Cordoba, Siviglia, Cadice, Granata e Malaga sono i nomi armoniosi delle principali città dell’Andalusia, la Spagna dei Mori, l’estrema regione di sud-ovest affacciata con oltre 800 km di spiagge sul Mediterraneo occidentale e sull’Atlantico, divisi dallo sperone di Gibilterra. Grande quanto il Portogallo con cui confina (un sesto della Spagna), l’ Al Andalus degli arabi che la dominarono per otto secoli è una regione montuosa a nord, con un’agricoltura arretrata, e fertili pianure lungo la costa bagnate dal Guadalquivir, con i due porti di Cadice e Malaga, ed anche la più popolosa del paese. Come tutti i sud è calda in tutti i sensi ed è stata la culla delle tradizioni più caratteristiche del paese: corrida, tapas, flamenco, chitarra e canto. Le fiestas sono più chiassose e pittoresche che altrove, le processioni più spettacolari e coinvolgenti, le corride più partecipate, il caldo estivo più torrido, le persone più vivaci. Gli andalusi vivono sempre al massimo: difficile non rimanere contagiati dalla loro allegria.
La sua conformazione l’ha sempre resa più facilmente accessibile dal mare che non via terra. Da qui passarono, provenienti dall’Africa, gli uomini preistorici che colonizzarono l’Europa, qui approdarono attorno al 1000 a.C. i Fenici, attratti dalle ricchezze minerarie e dall’abilità metallurgica dei locali, portandovi la scrittura, le monete, il tornio, l’olivo e la vite, l’asino e la gallina, la salatura del pesce e la musica, seguiti poi da Greci, Cartaginesi e Celti. I Romani vi si trovarono tanto bene da restarvi per sei secoli, facendone una delle province più ricche e civilizzate dell’impero: vi edificarono imponenti città e costruirono strade, ponti e acquedotti tuttora funzionanti. Riforniva Roma di olio, vino, capperi, argento, pesce e garum, una salsa speziata di pesce molto diffusa, tre imperatori (Traiano, Adriano e Teodosio) e molti uomini di cultura come Seneca, Marziale, Quintiliano e Lucano.
Nel 711 arrivarono i musulmani che invasero tutta la penisola ma, dopo essere stati fermati ai Pirenei dai Franchi di Carlo Martello, si attestarono in Andalusia, dove rimasero per ben 8 secoli, divisi in una moltitudine di regni. Sotto gli arabi visse un periodo di grande prosperità materiale e culturale. Esperti in irrigazione, vi introdussero nuove coltivazioni (arance, limoni, pesche, canna da zucchero, angurie, melanzane) e soprattutto la cultura antica greca, la matematica (dai numeri all’algebra), l’astronomia, la medicina con chirurgia e anestesia, la botanica, sintesi del sapere antico classico, arabo, ebraico e cristiano. In architettura crearono capolavori che ancora oggi ci lasciano a bocca aperta. Nel 900 Cordoba contava 300 mila abitanti, 800 moschee e 700 bagni pubblici, una pregiata università con ricche biblioteche, un centro cosmopolita di eruditi vero faro culturale nel buio del Medioevo europeo. La divisione musulmana portò pian piano alla riconquista da parte dei re cattolici spagnoli: nel 1492 cadde Granata, ultimo baluardo moresco, per mano di Ferdinando e Isabella di Aragona-Castiglia, gli sponsor dell’impresa di Colombo. La scoperta dell’America portò enormi ricchezze ai porti di Siviglia e Cadice, ma l’assegnazione delle terre ai nobili castigliani comportò miseria per il popolo che porterà poi a fine 800 a rivolte anarchiche e ad orribili atrocità durante la guerra civile. Una terra ricca abitata da gente povera, come l’ha definita qualcuno.
Antica colonia romana e dal 756 capitale de Al Andalus in un’ansa del Guadalquivir, Cordoba è la città dove più si avverte il retaggio del passato, con strette viuzze e piccole piazze dove si affacciano case basse dipinte di bianco con patios, i tipici cortili interni con fontana. Prima del 1000 era la più grande e ricca città dell’Europa occidentale, con pregiata produzione di cuoio, metalli, tessuti, ceramiche e vetri. Vi nacquero e vissero i maggiori filosofi del tempo, il musulmano Averroè e l’ebreo Mosè Maimonide. Il monumento più importante è la Mezquita, all’epoca la maggior moschea del mondo dopo La Mecca, eretta nel 785 e vero capolavoro dell’architettura islamica. Sulle rive del Guadalquivir sorge anche Siviglia, capoluogo dell’Andalusia e quarta città spagnola, qintessenza della regione: qui sono nati flamenco e corrida, qui si svolge la feria più festosa e la Settimana Santa più passionale, con ininterrotte processioni di incappucciati, mentre ogni notte l’allegria impazza tra bar, tapas e discoteche nei tortuosi vicoli medievali e le romantiche piazzette nascoste di questo antico centro portuale, capace anche di offrire un ingente patrimonio di arte e architettura romana, islamica, gotica, rinascimentale e barocca. I monumenti più significativi sono la cinquecentesca cattedrale gotico-rinascimentale, una delle più grandi del mondo, con l’annessa Giralda, campanile alto 90 m ricavato dal minareto della precedente moschea del 1100, e l’enorme Alcazar, fortezza e splendida residenza per generazioni di califfi e re cristiani, eretta nel 913.
Cadice è una delle città più antiche d’Europa, essendo stata fondata dai Fenici nel 1100 a.C., ma per la prosperità del suo porto bisogna attendere la scoperta dell’America, che nel XVII secolo ne fece la più ricca città spagnola, purtroppo ora in decadenza,. Bello il centro storico, composto da un dedalo di viuzze su un promontorio con ampie piazze, dominato dall’imponente cattedrale. La vivacissima Granada fu la prima ad essere conquistata dai Mori (711) ed anche l’ultimo baluardo saraceno in Spagna (1492) dopo la caduta di Cordoba (1236) e Siviglia (1248). Per qualche tempo fu anche la sede dei re cattolici Ferdinando e Isabella. Sotto gli arabi nel XIV secolo fu una delle città più ricche dell’Europa medievale. L’Alhambra, enorme fortezza e per secoli splenda residenza degli emiri, la Cappella Reale con le tombe dei primi re cattolici e l’Aybazin, l’antico quartiere arabo, sono i monumenti più salienti sullo sfondo della Sierra Nevada. Infine Malaga costituisce un vivace centro portuale dalla vita frenetica, famosa per il vino da dessert; da non perdere la cattedrale gotico-rinascimentale e barocca, l’Alcazaba, fortezza e residenza islamica e il museo Pablo Picasso, nativo di Malaga.
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Testo/Giulio Badini – Foto Google Immagini