Forse il futuro è già cominciato, e noi non ce ne siamo accorti. Sicuramente se ne è accorta la Piaggio, la storica azienda di Pontedera produttrice tra l’altro della Vespa e del triciclo a motore Ape, che si è impegnata espressamente in tal senso, dando vita un paio di anni fa ad una startup – la Piaggio Fast Forward con sede a Cambridge in Massachusett (Usa), a due passi dalla prestigiosa università di Harward e dall’altrettanto covo di talenti del MIT (Massachusett Institute of Tecnology) – con il preciso intento di realizzare soluzioni tecnologiche avanzate di mobilità individuale, per arrivare quanto prima a liberare le nostre città dalla schiavitù delle auto e dei relativi inquinamenti. E nei giorni scorsi la PFF ha presentato a Boston un primo risultato del suo lavoro, due avveniristici prototipi di valigie mobili autonome a mezza strada tra un robot e un carrello della spesa a motore, capaci di seguire docilmente mediante sensori – ma anche di affiancare e addirittura precedere – il proprio padrone come un cagnolino. Questi contenitori possono essere immaginati come dei bagagliai separati dalle auto, dotati però della facoltà di muoversi in maniera autonoma e di seguire tramite un collegamento wi-fi le persone abilitate, che possono muoversi a piedi o in bici.
Si tratta di Gita e di Kilo, definiti dal presidente della Pff Michele Colaninno rispettivamente come la Vespa del 21° secolo e la nuova Ape, tanto per fare un paragone con due prodotti di successo planetario di casa Piaggio. Gita è un robottino mignon capace di trasportare un peso fino a 20 kg, ad una velocità media di 20 km/h e con un’autonomia di 8 ore, tondo come una botte e alto 60 cm: il peso medio di un trolley, di una valigia o di un carrello della spesa. Kilo invece può essere considerato un fratello maggiore, un po’ un’impresa di trasporti in miniatura: grazie alla stabilità fornita da tre ruote, può infatti trasportare fino a 115 kg con una volumetria di 120 litri, un vero baule. Entrambi sono prodotti in fibra di carbonio con molte parti stampate in 3D, funzionano con batterie al litio e dispongono di una telecamera a 360 gradi, anteriore e posteriore, per rilevare gli ostacoli, con luci bianche a led quando sono in movimento e rosse in caso di frenata. Possono anche muoversi da soli su un percorso programmato. Infine, volendo, possono pure trasmettere musica e proiettare film, cose che nessuna valigia tradizionale di certo non sa fare.
Come detto, quelli presentati a Boston sono soltanto dei prototipi, suscettibili di infinite trasformazioni e adattamenti che si possono intravvedere fin da subito. Ma quello che conta è l’idea, il progetto, l’aver mosso i primi passi. Ogni percorso, anche quelli che portano parecchio lontano, inizia infatti sempre con un primo passo. E proprio per raccogliere idee, critiche e suggerimenti per il loro futuro, Gita e Kilo hanno iniziato un lungo viaggio – attraverso gli stati Uniti prima e il mondo poi – per decidere cosa dovranno fare da grandi. Il loro prezzo ? Troppo presto per dirlo, perché dipende al momento da troppe variabili. All’inizio sicuramente sarà un po’ alto, dovendo ammortizzare tutti i costi di progettazione, ma state pure certi che tra qualche tempo vedremo per strada, nelle stazioni e negli aeroporti le valigie intelligenti che camminano da sole. Anche perché finiranno per costare meno di certe valigie firmate. Perché il futuro, pur se non ce ne siamo accorti, è già cominciato anche nei trasporti.
Info: http://it.blastingnews.com/tecnologia/2017/02
ByTerreIncognite – Foto/Google