Se ogni anno diciassette milioni di persone, in costante incremento medio annuo del 5 % e venti volte il numero dei suoi abitanti (con una delle maggiori densità del continente), visitano Amsterdam, che non è neppure capitale a pieno titolo di una delle nazioni più piccole (ma anche più benestanti e più densamente popolata) d’Europa (la capitale amministrativa dei Paesi Bassi, grandi circa un ottavo dell’Italia, è infatti L’Aia), una buona ragione ci sarà pure. Di ragioni, in realtà, ce ne possono essere parecchie, e anche molto diverse tra loro. Questa elegante città percorsa ogni giorno da mezzo milione di biciclette, costruita 2 m sotto il livello del mare sulla sabbia e sul fango nel XII sec. come borgo di pescatori alla confluenza di due fiumi sul Mare del Nord, costituisce infatti uno dei maggiori e meglio conservati centri rinascimentali del continente. Il borgo originale non tardò ad espandersi con case a palafitta su una serie crescente di canali concentrici, ed a commerciare con le fiorenti città tedesche della Lega Anseatica, intuendo in fretta come le proprie fortune potessero venire dal mare. Con le grandi scoperte geografiche l’impero si allargò ad altri continenti, le navi olandesi si misero a solcare i mari più lontani e Amsterdam nel 1600 conquistò il primato del commercio mondiale e portuale, titolo perduto qualche secolo più tardi a favore di Londra, nonché sede della famosa Compagnia delle Indie Orientali, la maggior multinazionale commerciale della storia.
Gli eventi di quell’epoca prospera, chiamata non a caso il Secolo d’Oro, si riflessero sull’urbanistica, sull’architettura e sulla cultura della città, che doveva ricavare spazi per nuovi imponenti edifici commerciali e residenziali, creando altri canali concentrici attorno al nucleo storico quattrocentesco. Il benessere della nuova borghesia mercantile, l’apertura mentale prodotta dal contatto con terre tanto lontane e diverse e il clima di tolleranza e di libertà legati alla riforma calvinista finirono per attirare artisti, letterati, tecnici e intellettuali da ogni dove, facendone una delle culle predilette della cultura europea nel XVII secolo, tanto ben tratteggiata dai pittori dell’epoca, elementi che ancora si riverberano ai giorni nostri, quando l’unico primato rimasto consiste nel commercio e nella lavorazione dei diamanti (il famoso taglio Amsterdam a 57 facce), oltre a quello dei migliori parametri sociali in assoluto. Non tutti però vengono attirati soltanto dai 7.200 monumenti censiti, dai numerosi eventi e dagli incommensurabili tesori conservati nei suoi 40 musei: questa Venezia del Nord dispensa un fascino sottile anche nei suoi vicoli acciottolati, nei viali alberati lungo i canali dove le case timpanate e dimore storiche si riflettono nelle acque, nei ponti e nei giardini pieni di tulipani, nelle abitazioni e nei pub sui barconi dove gustarsi una birra spumosa a triplo.
Ma anche dalle ragazze in vetrina nel quartiere centrale a luci rosse, nelle droghe leggere (marijuana e cannabis) a libero mercato negli innumerevoli coofee-shop, nei musicanti di strada, nell’antiquariato di elevata qualità, nei mille negozietti tematici specializzati nelle cose più incredibili e introvabili altrove, nelle espressioni di un’architettura avveniristica. Perché gli olandesi, un popolo che per un quarto vive sotto il livello del mare e che ha imparato a domare le acque inventando le dighe ed i polder (le terre sottratte al mare), amano la tradizione, ma al tempo stesso anche la trasgressione, la genialità e la fantasia. Visitando Amsterdam si scopre in fretta come lo stereotipo di paese dei mulini a vento, dei tulipani e degli zoccoli di legno risulti piuttosto riduttivo.
Amsterdam, geniale connubio tra antico e moderno, oltre ai suoi monumenti offre uno straordinario patrimonio nei suoi musei, soprattutto per quanto attiene alla pittura, avendo dato i natali ad artisti del calibro di Rembrandt, Hals, Vermeer, Van Gogh e Mondriaan. Tra i tanti monumenti da non perdere il Dam, la grande piazza cuore della città, dove si affacciano la gotica Chiesa Nuova del 1404, il Palazzo Reale e la brulicante via dello shopping. Interessanti anche il Begijnhof, sede dal 1346 di una confraternita laica di beghine dedite alla carità, e la vecchia chiesa medievale del 1306. Tra le dimore celebri meritano una visita la casa di Rembrandt, rimasta uguale all’epoca del pittore e dove sono esposte 245 acqueforti e quella visitatissima di Anna Frank, nella cui soffitta la giovanissima ebrea scrisse il celebre Diario. Per i musei da non perdere il Rijksmuseum, uno dei più importanti al mondo per la pittura, con opere di tutti maestri olandesi, il Museo della Marineria e quello dedicato a Van Gogh. Nell’agosto 2010 l’Unesco ha proclamato i canali di Amsterdam patrimonio dell’umanità.
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