stabilire rapporti commerciali tra gli abitanti delle due diverse sponde per uno scambio di prodotti, ha portato alla nascita di una rete di strade minori per collegare Bologna con Arezzo, e poi Bologna e Marzabotto con Pistoia, Prato Fiesole e Firenze, sono sorte diverse strade minori – minori per quantità di traffico, non per importanza – di cui ancora oggi qua e là affiorano tratti sui crinali o nei fondi valle.
Dopo cinque anni di ricerche e grazie alla documentazioni ottenute dagli storici e dagli archeologi, il più delle volte appassionati cultori e semplici dilettanti, nasce questo libro con l’intento di rappresentare una sintesi sull’argomento, il più possibile corretta. L’autore ha cercato di mettere in rilievo l’esistenza incontrovertibile di molteplici testimonianze di diverse strade antiche del comprensorio bolognese che, per diversi secoli sono state quasi dimenticate o addirittura scomparse. L’autore espone le più probabili ipotesi riguardanti la loro nascita e costruzione, fin dalla preistoria. Come nasce una strada e come si evolve durante un arco di tempo di secoli, durante i quali si sono susseguite culture e civiltà diversissime trai loro ? Perché sono scomparse ? A questa e ad altre domande tenta di dare risposta questo prezioso lavoro, sintesi tra le diverse ipotesi circolanti tra gli studiosi.
Giuseppe Rivalta nasce a Bologna nel 1945. Laureatosi in Biologia all’Università di Bologna con una tesi di Antropologia, da sempre si è interessato a diverse problematiche naturalistiche ed ambientali, ma ha anche rivolto i suoi interessi alla Preistoria ed alla Storia. In oltre quarant’anni ha effettuato numerosi viaggi in Africa e nelle Americhe , tra cui una lunga spedizione dalla Terra del Fuoco fino all’Alaska e l’attraversamento del Canada, sempre con i propri mezzi fuoristrada. Da queste esplorazioni ha riportato molti materiali con cui ha realizzato un dozzina di mostre tematiche dedicate ad una migliore comprensione della Geografia che, purtroppo, nelle scuole italiane risulta praticamente scomparsa. Tuttavia grande è il suo interesse per il territorio appenninico, un mondo che merita sempre più di essere riscoperto. Ama dire che “è necessario essere miopi e presbiti” ovvero saper vedere vicino e lontano per meglio conoscere il nostro pianeta… per proteggerlo. Giuseppe è uno speleologo ed attivo collaboratore di Terre Incognite Magazine fin dai primi numeri, con articoli su curiosità naturaliste ben apprezzate dai nostri lettori.
Alla ricerca delle Vie Transappenniniche perdute: da Bologna ad Arezzo, di Giuseppe Rivalta, Editogrfica srl Rastignano (Bologna), pp. 200, € 15,00. Il volume è disponibile su Amazon, oppure va richiesto all’autore (unjriv@tin.it) .
ByTerreIncognite – Foto/Giuseppe Rivalta