Il più grande parco naturale europeo, ottimamente gestito e ricco di fauna, non si trova nel bacino del Mediterraneo – come si potrebbe pensare – bensì in pieno Atlantico e risulta completamente sconosciuto in Italia. Stiamo parlando di ben 700 km quadrati di territorio selvaggio e mare pieno di vita, costituito da una limitata porzione di una grande isola e da cinque piccole isole di cui una sola abitata: si tratta dell’Archipielago Chinijo, a nord delle Isole Canarie, sopra la famosissima Lanzarote. La zona parco, creata nel 1986 e divenuta zona speciale di protezione degli uccelli nel 1994, è infatti costituita da una piccola parte di Lanzarote, comprendente i comuni di Teguise ed Haria, ed una ampia riserva marina in cui si trovano cinque piccole isole, che costituiscono l’arcipelago chiamato in lingua locale appunto ‘piccolino’, cioè chinijo. Si tratta di una zona selvaggia, con pochissimo turismo, con il Marocco occidentale ad est e l’infinito Oceano Atlantico nelle altre direzioni. Dal 1992 fa inoltre parte della rete delle Riserve della Biosfera Unesco.
Le isole hanno una storia avventurosa: nel 1402 il normanno Jean de Béthencourt, avuta notizia dell’esistenza delle Canarie da due Guanci (gli abitanti originari) catturati e battezzati, vendette i suoi averi e fece prestiti per comprare una nave e raccogliere un raffazzonato esercito costituito da 280 avventurieri guasconi e normanni, i due Guanci e due frati francescani per battezzare gli isolani e salvarne l’anima. Partì quindi alla ricerca delle isole, trovando Lanzarote e le cinque isole del piccolo arcipelago a cui diede il nome, ora tradotto in spagnolo: la Graciosa, quella più grande, Alegranza, Montana Clara, Roque del Est e Roque del Oueste o del Infierno. Andato a Cadice alla corte castigliana per ricevere aiuti, i suoi uomini rimasti soli combatterono fra loro, poi con gli abitanti locali e nel frattempo scoprirono Fuerteventura. Al suo ritorno Béthencourt riuscì a guerreggiare con gli abitanti delle isole ed a farsi incoronare re delle Canarie, sotto l’egida e con il beneplacito di Enrico III di Castiglia. In seguito le isole divennero riparo per i pirati, occidentali e barbareschi, che qui approdavano per sfuggire alla cattura e riprendere le forze.
Sull’isola di La Graciosa sopravvive ancora la leggenda di un tesoro, nascosto agli inizi del XIX secolo sotto la sabbia della spiaggia di Las Conchas, da una nave che cercava di sfuggire alla cattura da parte dei pirati. A partire dalla metà dell’Ottocento, il mare venne poi sfruttato intensivamente con la pesca, e le isole divennero territorio di caccia della Berta (la Pardela in spagnolo), un uccello che costituiva un’ottima fonte di proteine per le imbarcazioni impegnate ad attraversare l’Atlantico. Sempre circa 150 anni fa gli Stati Uniti cercarono di acquistare l’arcipelago dalla Spagna, per avere una base militare alle soglie dei territori europei. Oggi invece, sia che si voglia partire alla caccia del tesoro, oppure semplicemente si sia alla ricerca di un posto speciale dove soggiornare in estrema tranquillità, l’arcipelago offre decisamente una vacanza fuori dal comune.
Per arrivare all’Archipielago Chinijo l’unico modo è partire dal porticciolo di Orzola, situato a nord dell’isola di Lanzarote, salendo sulle barche della Linea Romero che, in circa mezz’ora percorrono il canale chiamato il Rio, per la sua costante corrente, e conducono a La Graciosa. Questa risulta essere l’unica isola abitata dell’arcipelago, con circa 700 abitanti e due piccoli borghi: Caleta del Sebo, quello principale dove si trova il porto, ed il piccolissimo insediamento turistico di Casas de Pedro Barba, zona turistica privata aperta solo d’estate. In mezzo alle due piccole località ci sono solo vulcani spenti, spiagge deserte ed un territorio arido dove vivono conigli, qualche innocuo rettile ed oltre 200 specie di uccelli. La Graciosa non ha strade asfaltate e le piste sterrate vengono percorse dai guardiani del parco con piccole jeep oppure dai turisti che a piedi od in bicicletta vanno alla ricerca delle meravigliose spiagge dell’isola, dove prendere il sole in costume adamitico. La visita a La Graciosa è quindi fattibile da Lanzarote in giornata, ma risulta anche possibile organizzare un soggiorno sull’isola, grazie a due pensioni e varie locazioni di appartamenti, oltre a piccoli supermercati e ristoranti, a conferma dell’afflusso di turisti alla ricerca di una vacanza in un luogo selvaggio. Oltre al turismo, l’altra attività dell’isola appare chiaramente la pesca, estremamente regolamentata e controllata dall‘Ente Parco, e consentita solo in zone limitate, effettuata dai locali e con metodi tradizionali; la possibilità di mangiare pesce fresco qui risulta quindi reale e cosa quotidiana.
Se si prende un’imbarcazione per muoversi fra le isole dell’arcipelago, la sensazione si presenta opposta rispetto alla vicina Lanzarote, bellissima e molto frequentata meta turistica. Il mare forma qualcosa di forte, scuro e sempre in corrente, mentre le altre isole dell’arcipelago Chinijo sono completamente protette e visitabili solo da ricercatori con permessi speciali. Vista l’origine vulcanica, offrono però un’immagine intensa, quasi drammatica. Se si ha la fortuna di praticare immersioni subacquee, sull’Isola della Graziosa si trova un ottimo diving center con personale molto preparato alle condizioni marine locali, in grado di accompagnare i sub nei canali fra le isole, sempre ricchissimi di pesce. Si tratta comunque, come definito da loro, di buceo para hombres, che non significa una distinzione di carattere sessista, ma relativa alle capacità dei subacquei, sia per esperienza che capacità natatorie, viste le costanti correnti sempre di buona intensità. Il paesaggio sottomarino ed il quantitativo di pesce incontrato sott’acqua, sono però in grado di soddisfare anche i palati più raffinati, con un particolare mix fra specie atlantiche e mediterranee.
Il tutto per una vacanza decisamente fuori dal tempo e dalle rotte del turismo.
Info: Ufficio Spagnolo del Turismo, www.spain.info – milan@tourspain.es – tel. 02 87 52 11 – roma@tourspain.es – tel. 06 67 82 850.
Testo/Paolo Ponga – Foto/Paolo Ponga e Google Immagini